martedì 24 luglio 2012

ROBERTO GIACHETTI CONTRO IL "CARTELLO " DELLA POLITICA

Non avrei mai immaginato che anche in Democrazia, la politica  riuscisse ad organizzarsi in una sorta di "Cartello" per danneggiare gli elettori; un Cartello simile, cioè, a quello che spesso viene formato nel mondo economico.

"In economia si definisce, infatti, "cartello" un "accordo" (in danno dei consumatori) fra imprese (solitamente in regime di oligopolio su scala nazionale o internazionale) idoneo a incidere negativamente sulle normali dinamiche del mercato libero e concorrenziale. "

Questo, di solito, porta ad eliminare ogni concorrenza e ha, come danno al consumatore, il fatto che egli è costretto ad acquistare un prodotto "scadente" al prezzo di uno "buono", così come sta avvenendo da noi, in politica.
Nel Cartello poi, di solito , c'è un " soggetto dominante" che condiziona tutti gli altri più piccoli e li costringe, pena sparizione, ad accordarsi.

Il gesto di Roberto Giachetti, che sta facendo lo sciopero della fame per costringere il Parlamento a cambiare una semplice Legge ordinaria dello Stato, quale è quella elettorale, evidenzia, con tutta la drammaticità del particolare gesto, proprio questa realtà sotto analisi.

Per 20 anni, infatti, abbiamo avuto quattro soggetti dominanti di destra, riuniti in un "Cartello": PDL( dominante principale), Lega, UDC e AN (dominanti secondari) che hanno costretto l'opposizione di sinistra a ritirarsi, per sopravvivere, nella trincea del neo consociativismo, il cui "manifesto" più significativo è il cosiddetto "manuale Cencelli", raccogliendo, con ciò, solo briciole.
Questo “Cartello”, oltre ad altre storture, oltre al disastro economico che stiamo vivendo oggi, oltre ad un immobilismo criminale in ambito di ammodernamento del Paese, oltre ad una deregolamentazione in ogni campo: giudiziario, economico, politico e sociale, ha portato, soprattutto, al varo di una Legge Elettorale liberticida, quale è il cosidetto “Porcellum”.

Ora finalmente qualcosa sta cambiando sia in rete sia nei Partiti di opposizione che avrebbero, però, uscendo dalle loro trincee, anche l'assoluto "dovere", in situazioni come queste, di “fare gruppo” invece di lacerarsi con sterili discussioni di principio o scontrarsi con eventuali possibili alleati, provenienti anche dai movimenti della società, solo per convenienze elettorali.
E' necessario oggi più che mai che si riaffermi, in politica, il principio della concorrenza e che quindi non si demonizzi più alcuna voce portatrice di valori diversi.
Ben vengano 10, cento, mille movimenti che riescano, però, a comportarsi sia all'interno sia all'esterno in modo democratico.

Giachetti sta indicando proprio questa via e sta incitando la classe politica "sana" all'azione, non essendoci più tempo.
Giachetti, col suo opporsi al Porcellum in modo così drammatico, dice, contemporaneamente, anche a noi del popolo che è necessario  combattere, fino in fondo, la nostra battaglia democratica, così da sconfiggere il Pensiero ispiratore del "Cartello", 
che è quello: di impedire l'affermarsi di ogni concorrenza politica a loro stessi,  per poterci  continuare a vendere, anche nel futuro, prodotti "drogati" e  ad un prezzo esorbitante.
Basti pensare alla grande mole di denaro pubblico che i Partiti incamerano, offrendoci un prodotto di pessima qualità morale e politica. 
Abbiamo avuto, infatti, in cambio, un Parlamento e un sistema di Potere amministrativo, in gran parte pieno di ladri, puttanieri, inquisiti e pregiudicati (Lusi, Belsito, Penati, etc.).
Abbiamo avuto solo leggi ad personam e ad aziendam e solo risse istituzionali.
L'aggravante che indica che siamo in balia di un tale sistema spregiudicato, è proprio il fatto che i media, asserviti e pagati dal “Cartello”, non stanno propagandando il gesto di "un galantuomo" che sta dalla parte della gente e non degli "oligopoli" politici.
Questa situazione mi fa capire che, ormai, non siamo  più nemmeno in presenza di un "Cartello Politico" ma di un "Cartello di fuorilegge" che "drogano" la vita politica e sociale del paese, per permettere alla casta sodale ed, in particolare a Berlusconi, di fare gli affari propri, al di fuori di ogni regola politica, economica, giuridica e sociale!
Noi della rete abbiamo, quindi, il dovere ed anche la necessità di sostenere una tale incisiva azione, quella dello sciopero della fame di Giachetti, che, oltre a risvegliare le coscienze di tutti, tende a svelare ed anche a bloccare l'azione del "Potere" della destra che, come al solito, sta provando ancora una volta a mistificare e ad ostacolare ogni richiesta di progresso e di democrazia proveniente dal popolo!
L'unica cosa, in effetti, che hanno fatto, finora, sono stati : proclami e promesse "a fare", o a nominare "commissioni" ad hoc che  di solito vengono istituite, si sa, proprio per insabbiare il problema e salvare la faccia.
Basta con i soliti trucchi!
Basta con la logica: "Merda per me? Allora merda per tutto il popolo italiano!"
Infatti è proprio questo che vogliono fare i vecchi soggetti dominanti del Cartello, di cui sopra, ben consci della possibilità reale di essere spazzati via dal popolo italiano, prossimamente, con un semplice tratto di lapis nel segreto delle urne!
Ed è per questo che cercano o di non cambiare affatto il “Porcellum” o, se proprio saranno costretti a farlo, lo faranno in modo che il Paese non sia governabile né da parte della sinistra (probabile vincitrice) e, meno che mai, dal M5S (in netto progresso). 
La governabilità, con la legge elettorale che stanno predisponendo, faranno in modo che la si otterrà solo attraverso la stessa “ammucchiata”che oggi sostiene Monti. 
Stanno pensando anche ad un Monti bis!
Il "Cartello" vuole raggiungere, a tutti i costi, l'obiettivo di rimanere al Potere, e Berlusconi, in particolare. oltre ad avere più possibilità di sfuggire alla Giustizia, avrebbe ancora la possibilità di continuare, così, a far ingrassare sempre più le sue aziende (che vanno da Lottomatica a Mediaset etc.), anche con il fatto che, probabilmente, farebbe in modo di evitare che si faccia l'Asta delle frequenze, il varo della banda larga ed altro simile, che, se varate, danneggerebbero le sue emittenti. 
A lui non importa se condannerà il Paese alla "apartheid" digitale rispetto al resto del mondo!
La proposta di riforma, possibilmente basata su piccoli collegi e con votazione a doppio turno alla Francese, o almeno una che non sia un “pateracchio” citato sopra, approdi urgentemente  in Parlamento (il PD ne faccia una battaglia di civiltà) e non vi siano più rinvii, altrimenti sarà difficile non pensare che i Presidenti delle Camere e tutti i Partiti, compresi quelli non appartenenti al “Cartello”, siano anche essi complici di questa azione criminale a danno del popolo, visto che lo stesso popolo si è espresso addirittura con una richiesta di referendum per l'abolizione del Porcellum!


SOSTENIAMO, UNITI, GIACHETTI!

domenica 22 luglio 2012

MOSE' CONTRO IL VITELLO D'ORO

Care amiche e cari amici,


Questo post l'ho scritto il 1° maggio, ma non l'ho pubblicato per vari motivi, non ultimo, la osticità della materia. Mi sono decisa oggi perché l'argomento, nella sua interezza, è drammaticamente attuale, dopo il rischio di default della Spagna, ma necessitava di un prologo come il post " Il peccato originale". Lo scopo di questa serie di post è capire i perché e, soprattutto, le cause che hanno scatenato la speculazione finanziaria.
Come dato di fatto iniziale vi è comunque il fatto che i mercati attaccano di volta in volta i paesi aventi classi dirigenti poco credibili. Infatti l'Italia è di nuovo sotto l'occhio del mirino dei "mangiamorte" della finanza, dopo la ennesima discesa in campo di Berlusconi e il nuovo collegamento con la Lega. Non basta ancora quello che hanno già combinato, pensano di ripresentarsi, come nulla fosse, anzi stanno dichiarando che loro sono stati e sono bravi!
Comunque il filone principale di questa serie di Post che mi prefiggo di scrivere è dimostrare che un paese quando si affida alla "deregulation" in ogni ambito, o, in buona fede, perchè viene convinto da economisti e giuristi, o, in mala fede, per motivi di potere anche personale, provoca ai suoi cittadini dei disastri e delle sofferenze inenarrabili, come quelle che abbiamo sotto gli occhi, compresa l'Italia. 




Oggi è il primo maggio, festa del lavoro, e un popolo, come il nostro, che, in questo momento, ha, secondo i dati ISTAT, una disoccupazione al 10% dovrebbe cercare di capire quali sono i motivi  che lo hanno portato a questo risultato e, soprattutto, quale è il meccanismo con il quale  vengono distrutti posti di lavoro.
Vi sono argomenti che, purtroppo, appaiono talmente ostici che, la maggior parte di noi, evita di informarsi e di discuterne. 
Ma tra gli argomenti ostici vi sono quelli che, inevitabilmente,  permeano la nostra vita  e quella degli altri e, spesso, in negativo, se non ben compresi.
Uno di questi è la crisi economica del 2008, scatenatasi in USA e continuata in Europa, fino ad oggi, con effetti disastrosi sulle economie e, quindi, sul livello di occupazione di alcuni paesi componenti la UE, quali il Portogallo, l'Irlanda, la Grecia, la Spagna, (P.I.G.S.), l'Islanda,  e oggi anche l'Italia.

La crisi economica globale del 2008 è costata a decine di milioni di persone i loro risparmi, il loro lavoro, e le loro cose.

Non sarebbe sbagliato, quindi, a mio giudizio, sapere di più i motivi che lo hanno generato e cercherò di farlo alla nostra maniera, quella del “caffè da Graziella”. Allo scopo mi sono documentata con filmati e articoli , avendo sentita, io, per prima, la necessità di capire. 

Ogni Paese citato ha avuto però motivi diversi per l'innesco della crisi.
Comincerò dalla Islanda, nella quale è stato processato e condannato, di recente, il suo Primo Ministro per il disastro nazionale provocato dal suo Governo.
La crisi della Islanda deriva dal suo  DEBITO PRIVATO.
Questo è ciò che è successo:
Islanda: anno domini 1999.
Popolazione 320.000 persone.
PIL:  13 miliardi di dollari.

L'Islanda era, prima della crisi, una democrazia stabile, con una alta qualità di vita e con un livello di disoccupazione e di debito pubblico molto bassi.
C'erano tutte le infrastrutture di una società moderna: energia pulita, la pesca con un sistema di quantità contingentate di cattura, una buona sanità, una buona educazione, aria pulita, poca criminalità, servizi efficienti e così via; un bel posto, quindi, dove vivere con la famiglia.
Era quasi una società ideale!
Nel 2000 il governo islandese cominciò ad attuare una politica di deregolamentazione che ebbe conseguenze disastrose, prima per l'ambiente e, poi, per l'economia.
Deregolamentare, significa: abrogare ogni tipo di legge a difesa; nel caso islandese a difesa dell'ambiente e del risparmio.
Il governo, per prima cosa, infatti, consentì a delle multinazionali come l'Alcoa di costruire impianti per la produzione dell'alluminio e di sfruttare le risorse geotermiche ed idroelettriche islandesi.
Le più belle aree montuose con i colori più spettacolari, in Islanda, sono geotermiche e, poiché, nulla accade senza conseguenze, esse furono devastate da insediamenti industriali che ne hanno modificato  la conformazione e ne hanno  inquinato non solo la terra, ma anche l'acqua e l'aria.
Allo stesso tempo il governo privatizzò tre banche islandesi: Kaupping, Islandbank, Glitnir, le più importanti; il risultato fu che si innescò nel paese uno dei più puri esperimenti di deregolamentazione finanziaria mai effettuata. 
Infatti, la deregolamentazione permise alle banche di speculare con i fondi del risparmio privato.
Cosa fecero?
In 5 anni queste tre piccole banche, che non avevano mai operato al di fuori della Islanda, si fecero prestare 120 miliardi di dollari, dieci volte le dimensioni della economia islandese. 
I banchieri annaffiarono di soldi se stessi, i loro colleghi e i loro amici .
Fu una bolla speculativa gigantesca per la quale i prezzi delle azioni salirono di 9 punti.
Il costo degli immobili raddoppiò.
La bolla speculativa aprì la strada a persone come un certo signore JOHANSSON che si fece prestare miliardi dalle banche per comprare negozi di lusso a Londra.
Comprò anche un aereo privato decorato a mano, uno yacht da 40 milioni di dollari e una villa a Manhattan da 25 mln di dollari.
I giornali annunciavano: "questo milionario ha comprato questa compagnia nell'UK, nella Finlandia, nella Francia" e così via, invece di scrivere "questo milionario ha avuto un prestito di miliardi di dollari per comprare tutto ciò e l'ha avuto dalla banca locale".
Le banche misero su, dei fondi monetari di investimento, consigliando ai propri clienti di investire in questi titoli; infatti, lo schema dei fondi ha bisogno di tutti i soldi possibili.
Questo fece si che le file in banca, si moltiplicarono e, tra gli islandesi, alcuni prestarono a tassi elevati,  altri ottennero i soldi, in una quantità quasi illimitata,   su una base di garanzia piccola piccola .
Quando si pensa, infatti, che si possa costruire qualcosa dal nulla è difficile resistere!
La stupidità umana è senza limite!
Risultato: nel settembre 2008, gli interessi finanziari avevano distrutto il paese e quando le banche islandesi collassarono alla fine del 2008, perché non riuscirono a ridare il capitale e gli interessi, molte persone persero tutti i risparmi di una vita, solo perché allettati dal miraggio dei soldi facili. Il governo dovette far fronte e dovette impegnare il debito pubblico facendolo aumentare a dismisura.
La disoccupazione triplicò in sei mesi e tutti ne risentirono in qualche modo.
Il fatto più inquietante, però, è che: Società contabili americane come la KPMG fecero delle verifiche ma non trovarono niente di sbagliato e le agenzie di credito americane dissero che l'Islanda era meravigliosa.
Inoltre, a febbraio 2007 le agenzie di rating decisero di elevare le banche islandesi al livello massimo di classifica, la tripla A.
Le autorità di supervisione  finanziaria che avrebbero dovuto proteggere i cittadini non fecero niente. 
Un episodio è veramente emblematico: due avvocati della supervisione finanziaria si recarono nella loro banca per parlare di questi problemi, ma, quando si avvicinarono alla banca videro 19 SUV, parcheggiati li davanti.
Entrarono in banca e trovarono 19 avvocati seduti di fronte a loro, tutti ben preparati pronti a bloccare sul nascere ogni eccezione. I due avvocati si fecero valere nella loro azione e sapete cosa hanno ottenuto, per la loro bravura? Un lavoro ben remunerato dalla stessa banca.
Risultato: Un terzo dei regolatori finanziari islandesi andò a lavorare per le banche, remunerati profumatamente.
Quindi i controllori venivano stipendiati dai controllati. 
E il Governo che avrebbe dovuto controllare, a salvaguardia dei propri cittadini, che faceva?
Praticamente il governo svolgeva, per le banche, il ruolo di ufficio di pubbliche relazioni.

Il monito che possiamo trarre dalla vicenda, anche se finora sembra quasi disatteso, è che dobbiamo combattere e non assecondare il cosiddetto Capitalismo Perfetto che si rinnova sul nulla, cioè su bolle speculative basate su prestiti, e sulla base di una deregolamentazione legislativa che partendo dagli USA, all'epoca di Reagan, ha colpito senza pietà, per prima quella nazione e poi via via altre. 
La deregolamentazione, inoltre, fa si che, per la maggior parte dei casi, non si riesca né a trovare e né a colpire i colpevoli del disastro.
Togliere le regole alla finanza speculativa è come permettere e, addirittura, promuovere i sacrifici, di biblica memoria, al vitello d'oro.
Non è un caso, infatti, che il simbolo di Wall Street sia un toro!
Credo fermamente che la via giusta sia quella che indicò Mosè, scendendo dal Sinai, che distrusse il vitello d'oro, punì i responsabili e impose le regole!
Diversamente avverranno in tutto il mondo idiozie come quelle avvenute in Islanda con conseguenze sociali disastrose!
Per fare ciò è necessario, oggi più che mai, in piena bufera economica mondiale,  che questi disastri convincano, noi europei, finalmente, della necessità imprescindibile, di formare, al più presto, una Federazione di Stati Europei, detti Stati Uniti d'Europa, di tipo Presidenziale.
Un Presidente degli Stati Uniti d'Europa, novello Mosè, è l'unico che potrebbe imporre, di nuovo, delle regole a tutela dei diritti civili. 
Sono infatti tali regole che possono impedire ogni tipo di rapina ai danni dei popoli europei,  da parte della  Finanza Speculativa, tipica degenerazione del Capitalismo etico e sociale, che,  invece, normalmente, promuove, al contrario, lavoro, sviluppo, benessere e redistribuzione di reddito. 
Ci vuole, ancora oggi, un  Mosè che distrugga il vitello d'oro, e ci liberi dalle conseguenze della  politica espansionistica dei capitalisti degli  USA.

Se, vi farà piacere, continuerò sullo stesso argomento di crisi, interessandomi prima dei paesi europei coinvolti e poi della madre di tutte le sciagure: la crisi del 2008 in USA, che è stata peggiore di quella del '29.

Un abbraccio.

sabato 14 luglio 2012

DISCORSO SUL METODO

Care amiche e cari amici, 


la “Conversazione davanti ad un caffè e alla rosa”, che oggi vorrei intavolare, riguarda il “discorso sul metodo” che i nostri cosiddetti governanti degli ultimi lustri hanno adottato nella loro attività di governo. 
Non temete, non voglio parlarvi di Cartesio come il titolo potrebbe far pensare; il mio è solo un accostamento ironico tra i princìpi di un grande pensatore e i princìpi di questi parvenu della politica. 
Poi ricordatevi che siamo nel nostro ”Caffè”, un locale che rappresenta solo “la insostenibile leggerezza dell’essere” (Kundera), cioè un luogo dove si radunano esseri pensanti che, liberi, combattono il Potere antidemocratico! 
Gustatevi, perciò, prima di iniziare, come al solito, prima il “caffè della casa” e, poi, ammirate la rosa gialla che si propone ai vostri sensi. 

Il metodo dei nostri grandi "Statisti" è consistito: 
A. nel fare grandi annunci 
B. nel giustificare i provvedimenti 
C. nello spacciare i provvedimenti, come innovativi ed originali. 
D. depistare per non far conoscere i fatti sgradevoli del regime. 


A. Non credo che condividiate l’odioso “metodo degli annunci”! 
Il deprecabile metodo degli annunci, inaugurato da Berlusconi consiste, come diceva Jannacci nella sua canzone, nel 

“gridare: "Aiuto aiuto e` scappato il leone", e vedere, di nascosto, l'effetto che fa”, 
e, se del caso, rimettere, subito, in gabbia il leone, qualora diventi troppo pericoloso agli interessi del governo o di qualcuno dei suoi sostenitori. 
Nell’annuncio, ogni disegno legge, decreto, viene presentato come avere contenuti talmente corposi e alti che sembra si stia formando una montagna. Il tutto, però, è solo virtuale, perché all’atto del “parto”, nasce ogni volta il classico “topolino”; la montagna viene sempre abbattuta dai picconi degli interessi di parte o per difendere “i privilegi derivanti da conflitti di interesse” che ogni parte politica, nessuna esclusa, cerca di conservare con le unghie e con i denti, oppure come nello scontro tra placche tettoniche in cui, però, la placca delle buone intenzioni a favore del pubblico, scivola sempre al di sotto di quella degli interessi di parte, e quindi sprofonda nel magma incandescente del caos o nel mondo delle cose da non far riemergere più. 

B. Nel giustificare i provvedimenti è stato usato, negli ultimi lustri, un corposo bestiario di frasi tipo che iniziano, però tutte con 
“Dobbiamo farlo...”: 

”per svecchiare lo stato e modernizzarlo”; vi sembra questo, dopo tanti anni di falsi interventi, uno Stato moderno ed efficiente e con servizi all'altezza delle tasse che paghiamo? 
“per rendere questo paese governabile”; vi sembra che vi sia stata governabilità o non piuttosto risse e veti incrociati che hanno paralizzato la vita del Paese? 
«per allargare la base democratica»; Vi sembra che il porcellum ed altre leggi consimili svolgano bene questo compito? 
”per tutelare la privacy e i diritti”; e tutte le leggi bavaglio che hanno provato e proveranno ancora a varare? 
“per tutelare l’interesse pubblico"; e tutte le leggi ad aziendam e ad personam? 
“per combattere la corruzione e il malaffare“; metà degli introiti per corruzione in Europa si incassano in Italia. 
“per liberalizzare questo paese”; vi sembra che le lobby siano state ridimensionate, anche dopo il decreto Monti? 
”per dare più giustizia al cittadino”; finora abbiamo avuto depenalizzazioni, leggi ad personam, smantellamento del potere giudiziario, intimidazioni ai giudici, prescrizioni brevi di reati; etc. 
“per far pagare di meno il cittadino”; vi sembra che nel campo delle tasse da 20 anni a questa parte vi sia stato mai un alleggerimento oppure la situazione è peggiorata per noi anno dopo anno? Con i condoni e scudo fiscali invece sì che c’è stata una diminuzione del pagamento delle tasse da parte dei ricchi evasori, che sono stati addirittura premiati ! 
“per creare milioni di posti di lavoro“; a parte i milioni di persone disoccupati, sottoccupati o esodati, il 36,2 % dei giovani è senza lavoro in una repubblica fondata sul lavoro e il cui futuro dovrebbe essere rappresentato da loro! 
“per la equità sociale"; vi sembra che vi sia stata equità sociale o non piuttosto che abbiano pagato i soliti “noti”, cioè il ceto medio basso? 
“per la libertà"; siamo veramente un paese libero e soprattutto liberi di esprimere le nostre opinioni, considerato che i media sono ancora in mano di un solo soggetto? Ricordatevi anche in questo caso i vari tentativi di mettere il bavaglio al web. 
“per la crescita"; siamo un paese in una recessione grandissima, senza che finora si sia fatto nulla di efficace per reperire fondi necessari. Si sta cercando di adottare solo trucchi contabili e si attende l'Europa. Non si fanno, invece: la patrimoniale, la tobin tax, il varo dello ammodernamento digitale rimasto sulla carta per mancanza di fondi, l'asta delle frequenze TV, etc. 
"perché lo vuole l'Europa”; tante cose vorrebbe l'Europa e altrettante sono state disattese per interessi di parte e per non smantellare conflitti di interessi. 
“perché voi (del popolo) avete fatto i guai e noi,( che siamo bravi), siamo costretti a rimediare, anche se non vorremmo (e giù lacrime da coccodrillo)”; il popolo al più si è girato colpevolmente dall'altra parte o per vigliaccheria o per partigianeria o per disinteresse! Perché, però, deve pagare solo lui e quelli che hanno combinato i disastri non solo non vanno in galera ma addirittura comandano ancora e vogliono ricandidarsi? 
“perché lo impone la crisi”; tutto quello che è stato fatto finora per risolvere la crisi non è stato altro che “un pannicello caldo” su una piaga purulenta. 
“ perché lo impongono i mercati”; i mercati vogliono politici seri, non quelli che, per esempio, come il PDL, appoggiano ufficialmente il Governo Monti e poi, ad ogni occasione, tramite i soliti killer prezzolati, sparano contro di esso per riportare l’Italia sotto il tacco di Berlusconi! 
“perché dobbiamo riacquistare la fiducia della UE e dei mercati (sempre quelli!)”; il popolo italiano ha dimostrato bene il suo valore ma, fino a che questi affaristi ingombreranno i posti di potere, non credo riusciremo nell’intento.
“per dare futuro ai giovani”; la riforma Fornero, a detta di molti, non solo non ha eliminato il grosso dei contratti atipici ( ne sono rimasti ancora 40 su 56 dei vecchi), ma ha solo accelerato ulteriormente l'uscita dal lavoro, non migliorandone affatto l'entrata. etc.

C. Fateci caso, ogni provvedimento è stato sempre varato con un atteggiamento tipo:”ci sono cose che voi umani non potete capire!” e, poi con questo atteggiamento, puntualmente hanno varato banalissimi provvedimenti per di più fortemente condizionati, sempre, dalla casta o dalle lobby che hanno preso il nostro Paese come terra di frontiera, tipo Far West, dove non vigono l’ordine e la legalità, ma solo il sopruso e la violenza. Come nel Far West l’attività più redditizia è “l’assalto alla diligenza” (dello Stato) per derubare i suoi viaggiatori. 
Dopo il Governo Berlusconi, con Monti, qualcosa è sicuramente cambiato nel fare le cose, meno, però, dal lato della propaganda che è rimasta identica alla precedente, nella sostanza, alla quale, però, si è aggiunta la sicumera sussiegosa dei “Professori” che sembrano tanti Mary Poppins (praticamente “perfetti”) e da Mary hanno preso, aggiungendolo al metodo precedente, anche il sistema di far ingoiare la pillola al popolo che consiste nel “basta un poco di zucchero e la pillola va giù!”. 
Il Governo Monti, per la verità, ha varato molti provvedimenti che la Politica non ha voluto fare per interessi di bottega o elettorali, ma di qui ad essere provvedimenti “impressionanti”, “eccezionali”, come vengono spacciati da certa stampa, che incassa le sovvenzioni governative, ce ne corre. Se poi si pensa che molte leggi contengono capitoli in deroga alle precedenti, per porre rimedio ad errori, più che un metodo sistematico, scientifico, dal taglio professorale, spesso mi è sembrato un metodo alla “carlona”. (Il metodo viene attribuito a Carlo Magno che, magari faceva le cose giuste, ma le faceva sempre in modo rozzo e a più riprese, proprio per correggere errori sopraggiunti o non considerati nel progetto.)
Tutti i provvedimenti adottati finora, infatti, non credo abbiano nulla di eccezionale ma sono di ordinaria necessità e, per altro, bisognerà aspettare per emettere un giudizio su di essi, per verificare se veramente raggiungeranno gli obiettivi tanto strombazzati in sede di “annuncio”, specialmente dopo i rimaneggiamenti effettuati dai partiti e dalle lobby che, purtroppo, mantengono il loro potere, ancora oggi, intatto. 
Monti si è comportato finora, a mio giudizio, né più né meno come l'Amministratore di una società in "Amministrazione Controllata", colpita da incombente bancarotta fraudolenta provocata dal Governo Berlusconi, come ho evidenziato nel mio post "Non era colpa mia". 
http://uncaffedagraziella.blogspot.it/2012/06/non-era-colpa-mia.html
Sembra più “un Grande Ragioniere” pressato da mille problemi, per cui, furbescamente, da subito, non ha fatto altro che affrontare i problemi più facili. Lo ha potuto fare, però, grazie alla pazienza, al coraggio e al senso dello Stato, del ceto medio basso, eroi del terzo millennio. I poteri forti, infatti, sono sempre o in rotta di collisione con il Governo, minacciandolo, o si lamentano con la tecnica partenopea del “Chiagne e fotte”, per ottenere agevolazioni o favori, ma di questo ne parleremo in un' altra conversazione. 
Infatti Monti finora ha imposto solo sacrifici e tagli al welfare del ceto medio basso, nulla facendo, ad oggi, né dal lato della equità e della coesione sociali, né per la conquista dei mercati ai fini della crescita, dove l'azione sarebbe dovuta essere più politica, cioè meno "da contabile", e , quindi, più profetica e lungimirante! 
Facciamo un esempio, la tanto strombazzata applicazione della spending review è iniziata in ritardo e già in tono minore rispetto ai primi annunci roboanti. La spending review sarebbe dovuta essere, da sempre, una routine normale nell’apparato dello Stato; sarebbe dovuto essere un normale controllo della Ragioneria dello Stato. Infatti, se paragoniamo lo Stato ad una famiglia, è proprio quello che fa quotidianamente e con successo un buon Padre di famiglia onesto e corretto. Purtroppo finora non abbiamo avuto buoni padri di famiglia e meno che mai onesti e corretti, in quanto hanno usato lo Stato o per “fare cassa personale o partitica” o, con le assunzioni e promozioni, per “fare voto di scambio”. 
Teoricamente la Spending review porterebbe ad un alleggerimento dalle tasse e ad uno Stato più magro e più efficiente e porterebbe, quindi, ad una diminuzione del suo fabbisogno, liberando risorse per dare futuro ai giovani.
In pratica serve solo per recuperare, e non basterà, purtroppo, per pagare gli interessi sul debito pubblico (pari al 4,8% annui)  e quelli derivanti dall'applicazione del fiscal compact 
( circa il 3% annui, per abbattere il debito stesso ); quindi alla crescita è prevedibile che non andrà alcuna  risorsa in quanto  sarà ingoiata dalla voragine del debito!
Per questo Monti  dice "sarebbe azzardato negare che l'Italia non possa chiedere, in futuro, aiuti alla UE".
Saremo costretti, infatti, sicuramente a farlo se la nostra economia non crescerà o se non riusciremo a fare gli Stati Uniti di Europa, e purtroppo le previsioni, in entrambi i casi, sono pessime!
Nonostante ciò, già risuonano voci durissime contro la Spending review. Tutte le categorie: della Scuola, della Sanità, della Giustizia, della Università e soprattutto degli Statali sono sul piede di guerra. Anche i Politici e, soprattutto, la attuale "strana maggioranza" sta verificando, in termini puramente elettoralistici, l'impatto sui privilegi acquisiti da essa stessa e dai suoi protetti nel "sottobosco del potere e degli enti inutili" che è sempre stato la fonte di tutti i grandi sprechi e della corruzione. La spending review sta passando ormai come una "rapina sociale" (I tagli, poi, vengono definiti: "inaccettabili", "indiscriminati", "lineari", "iniqui"; dicono: "il Paese non si riprenderà mai", "i tagli sì, ma mirati", "gli obiettivi sono altri" e via dicendo del solito bestiario che si sfodera in tutte le occasioni in cui si toccano i privilegi). 
Anche Padoa Schioppa ci provò nel 2006 a fare la spending review ma provocò la fine del Governo Prodi. 
Come al solito la guerra che le lobby e i partiti intendono fare, nel loro egoismo, alla crisi, si sta avviando al vecchio grido " Armiamoci e partite!" "Rinunce sì, ma fatele solo voi!". 
Comunque ne riparleremo quando sarà approvata con le modifiche dei due rami del Parlamento. 

D. Il depistaggio poi è un vecchio vezzo del Potere che viene usato a piene mani specialmente in momenti di crisi o per evitare giudizi. Ci inondano di gossip, omicidi ed altre amenità. 
Avete fatto caso, stavamo aspettando i risultati della riunione del Consiglio Ecofin e, puntuale, è arrivata la notizia che forse Monti e Berlusconi si candideranno nel 2013; e giù a fare chiacchiere!
No comment!


Un abbraccio







lunedì 9 luglio 2012

ESSERE O NON ESSERE, QUESTO E' IL PROBLEMA!


Care amiche e cari amici, 

si rinnova, anche oggi, il piacevole incontro nel nostro “Caffè”, inebriati dal profumo di una rosa rossa color sangue e non è un caso che sia di quel colore. 
Ci incontriamo, come al solito, "per commentare" gli ultimi avvenimenti, oggi, davanti ad un vetrino di caffè freddo; ormai è diventato un piacevole rito che, mi auguro, diventi una tradizione! 
Per questo ho aperto un nuovo "ambiente", dal titolo:


"Conversazioni davanti ad un caffè e ad una rosa"

Non so voi ma, per me, questo è un periodo molto confuso; non si capisce quasi niente. 
Per fare questa verifica basta entrare in un qualunque locale, o per strada, e chiedere agli italiani presenti: “Voi ci avete capito qualcosa di questa crisi? E capite qualcosa su cosa stanno facendo i nostri governanti e gli altri europei?”. Provate. Credo che avrete, come risposta, una canea di interpretazioni diverse, per lo più fantasiose. 

La crisi come colpa dei politici, la crisi come una fatalità, poi...spread, bond, eurobond, Bce, scudo anti spread, unione bancaria, unione di bilancio, spending review… Parole nuove e usate un po’ a vanvera da parecchi. 
Voi mi direte, sì, ma ci sono i giornali!
H0 provato, ma francamente, sui termini su indicati, più che significati capziosi e di parte non ho trovato, per cui non posso che confessare la frustrazione di una cittadina, che vorrebbe capire non solo il loro significato recondito ma anche le conseguenze reali derivanti dalla loro stessa applicazione. 
Lo so che non esiste la Verità in senso assoluto e che esistono tante verità, ma il guaio è che: ogni problema viene affrontato in termini solo di chi vince e di chi perde e, guarda caso, le due fazioni in lotta o sono lobby o sono partiti contrapposti, mai che siano parti della società civile. 
Vengono perciò usati termini calcistici o di combattimento, per cui alla fine le vere ragioni della lotta o non vengono dette o sono travisate. 
Un esempio? L’ultimo vertice di Bruxelles!
Monti, prima di andarci, era stato minacciato dal PDL, "0 torni vincitore o vai a casa". La stampa francese, italiana e spagnola hanno esultato, dopo la riunione, conferendo la palma di vincitore ai rispettivi premier solo perché, a loro dire, si erano opposti alla Germania. La stampa tedesca, inoltre, rimproverava alla Merkel, la sconfitta e il cedimento, su posizioni che verranno definite e chiarite solo il 9 luglio, dopo la riunione del Consiglio Ecofin. 
Per non parlare di certa stampa italiana, cialtrona e prezzolata da chi ritiene l’allontanamento del Governo B.&B., come colpa della Merkel; sono ricorsi al “vaffanMerkel” ed altre sconcezze oppure hanno attribuito, dopo, il merito, all'atteggiamento  duro imposto da Berlusconi a Monti. 
Altrettanto intento di propaganda ha dimostrato chi, però, al contrario ha osannato i meriti di Monti, ritenendolo un "salvatore dell'Europa, se non del mondo".
Difetti di un Paese ritornato alla "Italietta" di ottocentesca memoria!
Invece, è ancora tutto da vedere e, se sono vere le dichiarazioni dei giorni scorsi di Draghi e di Lagarde, che parlano di pericoli per l'economia mondiale, non credo bastino le "buone intenzioni" o le "trovate" dell'ultima, anche se importante, riunione a Bruxelles  !
Infatti la cosa triste e direi sconcertante è, appunto, che certe “risoluzioni” o meglio       "intenzioni”, (tali sono ancora in questo momento) intraprese o manifestate, con scontri, nel vertice di Bruxelles, sono state applaudite come un segnale di forza della UE
Non so voi, a me sono sembrati segnali di grande debolezza, perché è “la unione che fa la forza” e non la contrapposizione o lo scontro tra tifoserie egoistiche. 
Fino a che questo concetto non entrerà nelle menti e nei cuori dei governanti europei non si riuscirà mai a debellare la crisi che attanaglia l’intero continente, in quanto vuol dire che gli egoismi e le diffidenze tra Stati sono ancora forti.
A Bruxelles, di fatto, non vi sono stati né vinti né vincitori, al più è prevalsa, finalmente, "una volontà politica" che però deve essere concretizzata nei dettagli dopo il 9 luglio. Comunque dopo circa 20 riunioni a vuoto, almeno vi è stato un progresso; poi, se vi siano o meno i 1200 miliardi per la crescita, se gli 80 miliardi per lo scudo antispread bastino a frenare gli appetiti dei mercati bulimici equiparabili ad un mostro vorace dalle mille bocche o siano solo dei semplici piccoli snack, è tutto da verificare.
Come ho già detto in un mio altro Post, comunque, finora la crisi è stata affrontata non dal lato della crescita ma solo dal lato della disciplina e del rigore fiscale e monetario, e per di più spinti solo dai guai nei quali, di volta in volta, i vari paesi sono incappati. 
Ogni volta le risposte date "alla domanda di solidarietà" inoltrate, alla UE, dai Paesi in difficoltà, date, per altro, in ritardo e dopo liti, (l’ultimo esempio: il tanto osannato vertice di Bruxelles), hanno sempre avuto come richiesta, in contropartita:

la cessione di sovranità e di beni, la austerità, la sospensione delle forme tradizionali di democrazia, lo svuotamento dei poteri dei Parlamenti e il conseguente commissariamento da parte della Troika.

Questi rimedi poi sarebbero proprio ciò che vogliono coloro a cui ci opponiamo, cioè i mercati finanziari, guidati da élite che sono, in nome della loro avidità, da sempre, contro la democrazia e contro le sue regole, anzi contro ogni tipo di regole nei loro confronti
E’ necessario, quindi, che noi popoli europei comprendiamo che le giuste garanzie sono  sì, necessarie ma gli egoismi più beceri non fanno bene al nostro vivere Comunitario, perché, ormai,
  SIAMO IN GUERRA
contro una oligarchia finanziaria che vuole renderci solo schiavi. 


Lo ha detto anche Squinzi il Presidente di Confindustria che ha parlato di danni simili ad una guerra, ma di lui parlerò in uno dei prossimi post.
Il guaio di questa guerra è, però, che non si capisce bene se ci sono i buoni o i cattivi e chi sono i veri alleati; addirittura non si capisce chi è materialmente il «NEMICO». 
Le tecniche di guerra sono, però, rispettate.
Come in guerra ci sono nemici astuti che ti fan pensare che la trincea di combattimento sia una (ad esempio, in Italia, tutta la propaganda intorno ai costi della politica) mentre invece il fronte è altrove (perché tutto è tassato tranne le transazioni finanziarie e tutto è soggetto a regole  ferree ad eccezione della finanza speculativa; stiamo parlando della famosa Tobin tax, cioè la tassazione, che è stata annunciata, sugli utili da finanza,   e la anche essa annunciata unione bancaria sotto il controllo della BCE, bandendo così la teoria della deregulation portata in auge da Reagan e da Greespan.)
Così puoi essere attaccato alle spalle, mentre i tuoi patetici fuciletti vengono puntati contro obiettivi secondari. 
Vengono usate tutte le tecniche di guerra psicologica perché cercano di avvilirti, facendoti temere un disastro irrefutabile. La depressione, infatti, serve a far fare all'invasore man bassa più facilmente dei tuoi beni. Anzi, genera più rapidamente il riflesso da parte dei vinti di «passare dalla parte dei vincitori”, magari facendosi prendere prigionieri e trascorrere, così, tutta la vita nei loro campi di lavoro forzato, fatto di rate da strozzino da pagare.
Naturalmente, come in tutte le guerre, ci sono momenti propulsivi e momenti di arretramento, e poi miriadi di alleanze, per interesse, per sopravvivenza o per calcolo lungo o corto che sia. Ci sono, infine, gli opportunisti, i traditori, quelli che diventano neutrali accontentandosi di un tozzo di pane, e poi ci sono coloro che, non capendo nulla, agitano le bandierine per applaudire il vincitore e, infine, coloro che applicano alla lettera le sue direttive. 
A conclusione, di tutto quanto discusso, penso si possa dire che:
la guerra c'è, il nemico è potentissimo e le decisioni prese in tutte le innumerevoli  riunioni  dei 27 non sono state affatto, finora,  efficaci o risolutive, 
e tali da far vincere la guerra in atto
al più, così come sono state concepite ed attuate, stanno solo procrastinando la fine di questo mondo normale, ma non ne eviteranno la terribile conclusione, non impediranno, cioè: la vittoria  degli "alieni" provenienti dal mondo della finanza speculativa.
Infatti saremo destinati a soccombere, se non  saremo in grado di far uscire, finalmente, dagli arsenali delle “buone intenzioni”, le “armi di una buona e permanente CRESCITA” e, soprattutto, se non imbracciamo tutte le "armi politiche, economiche e finanziarie", e partiamo alla conquista degli 
"Stati Uniti di Europa"

Ora  è tempo di agire e non possiamo più permetterci di essere bloccati dal "dubbio amletico", cioè da:

”Essere o non essere!" 
"Questo è il Problema!” 

“Se sia più nobile nella mente soffrire i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, porre loro fine”. ( W. Shakespeare)


Un abbraccio

mercoledì 4 luglio 2012

IL PRINCIPIO DI PETER

Care amiche e cari amici,


ancora una volta il Caffè Letterario è pronto per la pubblicazione di un nuovo saggio inviatoci da Lupo di Talos, che fa di ogni articolo la pedina di un puzzle che alla fine, se interpreto bene le sue idee, formerà "una bandiera", ben piantata nelle coscienze di noi Italiani. 
La Bandiera è quella della moralità e del "merito", in ogni ambito della vita della nostra Nazione.  
Il pezzo che vi ripropongo insieme all'amico, è datato, ma.....; 
...ma, forse è meglio lasciare la parola al nostro amico:

"Buona sera, come sai, io sono uno che scava nei libri; mi sono imbattuto in questo che, a mio giudizio, merita attenzione perché riconosco in questo scritto molte similitudini italiane."


Saggio:

Ovvero familismo e clientele nell’era postindustriale.

"Esiste un diffuso sistema di carrierismo dove le “conoscenze giuste” hanno la meglio su professionalità e merito. Siamo tornati senza vergogna all'affidamento ai famigli e ai 'fidi' degli incarichi apicali, in quanto l'obbiettivo è quello di fare o restituire favori. Si riaffaccia così il concetto borbonico di res publica a valore zero spaccato e della sfera familiare e di clan a valore assoluto. Il familismo amorale trionfa generando addirittura imbecille ammirazione.
Nel nord Europa, negli Stati Uniti e, recentemente, anche in Italia sono molti gli studiosi che si sono occupati di questioni connesse alla qualità dei Servizi e delle problematiche legate all'out-come aziendale, pubblico e privato. Molte delle dinamiche che spesso riteniamo scontate in quanto “insite nell'ordine delle cose di questo mondo", in realtà sono spesso frutto di pregiudizi sull'immodificabilità dei comportamenti e causa del basso profilo che troppo spesso incontriamo nell'offerta di servizi, pur ad alto costo per la collettività.
Fra i molti postulati utili a definire questo concetto, ho scelto Il Principio di Peter (dello psicologo canadese Laurence J. Peter che, assieme a Raymond Hull, formulava in chiave satirica il meccanismo della carriera aziendale), perché ben si presta alla semplificazione di studi complessi.
Un individuo inserito in una scala gerarchica inizia l’attività con un ruolo preciso, svolgendo compiti precisi.
Se svolge bene i suoi compiti viene “promosso”, passando a compiti diversi. Dopo un certo tempo, se anche questi nuovi compiti vengono svolti bene, scatta una nuova promozione. Tali promozioni portano a posizioni dette apicali che, per definizione, devono essere occupate da persone con una spiccata attitudine a risolvere problemi.
Il gioco delle promozioni continuerà così fino al momento in cui l’individuo non sarà più in grado di svolgere i compiti assegnatigli. Da quel punto in avanti non avrà più promozioni. Ha raggiunto il massimo della sua carriera. Per cui ecco il principio: In ogni gerarchia, un dipendente tende a salire fino al proprio livello di incompetenza. Da questo principio discende che ogni posto chiave tende potenzialmente ad essere occupato da un incompetente, un soggetto cioè in grado di creare più problemi di quanti possa risolverne. Il che spiega molte cose sul funzionamento di parecchie istituzioni.
Le società anglosassoni, che pur hanno studiato questi fenomeni assai prima di noi, sembrano impigliate in questo meccanismo in misura meno drammatica, probabilmente a causa della maggior diffusione del pragmatismo della dottrina protestante che, come sappiamo, è libera da sentimentalismi ed assai più rigida nelle questioni di principio. Molto difficile che il Direttore delle Acque del Tamigi, che ha la responsabilità della navigabilità di questo fiume, sia un manager di provenienza politica piuttosto che tecnica, oppure addirittura un manager privato assunto a suon di milioni di euro dallo Stato per amministrare, senza rischi, i soldi dello Stato stesso, o, peggio ancora, un capitalista senza capitali che privatizzi gli utili e pubblicizzi le perdite. Il messaggio sotteso al principio in oggetto, anche in Italia, cominciava finalmente ad essere recepito e nell'affidamento di incarichi apicali emergeva la tendenza di confidare non tanto sulle persone brave e/o brave-persone, quanto su persone qualificate nello specifico compito di risolvere problemi e conseguire obiettivi. Purtroppo è nostra abitudine importare dai Paesi avanzati gli scatoloni (legge sulla privacy, management aziendale, controlli istituzionali, ecc...) per poi riempirli dei soliti contenuti di cui siamo Maestri nel mondo. Siamo infatti tornati senza vergogna all'affidamento ai famigli e ai 'fidi' degli incarichi apicali, in quanto l'obbiettivo è quello di fare o restituire favori, cioè stipendi da nababbi a spese del contribuente o persone debitrici al posto giusto, non certo per far funzionare l'azienda pubblica affidata. Si riaffaccia insomma il concetto borbonico di res publica a valore zero spaccato e della sfera familiare e di clan a valore assoluto.
Ovviamente nella categoria delle persone-brave e/o brave-persone possiamo includere anche le persone brave nel farsi raccomandare. Questa pratica non è certo solo italiana, quello che però ci distingue è la curiosa attitudine a vantarcene piuttosto che a vergognarcene; in genere siamo infatti disponibili a concedere ammirazione ad un individuo solo per le sue reali o supposte conoscenze importanti. Tale ammirazione trascende le reali competenze del soggetto e le sue effettive capacità nel dare soluzioni ai problemi.
In definitiva, se da una parte è indubbiamente premiante promuovere Capostazione un bravo Macchinista, oppure Direttore Sanitario un bravo Primario, o Ministro della Repubblica una bella ballerina, dall'altra, come ha cercato di spiegarci Peter, non è sempre detto che questo consolidato modo di operare faccia gli effettivi interessi delle rispettive aziende e degli utenti che vi afferiscono."
Carlo Anibaldi

con l'affetto e la stima di sempre

LUPODITALOS

domenica 1 luglio 2012

NUN ERA CORPA MIA!


"Ciao, an vedi, Romolè, er «nano»
sì proprio lui, quel  " coso strano"
sta a rimonta già un gran tendone
da circo, e nel gran carrozzone
ce sta fa rienntra' clown, ballerine,
bestie feroci,incantatori,  perfino
svelti di mano e falsi equilibristi;
sta ingaggiando anche trapezisti
che sanno fa li tripli sarti mortali,
pe' insegnali a fa, a noi, tali e quali".
"L'ho visto Francè, ma hai sentito
che va dicenno? Che s'è pentito
di avè fatto promesse da liberale!
Nun  fatte , pe' l'apparato statale!
Ha chiesto scusa, dice che nun era
corpa sua!( C'ha na faccia de cera!) 
I nostri guai de crisi so' solo de Monti!
Che lui invece s'era fatto tutti  i su conti
di nun fa fa li sacrifici e de nun tassà.
(La gente poi ce crede e lo fa sta qua!)
Che è, nei secoli er mejo economista,
e se vo' proprio candidà a fa' quel ministro.
(Ma nun ha ancora finito di fa' danni?
Ce vo' leva, del tutto, gli ultimi panni?)
Che lui, per lo Stato, come promesso, 
le mani in saccoccia nun ce l'ha messo.
(De rubba' per sè e pe' le sue aziende,
lo ha tenuto, però, sempre presente).
Che lui nella sfera morale è a posto:
ha difeso la famiglia ad ogni costo!
(Sì, aiutava sempre ogni "bona nipotina»,
e, se poi il parente de sta  signorina
era importante, lui  se faceva in quattro,
co' tutto il Parlamento, a spada tratta!)"
«Certo, Romolè, che la faccia tosta c'è,
ma si nun è colpa sua, allora de chi è?»
«Ve lo dice, Cocò! Lo si disse de Mussolini;
e lo si dice ogni vorta che buciardi sopraffini
riempiono l'Italia solo de ciarle e parole vane,
e de li desideri del popolo fanno sempre strame.
Se dice che, invece, la "corpa fu de la mamma!"
Chè, quanno er marito era tutta una fiamma,
proprio allora, nun se girò! Si l'avesse fatto, 
nun sarebbe ma' nato  nessun dittatore matto.
De dietro, quella notte, solo lei l'avrebbe preso,
e non, dopo, tutti quanti gli italiani, me compreso!».
(Pasquina)