mercoledì 27 giugno 2012

SANTA CHIARA... E LE PORTE DI FERRO!

Care amiche e cari amici, 

Giorni fa, mi hanno colpito, molto, due frasi di Monti, il quale ha affermato: 
"In molti mi consigliavano di non rischiare troppo e di ricorrere a un aiuto esterno, ma ho preferito chiedere uno sforzo in più che ci ha consentito di fare da noi piuttosto che sotto il tallone della Troika, come avvenuto ad Atene.” 
ed anche 
"L'Italia non ha bisogno di aiuto!"
Mi sono sembrate delle frasi sibilline e incomprensibili, per me, che non conoscevo i fatti,  e, nel cercare di approfondirle, documentandomi, mi sono accorta che, tutto sommato, avrei potuto anche scrivere il seguito del mio post: Il Peccato Originale. 
Il tutto parte quando, con  lo scoppio prepotente della crisi, i Politici europei cercano di inventare qualcosa per aggirare i "paletti", cioè, le regole rigide, poste, da loro stessi, sulle economie degli Stati aderenti all'Euro, avendo fatto una unione monetaria senza uno Stato!
Questi "SCIENZIATI", sotto la spinta della urgenza, però, cosa fanno allora?


Mettono in moto solo azioni che garantiscano i mercati e li rassicurino sul fatto che ci sono le risorse per fronteggiare le scadenze più prossime dei titoli pubblici, 
imponendo ai Paesi in crisi, in cambio di aiuti, la più rigida "austerità" con conseguenze disastrose sull'andamento delle loro economie, mandandole in recessione. 
Il motto è stato: 
"se non adottate misure di austerità è inutile che abbiate degli aiuti perchè continuerete ad essere degli scialacquatori non creduti dal mercato".
Niente di più sbagliato perché tutti  sanno che:
 “Se  un paese applica solo l'austerità e non cresce, non è neanche in condizione di pagare "mai" il suo Debito Pubblico a causa dei due rami della forbice che si allargano, cioè tra: la diminuzione dell'introito dalle tasse  per la caduta del PIL dovuta a recessione e l'aumento degli interessi per finanziare il debito pubblico.
La UE ha cercato, quindi, di modificare, solo, l'assetto finanziario bloccato dalle regole di Maastricht e di Lisbona, che sono fondamentalmente contrarie a qualsiasi aiuto agli Stati in difficoltà che, invece, ne avrebbero urgente bisogno. 
Ma la cosa più grave è che, come Santa Chiara, il lavoro che è stato fatto fino ad oggi, è stato tutto un lavoro "a casaccio", in ritardo, controcorrente e solo perché spinti dalla necessità.
Per questo il presente post l'ho chiamato: Santa Chiara e le porte di ferro. Secondo la leggenda, infatti, la Santa mise le porte di ferro alla stalla dopo che i buoi erano fuggiti. 
Mi è sembrato un paragone molto calzante con quello che l'Europa ha cercato di fare, dopo lo scoppio della crisi. 
I leaders e i ministri dei nostri Stati hanno cominciato, infatti, a fare quello che avrebbero dovuto fare, razionalmente e con più calma, sin dall'inizio,  cioè : 
  • costruire degli strumenti di intervento capaci di sovvenire alle difficoltà dell'uno o dell'altro dei Paesi, in momenti specifici; 
  • ricostruire allo stesso tempo strumenti di governance, di governo comune, della euro zona, che andassero al di là del semplice coordinamento delle politiche nazionali e cercassero in primo luogo di prevenire per il futuro che si andasse a deficit tanto eccessivi e ci si trovasse con debiti incontrollabili, non più digeribili dal mercato; 
  • fare, con la BCE,  un qualcosa che senza essere quello che fanno le Banche Centrali degli stati che, come vi dicevo, hanno la facoltà se è necessario di prestare e al limite di stampare tutta la valuta che è necessaria, cioè  farla essere più elastica di come era stata concepita. 
Purtroppo lo hanno fatto con un metodo sbagliato!


Nel giro di due anni, infatti, solo a "pezzi e a bocconi", hanno cominciato a costruire un governo comune della moneta unica che avrebbe dovuto esserci, invece, fin dall'inizio. Ogni volta i fattori di spinta verso la creazione del governo comune, non sono stati, però, le analisi e i progetti di correzione dell'effetto di regole così rigide nell'area Euro, ma sono stati i guai che, in modo crescente, venivano incontrando, sul mercato, i debiti dei paesi in maggiore difficoltà. Hanno proceduto, cioè, sempre, a "tentoni".
Per altro, sarebbe stato chiaro a tutte le persone di buon senso, che intervenire sempre "a pezzi e bocconi",  sempre discutendone e  sempre tra chi voleva spingersi un po di più e chi voleva spingersi un po di meno, ha avuto, purtroppo, nello stesso tempo, l'effetto di far si che il guaio del paese indebitato diventasse sempre più grosso (ricordatevi il detto: Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata!).
Per comprendere il tutto basta vedere cosa è successo alla Grecia, dopo le dichiarazioni di Papandreu sulla falsità delle cifre del loro debito pubblico. 
La finanza europea è esplosa e lo spread applicato su quel debito è cresciuto all'improvviso e rapidamente e, con il passare delle settimane, è cresciuto sempre di più, facendo collassare, irrimediabilmente, il paese, tanto da ipotizzare, nel prossimo futuro, una sua possibile uscita dall'euro, perché le misure adottate finora si sono rivelate inefficaci. 
La macchina europea solo in quel momento ha cominciato a muoversi. 
Crea le prime autorità di vigilanza europea:
  • la  EBA (european banking authority); la EIOPA (European insurance and occupational pensions authority); la ESMA ( european securities and markets authority);la ESRB (european systemic risk board) sulle banche, sulle assicurazioni sul rischio sistemico.
Inoltre:
  • La UE comincia  a decidere che si possono concedere prestiti bilaterali agli Stati in difficoltà, senza però alcuna componente di aiuto e senza RIDURRE gli interessi. I prestiti bilaterali diventano un primo fondo chiamato: Fondo  Salva Stati (european financial stability facility), cioè strumento per la stabilità finanziaria europea.   Si possono innescare, con ciò: aiuti, liquidità, finanziamenti, ma solo nel caso e solo dopo che i paesi  beneficiari hanno adottato le direttive rigide della Troika sulla loro economia; cioè solo dopo che hanno adottato delle severissime misure di austerità,  e, quindi, è  un "do ut des", all'insegna della credibilità
  • La UE comincia a decidere: di rafforzare la vigilanza sui debiti nazionali, stabilendo la regola che chi ha un debito totale superiore al 60% del PIL ogni anno deve ridurlo di almeno un ventesimo, salvo che non sia in un guaio particolare;
  • La UE comincia a stabilire che il bilancio annuale deve essere in pari e si arriva ad approvare un accordo, tra febbraio e marzo 2012,  chiamato accordo fiscale (fiscal compact) che chiede ai singoli stati di mettere nelle loro Costituzioni,  possibilmente, altrimenti in leggi forti, il principio del pareggio di bilancio
  • La UE comincia a stabilire che  la stessa BCE cominci a immettere liquidità più di quanto abbia mai fatto per non far restare a secco le banche e compra un po di titoli pubblici degli stati in difficoltà sul mercato secondario, cioè titoli già emessi e che sono, quindi già in circolazione,  per far reggere il mercato. 
Come si vede perciò c'è stato , effettivamente, tutto un quadro di cose che sono cambiate. Si noti, però, che sono cambiate quasi tutte sul terreno della disciplina e della austerità fiscale
Domanda:
Perché, allora, l'Europa, nonostante ciò, ancora oggi, rischia di esplodere lo stesso e, con essa, la moneta unica?
Il primo motivo di rischio di esplosione, è che esistono dei problemi proprio sul Fondo Salva Stati.
La "querelle" sul Fondo Salva Stati, infatti, è  che , attualmente, ha un budget limitato e potrà essere utile solo per salvare piccoli Stati e non altri.
Questo perché nessuno dei paesi ricchi, tipo la Germania, vuole dare ulteriori soldi per salvare, a loro dire, i “fannulloni”! La Germania (fino a ieri insieme alla Francia) non è disposta a cacciare altri euro per salvare popoli che  hanno fatto, fino ad oggi, solo le “cicale” e, per di più, sembrerebbe vogliano continuare a farlo anche per il futuro, nonostante le difficoltà. In Grecia o in Italia, per esempio, rispetto ai tedeschi, si andava prima in pensione, le ore di lavoro erano inferiori, gli stipendi più alti e l'evasione e la corruzione più alti. L'Italia perciò si è dovuta adeguare e lo dovranno fare anche la Grecia ed altri! Il Problema vero, quindi, che si pone, per il finanziamento di questo Fondo, non è tanto un problema economico, ma è solo 
"un problema di fiducia e credibilità" tra Stati. 
La stessa fiducia che, però, come ha ricordato Monti di recente, alla Merkel e ad Hollande, la Europa diede alla Germania e alla Francia nel '92, concedendo loro deroghe e aiuti, proprio nel momento in cui, entrambe, avevano una economia disastrata. Essi però, a dire il vero, dopo aver incassato quella fiducia e gli aiuti, si sono rivelati seri e credibili, perché, a seguito di grandi sacrifici sono riusciti, non solo a riemergere ma addirittura a diventare i primi in Europa. Lo stesso, quindi, a loro volta, oggi, pretendono, debbano fare gli Stati in difficoltà che chiedono soldi in prestito, specialmente i bugiardi come la Grecia: devono, cioè, onorare gli accordi firmati e sottoporsi a  controlli puntuali nella loro economia! 
Come esempio di cosa significhi la fiducia e credibilità, è emblematica la vicenda del Governo Berlusconi e di quando scrisse alla UE, confermando che avrebbe fatto tutto quanto richiesto dalla Troika, cioè pesanti sacrifici, se la BCE avesse comprato titoli sul mercato secondario per abbassare lo Spread, arrivato, ormai, alle stelle. La BCE allora agì, comprando i titoli, ma Berlusconi, con una  sua tipica "sveltina", in Parlamento fece approvare, sì, i sacrifici richiesti, ma li  rimandò a dopo il 2013. E' proprio in quel momento, aggravata anche  dalla evidente incapacità a "cavalcare" la crisi prodotta proprio dal suo "tirare a campare", che il Governo Berlusconi perse tutta la fiducia e la credibilità, sia da parte dei Governi europei che da parte dei mercati, che lo bollarono come "completamente inaffidabile"Lo Spread impazzì e lo costrinse alle dimissioni!  In questi, c'è stata una patetica ricandidatura di Berlusconi autoproclamatosi innocente dei guai che ci ha fatto cadere addosso! La faccia tosta di costui, credo, sia ormai proverbiale!  Comunque Dio  ce ne scampi e liberi, visto che qualcuno gli dà ancora fiducia e credibilità!
Monti, arrivato subito dopo le dimissioni di Berlusconi,  ha propinato al Paese una "CURA DA CAVALLO, magari INIQUA", perché fatta di sacrifici addossati al solo ceto medio basso, al quale ha modificato anche il sistema sociale. Lo ha fatto, comunque, sia per cercare di tenere fede, a modo suo, agli impegni del precedente Governo, sia  per cercare di riconquistare "fiducia" nel mondo e, soprattutto, nei mercati finanziari.
Monti, quindi, e tutto ciò che ha fatto o detto fino ad oggi, comprese le frasi che hanno dato spunto al post, vanno inquadrate non solo in questa"logica di fiducia" ma anche col fatto che ha voluto evitare, sempre, di chiedere aiuto all'esterno, convinto che una siffatta cura è sempre meglio che ogni Stato in crisi, lo  faccia da solo, senza il controllo assillante della Troika.
L'arrivo della Troika, infatti, rappresenta sempre, oltre a una ingerenza fortissima nella sovranità economica e fiscale di un paese in difficoltà, anche una imposizione pesantissima di misure all'insegna della più becera "austerità".
Per questo abbiamo visto i diversi paesi, aiutati, si fa per dire, dalla Troika,  ridurre gli stipendi, le pensioni, i servizi, abolire scuole che avevano e non si sa se, per esempio, i bambini ne troveranno altre, specialmente se si tratta di paesi di montagna come nella Grecia; infine, abbiamo visto economie cadere in pesante recessione.   
Il secondo motivo di rischio di esplosione è che, oltre alla disciplina e alla austerità fiscale, nulla, però, si vede, ancora, a livello europeo, dal lato della crescita, che potrebbe essere, invece, la vera "chiave di volta" attorno alla quale potrebbe incardinarsi il sistema necessario per superare la crisi dei debiti sovrani . I diversi documenti europei parlano, è vero, della crescita, del bisogno di creare nuovi lavori o addirittura di creare, finalmente, gli Stati Uniti di Europa, ma in questi ambiti non ancora arriviamo a strumenti operativi, ma solo a delle promesse definibili "graziosamente, molto carine”  e composte solo di  "buone intenzioni". 
Domani, 28 c.m., ci sarà un incontro tra i 27 Stati europei, per cui si è riaccesa una qualche speranza. Cerchiamo  di capire, quindi, cosa si inventeranno per imboccare la strada giusta, sperando che, magari, sia quella di: 
  • consolidare, imponendo regole alla finanza speculativa, l'unione monetaria ed  economica, 
  • creare una unione bancaria, 
  • creare una unione di bilancio,
  • organizzare un serio coordinamento fiscale tra Stati, 
  • spingere, nel contempo, verso una crescita economica e  un allentamento della austerità; 
  • aggiungere, infine, a tutto questo,  a breve, un qualche aspetto di migliore unione politica, ed, infine, nel medio termine, la trasformazione irreversibile dell'Europa in un unico Stato, appunto, gli Stati Uniti di Europa
Nella recente riunione a quattro (Italia, Germania, Francia, Spagna)  a Roma, pare che siano state stabilite, proprio delle linee di "intenzioni" in tale direzione, da  proporre ai 27 paesi UE, oltre  alla tobin tax e all'1% del PIL europeo (130 mld di euro) da destinare alla crescita. Si è parlato, anche, di usare il Fondo Salva Stati per far diminuire lo Spread, ma solo dei Paesi virtuosi; la proposta potrebbe essere accettata da tutti, così si dà l'esempio e un avvertimento. Si è parlato anche di Eurobond, cioè di titoli di Debito Pubblico Europei, osteggiati dalla Merkel perché la Germania, in una situazione nella quale i Paesi in difficoltà non vogliono rispettare i trattati da loro stessi firmati, non vuole accollarsi il debito degli altri. Sic et simpliciter chi potrebbe dare torto alla Merkel? Lo sbaglio è il fatto che la Germania vorrebbe tutto e subito, per cui gli altri Stati e lo stesso Monti dovranno fare una grande opera di mediazione, non difficile da ottenere, credo, a patto, però, che vengano date le dovute garanzie di serietà, come è giusto che sia, avendo fatto un patto tra"gentiluomini".
Comunque:
Speriamo non rimangano solo "buone intenzioni", perché "di buone intenzioni sono lastricate le strade dell'inferno" (in questo caso l'inferno delle economie in recessione e, quindi, delle nostre vite "svalutate", a causa della finanza speculativa)!

Un abbraccio

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