sabato 7 aprile 2012

MIO DIO, COME SONO CADUTA IN BASSO!

Care amiche e cari amici,

il nostro "caffè da Graziella", oltre alla rosa profumata, offre la solita bevanda calda e carica al gusto di cioccolata in onore della nostra bella Italia che ha bisogno, oggi più che mai, di grande affetto.
Infatti se facessimo parlare l'Italia, Ella griderebbe:

"Mio Dio, come sono caduta in basso!"

titolo di un film di Comencini, che è anche quello del post di oggi.

Mi rivolgo ai miei concittadini per esortarli ( me compresa, ovviamente) a fare uno spietato esame critico della coscienza civile, evitando ogni formula consolatoria.
È la premessa per uscire dall'abisso.
Il principale motivo di angoscia, infatti, siamo noi stessi Italiani e il nostro comportamento.
Per dimostrare che i nostri guai, come paese civile, sono non gravi ma gravissimi, debbo citare Dante che già al principio del Trecento lanciava la sua terribile invettiva contro l’Italia, che accusava di essere "serva", alludendo, allora, alle già molteplici dominazioni straniere, che avevano inculcato il servilismo nelle popolazioni italiane.

 Ahi serva Italia, di dolore ostello, 
 nave sanza nocchiere in gran tempesta, 
 non donna di province, ma bordello!

Oggi, forse, Dante, alluderebbe, complice la nostra dabbenaggine, al suo asservimento da parte di politici voraci, inetti, parassiti etc..
Stiamo, infatti, pagando con dolore, tutti i guasti che loro, grazie alla nostra balordaggine, ci hanno procurato. La nave inoltre, oggi, è guidata da un capitano “non nostro”, appartenente, piuttosto, alla “confraternita del capitalismo”, che sta cercando, solo con manovre puramente tecniche e non sociali, di riportarla in porto con grande difficoltà, avendo, però, come equipaggio gli stessi pirati che ci hanno portato nella tempesta, facendoci quasi affondare. Impresa quasi impossibile! 
Tant'è che ai remi hanno messo noi e ci frustano, mentre i vecchi privilegiati brindano sulla coffa, come nulla fosse accaduto, con caviale e champagne offerti, per altro sempre da noi. Infine, l'Italia è diventata veramente un bordello in cui le persone si vendono, anche per poco, adescando il potente che incontrano. La corruzione è diventata di casa, perché il suddito, non avendo vantaggi e diritti pari a quelli dei dominatori, cerca di ottenerli in modo indiretto. Questo atteggiamento porta al fatto che questi delinquenti politici, come ne sono piene le cronache, vengono perdonati e addirittura giustificati.  La nazione intera, infatti,  è immersa nella questione morale. L’obiettivo dominante, finora, è stato quello di far soldi con qualsiasi mezzo e a qualsiasi costo morale: quasi un articolo di fede. Acquisire tutto il possibile è diventato l’imperativo categorico: agi, prestigio sociale, conquiste sessuali.
Tutto questo, alla fine, ha condotto e conduce al peggiore dei fallimenti, che è: il "NULLA".

Perché siamo caduti così in basso?

Calamandrei diceva: «La tragedia dell’Italia è la sua putrefazione morale, l’indifferenza, la sua sistematica vigliaccheria».
Calamandrei espresse questo terribile giudizio subito dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale: era angosciato e la sua invettiva implicava anche l’impegno a fare di tutto per cambiare le cose.
Il cambiamento, dopo la guerra, fu avviato, ma, ad un certo punto, è stato interrotto con l’avvento al potere prima di Craxi e poi di B., e oggi stiamo peggio di prima, in quanto viviamo in una era in cui “il capitalismo speculativo” è trionfante e sta asservendo i popoli, specialmente quelli europei, e in Italia si sta affermando “il berlusconismo” senza Berlusconi, che ha contagiato anche la cosiddetta opposizione che finalmente ora sta svelando il suo vero volto.
Ha giocato in tutto ciò, infatti, un ruolo importante anche l’opposizione, che è stata oltremodo indulgente con B.. Infatti, dobbiamo riconoscere che le responsabilità dell’opposizione sono grandi. Non pochi suoi esponenti hanno fatto robusti favori a Berlusconi – alcuni se ne sono perfino vantati con lui – anche se erano contro la legge, forse, chissà, illudendosi di ottenere la sua gratitudine politica. (D'Alema e Violante, per primi, poi i vari: Casini, Fini,  etc.)
Alcuni di questi esponenti sono giunti a irridere Enrico Berlinguer, secondo loro, un passatista che aveva sostenuto, come già Carlo Cattaneo, come già Gaetano Salvemini, come già Ernesto Rossi, come già Piero Calamandrei, che la morale non può essere separata dalla politica, pena la putrefazione e il regresso economico oltre che civile dell’intera società.
Purtroppo anche in Marx c'era un senso di ammirazione verso il “machiavellismo” ( Il fine giustifica i mezzi!). Fino a quando la sinistra non farà una revisione critica su questo, non avrà alcuna speranza di trovare una strada certa. ( "Abbiamo una Banca"! hanno detto così quei marx-capitalisti di D'Alema e Bersani, quando Consorte faceva la scalata alla BNL!) ( Il fine giustifica i mezzi).
Lo sbocco di tale situazione è, quindi, in questo momento, solo un senso di nausea che pervade i cittadini e quindi un astensionismo dilagante, col conseguente trionfo del berlusconismo, ossia dell’Italia descritta con angoscia da Calamandrei.
Carlo Simoncini, Edmondo Raffaelli, Barbara Pezzini e Luciano Onagro hanno, per questo, affermato: “È necessario che l’opposizione sia condotta nel paese mobilitando la SOCIETÀ' CIVILE e ogni persona sensibile agli interessi generali e non solo al proprio particolare. È necessario utilizzare ogni strumento di lotta democratica per contrastare questa deriva, finché si è in tempo. Per non trovarci domani a non saper giustificare un comportamento inerte davanti alle nuove generazioni, quando ci chiederanno come mai nessuno si fosse accorto di quello che stava accadendo». Parole finora inascoltate!
Dobbiamo, quindi, rimettere in moto il cambiamento con l’obiettivo di far decadere il terribile giudizio di Piero Calamandrei. Ci vorrà molto tempo e occorreranno grandi sforzi, ma l’obiettivo deve essere tenacemente perseguito se vogliamo recuperare l’autostima collettiva, ossia quello che viene chiamato, da alcuni in senso dispregiativo, amor di patria e che oggi è in coma.
Io la chiamerei, anche, in modo più efficace,

«Dignità»

un bene oggi rarissimo nel nostro paese.
La “Dignità” è uno di quei requisiti importanti che portano ad una «stretta coesione» che permette la nascita di una società che non sia un mero agglomerato di gruppi di persone. Se una società vera e propria non c’è, l’autostima fra i suoi membri e l’amor patrio sono carenti.
Comunque, credo, che non ci si debba disperare perchè in Italia vi è una presenza diffusa di quelli che possono essere definiti gli «anticorpi», rappresentati da uomini allevati secondo antiche tradizioni: giornalisti coraggiosi, giudici rispettati perfino dai politici manigoldi, politici con dignità. Ci sono anche particolari strati di classi medie che rispondono a tali requisiti. In Italia gli anticorpi si trovano, ma, oggi, sono pochi e rappresentano una sparuta minoranza. Per noi salvarci non è impossibile, ma è molto più difficile. Per fortuna non siamo ancora diventati Sodoma e Gomorra in cui non esiste "neanche un Giusto"! Dobbiamo far sì che questi anticorpi crescano nella società in modo esponenziale, con principi come quelli che qualcuno, criticando il mio post precedente (Partecipazione e Cultura per la Socializzazione del Potere) ha definito una “Rivoluzione culturale totalizzante”. 
Perché no? 
Non credo abbiamo altra scelta! 
E' recuperando i “valori sociali” che potremo vincere ogni sfida presente e futura.
Leopardi già nella sua epoca, imputandola a situazioni storiche, i cui strascichi, però, si risentono ancora oggi, lamentava che:

In Italia domina il cinismo, che implica egoismo ed è proprio all’opposto della solidarietà. Il cinismo, la carenza di spirito civico, non può non condurre ciascuno alla disistima e al disprezzo e all’indifferenza somma verso se stesso. A lungo andare ciò porta a un’indifferenza alla propria reputazione. […]
Una società “stretta” (coesa) non può durare tra uomini continuamente occupati a deridersi in faccia gli uni e gli altri e darsi continui segni di scambievole disprezzo. […] Non rispettando gli altri non si può essere rispettati. Il cinismo, la carenza di spirito civico, non può non condurre ciascuno alla disistima e al disprezzo e all’indifferenza somma verso se stesso. A lungo andare ciò porta a un’indifferenza alla propria reputazione. […] La quale indifferenza chi non sa quanto nuoccia ai costumi È certo che il principale fondamento della moralità di un individuo e di un popolo è la propria stima costante e profonda, la cura che ha di conservarsela, la gelosia, la delicatezza e sensibilità del proprio onore. Un uomo senza amor proprio, al contrario di quel che normalmente si dice, è impossibile che sia giusto, onesto e virtuoso di carattere e d'inclinazione, costumi e pensieri, se non di azioni».
Questo l'attualissimo pensiero di Leopardi!

Nostre priorità dovranno essere, quindi : la Questione morale, il codice etico, la legalità. 

La questione morale è "politica" e riguarda le istituzioni, i partiti, le organizzazioni sindacali e di categoria, i singoli.

Essa non può essere né confusa né assimilata ad una questione giudiziaria e penale, della quale si deve occupare, nella sua autonomia, la magistratura.
Oggi corrono un rischio gravissimo anche le principali conquiste del nostro paese: l’Unità d’Italia e la Costituzione, visto che sono state già ridotte a mal partito le libertà civili, fra cui primeggia la libertà d’informazione e che la giustizia è stata ridotta in condizioni pessime per assicurare l’impunità agli autori di gravi reati.

Dobbiamo, quindi, far rivivere i due periodi straordinari che hanno contrassegnato una reazione e spinto in modo vigoroso verso la civiltà di una nazione: il Risorgimento e la Resistenza.
Il primo ha portato all’unificazione, la seconda ha reso possibile la nostra «bella Costituzione».
Entrambe le conquiste sono oggi in grave pericolo!
Questa richiesta di “Dignità” personale e collettiva deve essere pretesa, gridata e propagandata con forza ed, oggi possiamo veramente farlo, in quanto siamo aiutati dalle nuove tecnologie e le nuove forme organizzative che troviamo nel web, per cui veicolare tale messaggio non è più un’utopia e non può essere ostacolato da media compiacenti al potere. Dobbiamo controllare, monitorando giornalmente, i nostri rappresentanti, facendo di ogni loro azione un “referendum popolare”! 
Quindi sono necessarie la "Partecipazione e la Cultura per socializzare il Potere"!

BUONA PASQUA DI RESURREZIONE

Un abbraccio.



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