mercoledì 25 aprile 2012

Sono i "Poveri" che fanno "vivere bene" i "Ricchi Delinquenti"?

Care amiche e cari amici,

oggi dopo il caffè e la rosa, vi voglio rendere partecipi di un articolo che il nostro comune amico, Olivati, mi ha mandato,  inducendomi a commentarlo. 
Lo faccio volentieri, sempre insieme a voi.

Nell'articolo si fa la rappresentazione ontologica di un nuovo individuo: 
"l'homo economicus", quello in cui sarebbe costretto a trasformarsi, in modo irreversibile, se non cambieranno le situazioni,  "l'homo socialis". 
L'homo economicus sarebbe:
"Colui che agisce per proprio conto, con egoismo,  perseguendo unicamente il proprio interesse ed è, per di più,  dotato di una sola prerogativa, la capacità di calcolo".
"Homo homini lupus"! (Hobbes)
L'autore non fa alcuna analisi sulle cause e pertanto non promuove alcuna soluzione, prospettando solo quella dell'inevitabile cambiamento dello Stato, non più "protettore", ma "esattore", al quale dovremmo adeguarci, trasformando, appunto, il nostro modo di essere.

Chiedo all'autore
Alle persone disoccupate, sottoccupate o che non hanno risorse economiche da cui partire,  perché lo Stato non offre alcuna possibilità, il diventare homo economicus, cioè il saper far di conto e avere la capacità di calcolo, a cosa  serve?
Il "rendersi conto" della situazione, in questo contesto, non diventa quasi ridicolo, frustrante e inconcludente? Perché, poi, dovremmo pagare le tasse ad uno Stato che non fornisce, non dico, protezione, ma opportunità e servizi?

Comunque, vediamo se, veramente, nella nostra società sono presenti motivi tendenzialmente plausibili che, a lungo andare, se non li eliminiamo, potrebbero portare irreversibilmente alla via Sudamericana preconizzata da Benetazzo, quella, cioè,  di uno Stato non più "protettore" e dell'avvento, quindi, di una società in cui i poveri sono tanti e i ricchi pochissimi.
Per rispondere a questo quesito, anche se non è corretto logicamente, dovremmo rispondere prima ad altre  domande, di tipo economico, sociale, politicoambientale e culturale, quali:
  • Questa situazione è forse la conseguenza del fatto che, a causa di una disperata crisi economica internazionale, si è costretti a  sopravvivere in una società quasi schiavizzata e  imbarbarita dai debiti, dominata dal capitalismo più becero, al quale non sono state mai imposte regole?
  • Questa situazione è forse  la conseguenza dell'affermarsi del consumismo e delle teorie economiche pseudo liberiste, che ci hanno privato della sovranità economica appaltandola alla BCE e alle agenzie di rating che misurano l'efficienza di una economia esclusivamente con lo Spread e col PIL (prodotto interno lordo), e non con indici socialmente più utili, quali: standard di vita materiali (reddito, consumo e ricchezza), salute, istruzione, attività personali incluso il lavoro, partecipazione politica e governance, rapporti sociali e relazioni, ambiente (condizioni presenti e future), insicurezza (di natura economica così come fisica)?
  • Questa situazione è forse  la conseguenza del fatto che non si sono sviluppati appieno un libero mercato ed una libera concorrenza che sono alla base di un "welfare" che sappia coniugare in modo equilibrato libertà individuale, responsabilità personale, sviluppo economico e solidarietà sociale? Oggi la nostra economia è piena di monopolisti e di dominanti ed è inquinata dalla corruzione e dal malaffare!
  • Questa situazione è forse la conseguenza dei privilegi che si sono assegnate le caste e del loro uso distorto delle risorse pubbliche che sono andate ad alimentare gli sprechi, la corruzione e il malaffare invece di promuovere le opportunità e il lavoro, specialmente per i giovani?
  • Questa situazione è forse la conseguenza del disastro provocato, nella politica, sia dalla incapacità sia dalla brama di potere  e di denaro delle oligarchie partitiche che l'hanno occupata, per altro, restando impuniti?
  • Questa situazione è forse la conseguenza di un sistema di potere che ha gli stessi lineamenti, clandestini e parassitari, dell'organizzazione mafiosa della società, che, perciò, impone la presenza di politici nominati, spacciati per eletti,  purché questi accettino di "cantare" su spartiti precostituiti non in sedi istituzionali, ma in ambienti lobbistici e di affari?
  • Questa situazione è forse la conseguenza del fatto che siamo diventati un paese senza sovranità popolare, per cui  diverse decine di delinquenti , assoldati, affiliati e, poi nominati, popolano il nostro Parlamento, i Partiti e qualche centinaio di Consigli di amministrazione delle società a partecipazione statale, per i quali derubare il "bene comune" è considerato non un reato ma un titolo di merito, quasi la riscossione di un "pizzo" dovuto?
  • Questa situazione è forse la conseguenza della attuazione delle diverse forme di appropriazione della ricchezza pubblica, così diffuse in Italia e che riguardano, tutto o quasi, l'attuale ceto dominante, trasversale alla politica, e che, conscio della provenienza della sua ricchezza accumulata con ruberie alla comunità,  ha imparato a fare "gruppo", al di là di alcune finte schermaglie superficiali?
  • Questa situazione è forse la conseguenza della azione di un ceto dominante, in minoranza numerica, che controlla non solo lo Stato ma tutto il resto: il credito, l'informazione, i meccanismi elettorali e tutti gli aspetti della vita pubblica e, per di più, va cancellando progressivamente gli spazi, una volta dotati di autonomia, come l'informazione, le università e la cultura in generale?
  • Questa situazione è forse la conseguenza  del fatto che questa società si è sempre creduta furba e intelligente ma che non lo è stata affatto, visti i risultati, e pertanto si è fatta abbindolare per non aver vigilatoha, quindi, permesso l'attività di rapina  dei beni comuni fondamentali quali il territorio, l'acqua, l'atmosfera, e ha, anche, permesso che qualunque occasione di guadagno privato, a breve, abbia  avuto il sopravvento sulla cura e il mantenimento delle risorse di tutti ? 
  • Questa situazione è forse la conseguenza  del fatto che questa società ha abbandonato la politica della cultura? (Intendendo come politica della cultura quella di far sì che il cambiamento delle condizioni di vita di un popolo non siano frutto d’improvvisazione, ma di riflessione, elaborazione teorica e progettazione, cioè di una politica della cultura che avvii, nel tempo, istanze continue, fondate su una assidua critica alla società, nel mentre essa si sta trasformando. Solo in questo modo, infatti, ogni cambiamento di vita potrà essere preceduto da un intenso cambiamento culturale di idee, come avvenne, per esempio, con la Rivoluzione Francese, preceduta dall'Illuminismo e poi continuato attraverso un processo collettivo; con il Romanticismo che portò al Risorgimento e all'unità d'Italia; con la voglia di libertà e giustizia che portò al Movimento di Resistenza e alla Democrazia).
  • Questa situazione è forse la conseguenza  del fatto che questa società ha abbandonato lcultura della politica? (Intendendo con ciò che la politica non debba essere esclusivamente lo strumento per vincere le competizioni elettorali, ma debba agire per salvaguardare e costruire anche gli interessi delle generazioni future, alle quali deve saper garantire quel lungo periodo di pace, di libertà e di benessere che i nostri padri hanno già assicurato a noi).
  • Questa  situazione è forse la conseguenza  del fatto che questa società ha permesso la diffusione della illegalità non avendo più come priorità: la giustizia uguale per tutti, la dignità morale, la coesione e la solidarietà sociali e non ha difeso e non difende in modo intransigente i valori fondanti lo Stato, stabiliti nella nostra splendida Costituzione, affinché rimanga sempre al servizio del cittadino e non viceversa?
  • Questa,  situazione, soprattutto,  è forse la conseguenza dell'azione di  un ceto dominante e politico che, per fini propri, ha espanso la spesa pubblica con la dilatazione del debito, nascondendolo, però, con artifici formali  e addossandolo alle generazioni successive e, per di più, a causa di questi artifici, diventa difficile, per noi, comprenderne il processo e individuare i responsabili?
  • Sono, proprio questi i motivi, per i quali ora, purtroppo, grazie, anche, alla "ammucchiata" che tira le fila di Monti, vengono costretti i "poveri" cittadini, privi di potere politico, a ripianare questi guasti, costringendoli a mettere sul piatto: pensioni, assistenza medica, condizioni di lavoro e salario?
  • Sono proprio questi i motivi, per i quali lo Stato appare, oggi, non più come "protettore" o " fornitore di opportunità" ma come "esattore", che, per di più, favorisce, trasferimenti di risorse, dai poveri ai ricchi  e ai delinquenti, che, controllando, appunto, lo Stato, continuano a mungere la vacca grassa?
Lascio a voi le risposte a tutta questa, purtroppo, lunga serie di domande!


Allora, per voi, Benetazzo ha ragione, visto come siamo ridotti? Il nostro futuro è quello sudamericano?


Mi auguro proprio di no, perché, a mio giudizio, nonostante tutto, abbiamo ancora la possibilità  di sottrarci alla evoluzione darwiniana preconizzata dall'autore dell'articolo,
a patto, però, che:
  • comprendiamo, per prima cosa, che tutte  le società corrotte, immorali, egoiste, sprecone, disunite ed ignoranti e prive di valori, sono destinate a fallire e a produrre "schiavi" e "poveri sprovveduti", privi di potere politico, che lavorano per i ricchi e per i delinquenti,  (che  sanno solo "fare di conto") , facendoli vivere bene !
  • eliminiamo, passo dopo passo, nel tempo, in maniera sistematica, continua, e democratica, tutte le STORTURE perverse presenti nella nostra società,  come descritte sopra,
  • il nostro individualismo non diventi mai egoismo e non faccia mai del male ad alcuno e , al contrario, invece, si sublimi nella società,
Per ottenere ciò, forse, oggi più che mai, dopo un ventennio di "democratura corrotta", sarà necessario far rinascere, in tempi brevi, una
 "FEDERAZIONE DI MOVIMENTI UNITI DI RESISTENZA" 
Movimenti locali, che, sulla base di principi democratici ed etici in politica, prima, si oppongano e poi caccino, dal singolo territorio, ogni casta, i comitati di affari, i ladri e i parassiti, e poi, supportati, continuamente, dalla partecipazione e dal controllo attivi dei cittadini, incentivino la "politica della cultura" e la "cultura della politica", selezionando e formando in loco, per gli Enti Locali ed intermedi, per il  Parlamento e per un nuovo Governo, persone oneste e capaci di "progettare", un futuro economico, sociale e politico e, anche un "welfare" che, tramite una economia "etica" e libera, sappia coniugare in modo equilibrato libertà individuale, responsabilità personale, sviluppo economico e solidarietà sociale 
Questo potrebbe essere un modo! 
Diversamente, i cittadini italiani avranno un destino amaro e il nostro paese sarà, ogni volta, analizzato, giustamente in negativo, da falsi profeti, come Benetazzo, che preconizzeranno e, magari,  ci convinceranno  della necessità  e della irreversibile inevitabilità di una evoluzione darwiniana verso l'homo economicus al posto dell'homo socialis!

Niente di più inquietante!


"Homo, sacra res homini" (Seneca)


BUON 25 APRILE!


http://www.youtube.com/watch?v=4CI3lhyNKfo

un abbraccio. 
 Riproduzione concessa con citazione della fonte

1 commento:

  1. Ciao Graziella. L' Italia si potrà riprendere solo se gli Italiani prenderanno il toro per le corna e sacrificheranno un pò del loro tempo dedicandolo alla partecipazione politica attiva e non delegando il potere ad occhi chiusi mai più a nessuno.
    La rivoluzione potrà partire sin dalle prossime elezioni amministrativa NON VOTANDO MAI PIÙ PER NESSUNA FACCIA NOTA DELLA CASTA dei LADRI di DESTRA, di CENTRO, di SINISTRA e nemmeno quelli che si nasconderanno dietro alle LISTE CIVICHE. Questi "signori" politicanti di mestiere sono quelli che hanno rovinato il Paese arricchendosi loro, le loro famiglie, i loro amici, le loro lobbies, i loro delinquenti; questi "signori" VANNO CACCIATI DALLA POLITICA E DA TUTTI GLI ALTRI POSTI DI POTERE. L' unica arma che abbiamo ce la dà la Costituzione, il VOTO, usiamolo bene per CACCIARLI. Poi, si potrà ripartire in qualche altro modo, ma certamente su nuove basi di partecipazione e condivisione. Erase&Rewind.
    Ciao.
    Alien da Twitter

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