venerdì 24 febbraio 2012

Obama rende facoltativo il “do not Track”.

Nonostante i primi annunci, nelle linee guida del "Consumer Privacy Bill of Rights", dell'Amministrazione Americana, a difesa della privacy degli utenti della Rete, non verrà ricompresa la tanto discussa regola del “do not Track”, che avrebbe imposto alle aziende di offrire agli utenti la possibilità' di impedire agli inserzionisti pubblicitari di seguire sul web le loro attività. Agli utenti verrà, al più, permesso un maggior controllo sui dati raccolti dagli inserzionisti, con possibilità di limitarne il numero e verrà concessa anche la possibilità di correggere le informazioni false. Al “do not Track” le aziende come Google e Facebook, potranno anche aderire, ma solo su base volontaria. Ancora una volta gli affari hanno vinto sulla chiarezza delle leggi e hanno prevalso sul diritto delle persone alla privacy. Una grande vittoria per colossi come Google e Facebook che, più di altri, usano il “profiling” ad uso commerciale; così, infatti, viene chiamata la personalizzazione di annunci pubblicitari e di altro, ovvero la acquisizione delle preferenze degli utenti che navigano. 


Avete seguito la recente polemica sui giornali tra Apple e Google che spiava gli utenti della prima? 

Con questo sistema, quando usate i motori di ricerca, se ci fate caso, sulla destra appaiono pubblicità che sono finalizzate al vostro modo di fare ricerca e agli argomenti che più frequentemente cercate. Del resto i motori di ricerca, in genere, leggono tutto quello che si scrive sul web e poi aggrumano le notizie, per utente, e a scopi pubblicitari. Questo viene fatto tramite i cookies ( vi rimando a Wikipedia per il loro significato), che si installano nella cartella Temp di Windows, con estensione .tmp , che vi invito a controllare e che comunque potrete sempre cancellare come contenuto della cartella stessa. 

In teoria questo non sarebbe neanche il male assoluto e in pratica renderebbe più soddisfatti gli utenti perchè mostrerebbe loro ogni volta quello che vogliono, per cui chi non ha niente da nascondere, a meno che non sia "paranoico", può benissimo evitare di installare estensioni come “Do not Track Plus”. Infatti Google Chrome ha messo, finalmente e da poco, a disposizione, come gli altri motori di ricerca (Yahoo, Microsoft, etc.), una estensione che permette il “do not track”, a scelta dell'utente. Nel dubbio, ogni utente dovrebbe, comunque, impedire la sua tracciabilità da parte dei motori di ricerca e, quindi, dei pubblicitari. 

Permettetemi, però, di fare alcune considerazioni sull'argomento. 

Per lungo tempo si è pensato che in Rete il “Potere” e i suoi abusi non avrebbero potuto attecchire. La cronaca, tuttavia, ha dimostrato il contrario. Infatti la libertà di Internet «senza censura”, si è tradotta in un pragmatico controllo dei governi e di aziende troppo compiacenti, con misure che limitano i diritti dei cittadini digitali, in nome del profitto. Vi ricordate la «micro censura» che Twitter vorrebbe prevedere, cancellando i contenuti non approvati dai governi nazionali, (abbiamo anche fatto sciopero in rete) e che è stata di recente adottata anche da Google, per quanto riguarda il servizio Blogger? Google ha scelto, poi, sull'onda delle proteste, di comunicare in modo trasparente le richieste censorie delle autorità quando vengono assecondate ( vedi Cina, Brasile ed altri). E' stato solo un escamotage, perchè, di fatto, Google, pena la sua esclusione, sarebbe costretto ad ubbidire sempre ai vari Governi dittatoriali che hanno il solo scopo di far tacere i dissidenti interni e magari di arrestarli. 

Di recente sono stati arrestati utenti di Twitter che, stupidamente e, magari per gioco, avevano mandato in rete la voglia di fare attentati, per esempio, in un aeroporto, per un ritardo nei voli. Per loro era stato uno sfogo, ma per le autorità era sembrata una minaccia. Gli stupidi, comunque, meritano anche di peggio, ma gli episodi hanno dimostrato come, comunque, siamo sempre controllati e che le aziende forniscono informazioni, in questo caso legittimamente, ai governi! Ma siamo sempre sicuri che tali informazioni vengano cedute alle persone giuste? E siamo proprio sicuri che anche attivando il tasto “do not Track”, questo non venga aggirato da Google, come è accaduto per gli apparecchi Apple? 

Ora il problema non è più chiedersi se la Rete debba essere governata, ma, come debba essere governata!

Infatti, le aziende in Rete, troppo spesso «non sono sufficientemente responsabili, per legge, del potere che esercitano» nei confronti dei cittadini digitali. 
Per MacKinnon siamo in uno stadio «primitivo, monarchico» della gestione di Internet, che non è più possibile accettare.
«È tempo di aggiornare il contratto sociale sulla governance delle nostre vite digitali, passando dalla sudditanza a decisioni insindacabili degli stessi proprietari dei motori di ricerca, al “consenso dei connessi”»,
Gli utenti, infatti, consegnano volontariamente parti sempre più consistenti delle proprie
libertà, dalle transazioni online ai dati personali, da quelli relativi al nucleo famigliare alla parentela, a un sovrano assoluto e non proprio democratico, pensando di ottenere, in cambio, sicurezza e protezione. Inondiamo di informazioni piattaforme come Facebook, archiviamo memorie digitali su servizi come YouTube, e, non ci rendiamo conto che lasciamo che la nostra privacy sia scomposta e ricomposta a piacimento negli infiniti cambiamenti imposti dai social media e da alcuni motori di ricerca. 


Ben venga il "Consumer Privacy Bill of Rights", anche se limitato nelle sue imposizioni, ma credo che, oltre alle leggi che dovranno essere sempre più mirate alla tutela della “privacy” e dei diritti fondamentali dell'uomo, anche gli utenti dovranno fare qualcosa. 

Gli utenti, infatti, devono pensare che, ogni volta che mandano, in rete, un pensiero, una informazione personale, un sentimento, una riflessione, una foto, un film su sé stessi e sui propri famigliari, e così via, creano sempre vari “alter ego”, legati ai momenti di trasmissione, che rimangono per moltissimi anni dentro le memorie delle “nuvole” di server di aziende private che usano quei dati per scopi puramente commerciali. Del resto tutto questo è scritto nelle norme sulla privacy che noi sottoscriviamo, magari senza leggerle, all'atto dell'utilizzo del servizio che queste aziende ci offrono gratuitamente. 


Quindi gli utenti dovranno assumere una “maggior consapevolezza” di quello che fanno in rete e non comportarsi come degli sprovveduti! 

Vi ricordo che il 1° marzo entreranno in vigore le nuove norme sulla privacy di Google! 
Vi consiglio di leggerle! 






















2 commenti:

  1. Quindi gli utenti dovranno assumere una “maggior consapevolezza” di quello che fanno in rete e non comportarsi come degli sprovveduti!

    La chiave per un uso corretto e cosciente di Internet sta tutta in quell' ultima frase di questo Tuo articolo e che ho ripreso all' inizio di questo mio post.

    Gli utenti coscienti fanno bene a combattere per la difesa della privacy in Internet perchè, come vediamo ogni giorno, la nostra privacy è continamente attaccata da aziende e da governi ognuno per le proprie ragioni commerciali e/o politiche.
    Ognuno di questi mira ad entrare in casa nostra per spiare ogni nostro movimento e per acquisire informazioni, il massimo per questi signori è di poter entrare fin dentro i nostri letti.
    L' importante è sapere queste cose, e l' importante è anche sapere che c'è gente che se aziende e Governi gli entrano fin dentro il letto non se ne fanno un gran problema, anzi dicono che si sentono più tranquilli, ma altrettanto importante è RISPETTARE anche tutti coloro che NON VOGLIONO che aziende e Governo gli entrino come e quando vogliono dentro il letto della propria camera da letto.

    Quindi è giusto che la privacy delle persono sia rispettata e che che ci siano leggi che impediscano a aziende e governi di fare quel che vogliono. Per questo combattiamo contro ACTA, SOPA, PIPA, FAVA e quant' altro escogitano giornalmete questi signori x spillarci quattrini e per spiare i nostri gusti e tendenze.
    Ma non basta, bisogna che chiunque usa Internet sia consapevole di quello che fa e e di quello che mette in Rete, e ritorno alla trua frase finale.
    Questo è possibile con una corretta educazione di come usare il computer e la Rete per esserne consapevoli, ma implica anche saper usare strumenti software e accorgimenti a tutela della propria privacy. Basta farsi consigliare da amici ben informati, imparare da soli scaricanto testi, software e informazioni da Internet, oppure frequentare brevi corsi adatti allo scopo dove ti insegnano a navigare in sicurezza.
    Personalmente consiglierei di usare Sistemi Operativi Open Source come Linux perchè, oltre che gratuiti e senza vincoli di licenze capestro, danno la sicurezza di essere liberi da qualsiasi back-door infilataci a bella posta per spiare e sono praticamente IMMUNI da qualsiasi VIRUS; quindi potete navigare senza fastidiosi antivirus che rallentano i computer e che comunque non vi garantiscono immunità se state spesso collegati in Rete.
    Un caro saluto a tutti voi.
    Alien1it da Twitter

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  2. Non c'è altro da dire di più di quello che abbiamo trattato insieme!
    ciao

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