lunedì 25 giugno 2012

SE E' NOTTE, SI FARA' GIORNO!

Care amiche e cari amici,

mettetevi comodi! Il vostro caffè e la vostra rosa sono qua, pronti per deliziarvi.

In un post precedente ho lanciato l'allarme sul fatto che il “Potere”, presente in Italia, sin dalla sua Unità, “soffoca”, a modo suo, la protesta popolare democratica  che ogni tanto imperversa in tutto il Paese.
http://uncaffedagraziella.blogspot.it/2012/06/crono-divora-i-propri-figli-ingoiandoli.html

Successivamente ho parlato del perchè il nostro Paese è imbarbarito a causa del mancato rispetto dei Principi fondanti la nostra Costituzione. 
http://uncaffedagraziella.blogspot.it/2012/06/respingiamo-i-barbari-al-di-la-dei.html

Oggi, voglio cercare di capire quali potrebbero essere delle possibili azioni correttive di tutta questa situazione di stallo della nostra Democrazia a causa dell'abbraccio “mortale” di una Partitocrazia e di una casta ormai senza più Princìpi da difendere o Valori da rafforzare.
Sono ormai convinta che, per rimettere il Paese in una “normalità democratica”, sia necessario che noi acquisiamo:

un diverso atteggiamento nei confronti delle scelte politiche, di nostra prerogativa".

Tutto questo accade, secondo il mio modesto parere, perché il problema vero che  ci attanaglia e che  impedisce alla nostra giovane democrazia di progredire è che:

La "casta", o meglio, la “Partitocrazia” vive di "rendita di posizione", perchè la maggior parte degli italiani vota per “ideologia” o per “appartenenza” e, quando “non si sente rappresentata”, addirittura non vota, compiendo, a mio giudizio, un misfatto ancora più grave, perché fa votare, al posto suo, proprio quelli che disprezza, e che, per altro, gli rovineranno la vita.

Fateci caso, le “oligarchie” della Partitocrazia, oggi come ieri, dicono: 

dobbiamo radunare i "moderati”, i "conservatori"
( Lo ha detto Berlusconi, commentando il dopo Monti, il giorno 22.06.2012). 
dobbiamo radunare i "centristi"
Lo hanno detto sempre Casini, Fini etc.,
 dobbiamo radunare"i progressisti”, i " riformisti"
(così ha affermato precedentemente Bersani, lanciando la sua campagna elettorale con le  famose  " primarie aperte"). 
dobbiamo radunare le "destre"
Lo hanno detto Storace ed altri,
Dobbiamo radunare le "sinistre radicali" e  "i comunisti"
Lo hanno detto Pannella, Di Pietro e Vendola. 


come se questi termini fossero, ognuno, “un programma di Governo” da scegliere.
Sembrerebbe quasi un catalogo da spulciare per andare in vacanza.
Così facendo, invece, non desiderano altro che cercare di  radunare un “gregge nel recinto di loro proprietà”, con l'aiuto dei loro “cani” che, per altro, sono pronti a sbranare chiunque, invece, voglia far scappare le pecore dal suddetto recinto
Con queste affermazioni, inoltre, ci vogliono convincere che il nostro voto deve essere espresso "solo " sulla base della “appartenenza” e non sulla base dei  "programmi di governo" che riguardano la nostra "vita" futura".
Ci vogliono, inoltre, far credere che il nostro compito di “cittadini sovrani” finisce nel momento stesso in cui esprimiamo il nostro voto, cosicché deleghiamo, in modo incondizionato, il tutto a loro.
Essi, pertanto, dopo, si sentono liberi (“non essendo legati al vincolo di mandato”) di poter “fare i loro porci comodi e tutti i trasformismi desiderati".
Per loro, il cruccio più importante, di volta in volta, è quella di avere una legge elettorale che avvantaggi uno o almeno i partiti più grandi, attraverso meccanismi che escludano "altre voci democratiche" di opposizione e, soprattutto, minimizzino la scelta del popolo.
Ma quale potrebbe essere, allora, la nostra vera arma per cacciare la "casta" e, soprattutto, per far sì che non si ripresenti più sotto false spoglie (liste civiche etc.), riuscendo nel contempo a fare in modo che il nostro Paese venga ben governato?

Più volte, nei miei post ho parlato di “Pragmatismo”, in nome del quale contano più i “fatti  che le chiacchiere (ideologie o appartenenze)”.

Per concretizzare ciò, basterebbe ripartire, superando, appunto, le obsolete distinzioni ideologiche.
E' fondamentale, quindi, che "muoia" il nostro modo di pensare per "appartenenze" e che diventiamo più attenti a quello che i Politici dicono e fanno, ma con cognizione di causa! 

Nelle nostre scelte, devono contare, in ordine di importanza,  solo:
  1. i “Programmi” di Governo, che dovremmo pretendere siano sempre alla base di ogni discussione politica, perché sono i programmi  che ci cambiano la vita, e che dovremmo giudicare attentamente, come buon padri di famiglia, prima, nel merito del rispetto di tutti i “Principi Costituzionali”, poi, nel merito  della salvaguardia e del perseguimento del “bene comune” nella fase di proposta, ed infine nella verifica della conformità e  piena attuazione nella fase esecutiva di Governo; al più sono i Programmi che  devono essere  "conservatori" o "riformatori", e adattarsi alla situazione economica e sociale nella quale, fase per fase, il Paese si trova, nello scenario di un mondo globale. Se sentite i discorsi dei politici in questi momenti, di Programmi non ne parlano per niente, mentre dovrebbero essere presentati tipo "work in progress", anche per giudicare e/o condividere le azioni delle Segreterie di Partito. Vengono lanciati, invece, solo Spot Pubblicitari, disarticolati e inorganici sui vari problemi del Paese.  Parlano in continuazione, però, di appartenenze e al più di alleanze trasversali, più o meno discutibili! Perché, quindi, dovremmo votare, alla cieca, solo sulla base di alleanze "a priori", decise dalle varie segreterie di Partito? Le alleanze dovremmo indirizzarle e decidere noi, sulla base di Programmi compatibili tra di loro, presentati in tempi giusti, coerenti con le scelte da fare.

  2. le “Capacità“ desunte dai "Curricula" delle persone che si candidano per rappresentarci; i candidati devono essere scelti direttamente da noi e non dalle oligarchie dei Partiti.
Qualcuno potrebbe obiettare, come può un intero popolo, o almeno gran parte di esso, entrare, efficacemente, nel merito culturale dei Programmi, soprattutto: 


con quale organizzazione, con quale metodo e con quale strumento?

Provo a rispondere!

E' vitale, in primis, che sui "PROGRAMMI", ogni volta che essi vengono presentati, si avvii, tra la gente, uno sforzo cognitivo per ognuna delle aree tematiche trattate, perché:
  • la conoscenza è un bene comune che può essere un antidoto agli interessi di parte, di casta o personali. 
  • Produrre e diffondere conoscenza è anche far crescere consapevolezza, spirito critico e coraggio morale e intellettuale. 
  • l’ignoranza è un ottimo terreno di "coltura" per i cortigiani, perché più è diffusa l’ignoranza, meno pericoli ci sono per il piccolo o grande despota di turno.  
Poi, è basilare, avviare una discussione con un metodo che potrebbe essere quello definito da Don Milani, ovvero “della scrittura a più mani”
La condizione in cui il sacerdote d’avanguardia metteva i propri studenti era quella della: "conversazione operativa"
"Per conversazione operativa si intende, cioè, il metodo di dibattere idee e punti di vista, intorno a dei "topici" sentiti, ma, alla fine, il tutto deve esprimersi, concretizzarsi, in un testo condiviso.  La discussione deve evolvere grandemente, anche con contrasti all'apparenza insanabili, ma alla fine le parole scelte per la formulazione del documento obbligatorio di sintesi, devono rappresentare il generale "allineamento di significato". La costruzione di questo documento formalizzerebbe, infatti, un "processo cognitivo collettivo", nel quale l’individuo va oltre se stesso per "creare insieme".  
Questo, nei primi anni del dopoguerra, è stato sempre il compito dei Partiti democratici, svolto più o meno sufficientemente!
Purtroppo credo, con amarezza, che, ormai, gran parte delle attuali "oligarchie dei partiti", né ricordano più come si avviano tali processi, né conoscono più il metodo per la formulazione onesta e condivisa di Programmi da discutere in mezzo alla gente, né sono intenzionati a rispettarli una volta eventualmente concretizzati. 
Negli ultimi decenni la Politica è andata avanti per "sondaggi" richiesti al Popolo, quasi  il popolo fosse un oracolo, come nell'antichità; almeno gli antichi rispettavano gli oracoli perché, dicevano, erano la volontà del Dio Apollo. Invece l'unica cosa che questi hanno fatto e fanno è stare attenti agli umori della gente, ma non per programmare la politica, piuttosto per adottare contromisure per "fregarla", la gente.  
Per il resto, gran parte di loro , ormai, è impegnata, in modo spasmodico:
  • in attività economiche, anomale, per arricchire se stessi, l'apparato e i loro amici e parenti, 
  • in attività spartitorie di  posti istituzionali, secondo il manuale "Cencelli",
  • anche in attività di corruzione e concussione,
  • nelle loro lotte intestine di potere, 
  • nella scelta dei loro "yesman" per perpetuare la loro dittatura all'interno e magari anche all'esterno.
Purtroppo i Partiti, a causa delle loro oligarchie, sono completamente fuori dal dibattito democratico, speriamo ancora per poco tempo ancora; però, nonostante tutto, abbiamo, oggi, lo stesso, un formidabile strumento per creare una agorà, una piazza, anche se virtuale, dove discutere e creare un "intellettuale collettivo democratico".
Infatti, l'uso massiccio e sistematico della rete e la creazione di metodologie di intervento che consentono di arrivare capillarmente in tutti il luoghi informatici, costituisce, già, lo strumento operativo, del pari necessario e coerente, al fine di:
  • creare dibattiti, eliminare contraddizioni, e crescere, allargandosi continuamente, disarticolando le false convinzioni indotti dagli "apparati di potere", semplicemente controllando i Programmi sia nella fase di proposizione che nella fase di attuazione,
  • promuovere e articolare specifiche discussioni su tutti gli aspetti della vita sociale, economica e politica, in una grande massa di popolo, portandoli a sintesi di mediazione.
Del resto tale fenomeno è già avviato, se consideriamo la rivoluzione indotta nella nostra società dai network e l'uso che ormai ne facciamo, basta solo indirizzarlo.
Solo la consapevolezza, sia sui fatti, sia sulle persone, ci permetteranno di fare delle scelte coerenti con il nostro sentire comune e nell'interesse pubblico.
Solo così riusciremmo a cacciare le attuali Zecche che ci succhiano il sangue ed evitare che ci infestino di nuovo!  

Comunque, cari amici e care amiche, nonostante tutto, vista la tendenza attuale nella rete, e la grande capacità del popolo italiano di reagire positivamente in momenti di crisi, sono abbastanza ottimista sul fatto che prima o poi tale processo si avvierà e solo allora:

SE E' NOTTE, SI FARA' GIORNO!
(MOTTO DELLA RESISTENZA)


Un abbraccio




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