mercoledì 31 luglio 2013

LA POLITICA CI FA FELICI?

Care amiche e cari amici,

questo è un Post che è rimasto come bozza per diverso tempo, e che non ho mai concretizzato appieno, in quanto timorosa “dell’astrattezza” del tema, fin dal suo incipit, basato su due domande:

La Felicità è necessariamente compito della Politica?

La Politica deve e può renderci felici?

Domande, all'apparenza, alquanto astratte!
Oggi mi sono resa conto, però, che l'astrattezza del tema è solo apparente, e che anzi, rispondere ad esse, come ad altre domande conseguenti, forse, permetterebbe di comprendere  meglio la situazione attuale, e, permetterebbe anche, dopo  una attenta analisi concreta sulle cause, di sviluppare qualche idea  sui rimedi da attuare per  sfatare pregiudizi e/o idee antipopolari, finora, propagandate come giuste.

Chiediamoci, perciò:


A) Come dovrebbe essere e come sarebbe dovuta essere la Politica?

La Politica, secondo i nostri "desideri", dovrebbe essere sempre:
  • la felicità dello stare insieme,
  • la felicità della vita sociale,
  • e, conseguenza delle prime due, la felicità del partecipare tutti alla “res publica”, 
La Politica la si sarebbe dovuta vivere e la si dovrebbe vivere, infatti, così come è stata idealizzata nel periodo di Pericle ad Atene, nella Repubblica Romana, nella Firenze del Rinascimento o nella Rivoluzione Francese.
  1. Con Pericle, infatti, la “Felicità” era il semplice “partecipare alla vita Democratica”.
  2. Nell'aristocratica Repubblica romana, invece, secondo Cicerone, la “Felicità” era la stessa “vita activa”, cioè la politica stessa, che era superiore alla vita contemplativa. Cicerone, infatti, se la prendeva coi “graeculi”, (oggi sarebbero quelli che non votano e stanno chiusi in casa) che, invece, sostituiscono la vita politica con la vita da cittadino privato, “dell’idiota”.
    Il semplice partecipare alla res publica, la politica, dava, quindi, "piacere", nel mondo classico, almeno secondo Cicerone, perché, diceva: 
"res non è una cosa ma è la causa di ciò che ci sta a cuore!"
quindi, sempre con Cicerone,
"partecipare alla cosa pubblica, produrre leggi, compiere questa attività che sembra invisibile ma che modifica il mondo, dà piacere e dà felicità a chi è impegnato; una felicità che non è individuale ma è collettiva";

"Io produco qualche cosa!"

    3) Nella Firenze del Rinascimento, dove la Politica, è vero, era dominata da oligarchie mercantili, illuminate però, scaturì una nuova percezione dell'uomo e del mondo, dove il singolo individuo, si diceva, fosse in grado di autodeterminarsi e di coltivare le proprie doti, con le quali poter vincere la Fortuna (nel senso latino, "sorte") e dominare la natura modificandola. Importante, in quel periodo, diventa anche la vita associata, che acquista un valore particolarmente positivo legato alla dialettica, allo scambio di opinioni e informazioni, al confronto. La Politica produsse Felicità, proprio per il benessere che procurava e perché promuoveva le arti ed i mestieri, facendo dell'Italia un "unicum" nel mondo, ancora oggi ammirato

4) Con la Rivoluzione Francese la Politica diventava: 
DEMOCRAZIA,
cioè “comando del popolo”, fondato su:
Giustizia, Libertà, Uguaglianza, Fraternità.
riconosciute vere fonti di Felicità per il  popolo, che, con la sua partecipazione attiva,  può costruire, da solo, il proprio benessere materiale e spirituale, tramite le opportunità che una Società fondata su tali principi può generare (un esempio: gli USA).

B) Invece, cosa è diventata la Politica in Italia negli ultimi venti anni?

Un dominio esclusivo, soprattutto in concomitanza dell'avvento del berlusconismo, solo e sempre degli stessi "personaggi mediocri" e delle persone "chiamate", definibili come una "casta", anche se avallate, a furia di promesse mai mantenute, dalla delega del voto popolare. 
Il voto popolare, di fatto, fino a pochi anni fa, è stato estorto con l'inganno, mentre dopo l'applicazione di  una legge elettorale truffa come il Porcellum, è stato estorto con una "sopruso antidemocratico".
B1) Quali le conseguenze di questo modo di fare Politica?
Per la mediocrità e l'incapacità di questa "casta", siamo entrati  nel tunnel tenebroso di un "disastro economico", dal quale non si vede alcuna luce che ne preannunci la fine. 
Del resto lo "sviluppo economico", lo si sa, è prerogativa di un Paese che si regge sulla "meritocrazia", cosa impensabile nell'Italia degli ultimi venti anni, dominata, in Politica e in parte dell'industria, da "mediocri affaristi in malafede". 
Come potrebbero dei "mediocri" promuovere la "meritocrazia"?
Tutto ciò è stato evidenziato anche dall'ultima esternazione di Napolitano che ha affermato:


“Non ci si avventuri perciò a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica post-elettorale ha reso obbligato e per un’ingiustificabile sottovalutazione delle conseguenze cui si esporrebbe il paese”.

Il significato profondo di questa esternazione è, infatti, indipendentemente dall'esito della sentenza Mediaset, appunto : 
  • che il Paese si sta avviando al sicuro disastro economico
  • che la Politica, perciò, non è più l'arte del "divenire" con al centro l'uomo, ma è stata "commissariata" dalla "economia consumistica e speculatrice".
Questo significa che l'etica, la moralità, la "sovranità popolare" e le regole sociali stanno per essere annoverate come anacronismi, compresa la Costituzione, di cui Napolitano dovrebbe essere garante, e che, perciò, rischia di diventare solo "carta straccia" rispetto ai bisogni della "economia reale", che, ormai, domina e schiavizza le nostre vite, per colpa di azioni politiche sbagliate.


Altro che aspettative di Felicità derivanti dalla Politica, che dovrebbe avere, per altro, "il primato" sulla economia!

Questi sono, appunto, i guasti profondi della "cattiva Politica di dirigenti mediocri": questi, cioè, sono i guasti di un modo di governare da incapaci e in malafede di questi Partiti e di queste oligarchie che da oltre venti anni hanno "occupato" l'Italia, per fare solo gli "affari propri"
Ci hanno, con ciò, messo nelle "grinfie" di speculatori, evasori, malavita organizzata, lobby e così via,  per la loro malafede accompagnata da una grande incapacità!
Questo perché, per raggiungere i loro scopi e quelli della genia nominata prima, essi pervicacemente hanno ostacolato la nostra voglia non solo di protagonismo ma, soprattutto, di moralità e di bisogno di poter scegliere  la classe dirigente di questo Paese solo in base alla  capacità e dedizione al Paese stesso, piuttosto che al "Capetto di  turno", a cui basta "controllare" il proprio Partito per ipotecare il futuro di un Paese. 
Oggi questi Partiti antidemocratici, consci del disastro provocato e della loro sudditanza ai Poteri Forti, sono costretti, per paura di un "redde rationem violento", a congelare la situazione politica e, con un accordo di mutuo soccorso, anche a congelare tutte le attuali oligarchie, da tempo nel libro paga della finanza speculativa. 
Nel Paese, infatti, sta scendendo una nebbia che comincia a nascondere tutto! 
Per distrarci, oggi, infatti, parlano solo delle loro cose e dei loro assetti interni, invece di affrontare e  risolvere fino in fondo le problematiche di un Paese in crisi politica, economica e morale;  crisi causate in massima parte proprio dalla loro mediocrità e incapacità, dalla loro mancanza di scrupoli e dalla loro immoralità.
Hanno parlato finora e parlano ancora, per esempio, della impossibilità a formare un altro governo diverso da quello di Letta, della dannosità delle elezioni a breve, di Renzi, Napolitano, primarie, Bersani, Berlusconi, Monti, Fornero, Letta, sentenze varie di Berlusconi e conseguente tenuta del Governo Letta; questo perché non possono e non sono capaci di risolvere alcunché! Tutti argomenti che ce ne possono "fregar" di meno, direbbero a Roma!
Nel frattempo, in una sordida malafede, provano a rilanciare "leggi bavaglio" per il web e tutta l'editoria, a depenalizzare i reati connessi al loro malsano modo di operare (voto di scambio, associazione di stampo mafioso, etc,) e, prioritariamente, ad avviare una revisione costituzionale che li renderebbe ancora più "potenti"e"intoccabili".
Addirittura, questi Partiti, per restare a galla, stanno cercando di usare tali crisi per legittimare ancor più la loro presenza, a loro dire necessaria e indispensabile, perché, dicono, non è il popolo, ma solo loro, con le attuali classi dirigenti, ad essere in grado di risolverle, nonostante i "dubbi" contrari dei cittadini e degli iscritti; dubbi che, perciò, vengono definiti, da loro, "pericolosi", “strampalati” e “fuori luogo”. 
Insomma il quadro sembra quello di un tentativo in atto di "un colpo di Stato"; in questo momento devono solo  scegliere se farlo in modo farsescamente violento alla Mussolini, o formalmente istituzionale alla Hitler.
Può darsi che il "La" possa essere dato a seguito di una sentenza negativa sul processo  Mediaset, considerando le azioni eversive del recente passato (occupazione tribunale di Milano, manifestazioni a Brescia e in altre parti ..) e, oggi, le ripetute dichiarazioni di ministri e reggenti le istituzioni, che usano un linguaggio violento ed intimidatorio contro la Magistratura che sta giudicando  "reati comuni infamanti" ma spacciati ad arte, da loro, come "questioni democratiche"

C) Entrando nel campo dei principi, chiediamoci: Come è possibile che questi abbiano potuto e possano comportarsi in questo modo? Chi o quali idee filosofiche ne hanno avallato il comportamento ?


Come è possibile, infatti, che, nonostante il dettame costituzionale relativo alla "sovranità popolare" e anche la voglia di partecipazione attiva e continua alla "res publica", in Italia, fino a poco tempo fa, il popolo, non è stato tenuto in alcun conto dalla Politica, anzi è stato allontanato?
Questo, in base ad uno strana interpretazione del principio della "sovranità popolare": 


Il popolo può esprimere il proprio “comando”, la propria sovranità, solo in un determinato momento,  solo, cioè, durante le elezioni, durante le quali viene blandito e condizionato da promesse che, poi, non si traducono mai nei fatti.

Infatti, terminate le votazioni e individuati i candidati, per altro, oggi,  “imposti” con legge incostituzionale dalle oligarchie, da quel momento in poi, secondo quest'ultime, il popolo deve essere messo fuori gioco, non avendo più alcun diritto, pena, a loro dire, la rovina della Nazione, perché:
il "Governare" è esclusiva competenza degli ELETTI.

Credo che la chiave concettuale dell’attuale modo di concepire questa Politica che ci fa “infelici”, risieda appunto nella interpretazione diversa che noi e loro facciamo del concetto insito nella parola:

"ELETTI"

che, appunto, significa “SCELTI”.

C1) Chiediamoci: Eletti da chi?

Loro dicono dal POPOLO, noi diciamo che oggi sono, invece, eletti sempre dalle Lobby e dai Poteri forti economici, nazionali ed internazionali, complice una propaganda unilaterale e ingannevole e, di recente, anche per una Legge elettorale incostituzionale, il cui obiettivo è quello di  sfruttarci e schiavizzarci!

E' stato delegittimato, per questo, il dogma costituzionale della "sovranità popolare"!

Come si giustifica tutto ciò?
Come sapete, certi atteggiamenti non nascono mai dal nulla, ma vengono prima codificati, come principio a livello filosofico e poi, avendone la giustificazione, vengono applicati da "Gruppi" che ne hanno tratto e ne traggono sempre un alto profitto sia di potere, sia economico.

C2) Quali sono allora i Principi filosofici, ispiratori di questo modo di concepire la Politica, fatta solo di privilegi per gli "ELETTI" e loro "compari"  e, soprattutto, di  impunità anche davanti a palesi ruberie sistematiche, come il finanziamento pubblico dei partiti?


Appare, ormai, evidente che in Italia, a livello filosofico, i principi democratici della Rivoluzione Francese, fatta, cioè, da "cittadini", non hanno mai avuto alcuna applicazione o senso, ma che sia sempre stato valido il giudizio che S. Agostino aveva della Politica.
Egli infatti affermava che la politica è solo

cupido dominandi”: 
cupidigia di dominio.

La politica e lo Stato, per lui, erano associazioni per delinquere.
Il IV libro del De civitate Dei inizia così: “remota iustitia quid sunt regna nisi magna latrocinia?”, “se si toglie la giustizia, che cosa sono i regni se non associazioni per delinquere? 
Questo potrebbe anche essere la fotografia della attuale situazione e anche di situazioni passate, se non fosse che, da questo giudizio, “il Padre della Chiesa”, invece di promuovere  il miglioramento morale, ne traeva, invece,  un insegnamento “pro domo sua”, cioè della Chiesa; insegnamento oggi non più accettabile che, però, sta producendo ancora le gravi  conseguenze di cui vi sto parlando, e cioè che:

Poiché la Politica è "associazione per delinquere", il popolo ne deve stare lontano se non vuole cadere nel "peccato"!

Il popolo cristiano, diceva ancora S.Agostino, deve sempre aborrire la Politica e deve convincersi che, nella Politica, non troverà mai la Felicità. 

C3) Ma allora, per S. Agostino, i regnanti erano, forse, dei DANNATI?

No, egli diceva!

I regnanti sono solo degli “ELETTI” toccati dalla “Grazia”  infusa dalla Provvidenza che riescono ad essere felici   anche con la Politica, anche se malvagia e dannata,  solo perché sono gli unici che sanno come "sfruttarla" e gli unici che sono capaci di "utilizzarla", proprio perché “eletti”. 

 Da allora, purtroppo, sono nati, sia la politica come "servizio",  sia i professionisti della politica che però, per essere legittimati, devono essere, a loro volta,  investiti da un Potere superiore ( ieri la Chiesa o i vari Re, oggi, la Finanza e le lobby).
Il tutto, secondo S.Agostino, si estrinseca nel concetto:
“Io queste cose le devo fare perché devo minimizzare in certo modo i danni della Politica, ma la vera felicità, per il popolo, non sta sulla terra, valle di lacrime, ma sta in un altro mondo”.

Dopo aver fatto una analisi sommaria delle cause e dei principi filosofici che hanno ispirato da sempre la nostra Politica, fatta da ELETTI e non da "cittadini", ELETTI che ci hanno condotto fin qui, fino a questo disastro economico, politico e morale, parliamo ora.......

 Continua.... in:

http://uncaffedagraziella.blogspot.it/2013/07/la-politica-ci-fa-felici-ii-parte.html

LA POLITICA CI FA FELICI? II PARTE

Care amiche e cari amici,


Dopo aver fatto nella prima parte,  ( http://uncaffedagraziella.blogspot.it/2013/07/la-politica-ci-fa-felici.html ) una analisi sommaria delle cause e dei principi ispiratori che ci hanno condotto fin qui, fino, cioè, a questo disastro economico, politico e morale, in questa seconda parte, vediamo se qualcosa è cambiata in Politica e se qualcosa deve e può cambiare ancora e in che modo.  

Chiediamoci:


D) Come mai, ancora oggi la Politica viene vissuta così, in una specie di dicotomia tra Eletti ed elettori, e in base a quali ulteriori principi filosofici anti-popolari?

Parlare di "Politica come Servizio", come detto, è un concetto in voga da tempo immemore nella Politica italiana e, per altro, richiamato dal Premier Letta, novello democristiano, nel discorso di insediamento del suo Governo, quando lo ha definito "Governo di Servizio" nelle brutture della attuale politica, senza specificare, però, da dove e da chi derivavano le brutture:
E come avrebbe potuto? 
Egli è appiattito sui "desiderata" di una "ammucchiata" che, pur di "comandare e non farsi giudicare", continua a sostenere le proprie "aberrazioni propagandistiche" del recente passato. 
Per questo, pur strombazzando la "sua determinazione a fare", Letta non fa altro, in attesa di una pronosticata ripresa naturale dell'economia europea, che "rinviare" o produrre interventi legislativi minimi, ma, soprattutto, egli è costretto a focalizzare ogni attenzione, ormai da mesi, solo sulla eliminazione  dell'IMU e dell'IVA. 
Egli è stato, infatti, convinto dal proprio partner di Governo, il PDL, (che lo fa per riaccreditarsi presso gli italiani disposti a vendersi per un piatto di lenticchie come Esaù), che le risorse per rilanciare l'economia si trovano in quei capitoli di  risparmio.
Le risorse si trovano, invece, tanto per citarne alcune :
  • eliminando gli  sprechi di Stato e quindi le ruberie della Politica                    (annualmente, 69 mld di ruberie su 800 mld di bilancio dello Stato);  
  • eliminando le lobby;
  • eliminando una burocrazia asfissiante;
  • eliminando una evasione fiscale che non ha precedenti nel mondo               (annualmente, oltre 700 mld di riscossione tasse e 230 mld di evasione);
  • eliminando la malavita organizzata e così via;
  • meno che mai, però, pena un  disastro simile a quello della economia Argentina, a vendere, come dicono, i produttivi gioielli di famiglia (ENI, Finmeccanica, ENEL), perché sarebbero vendite che andrebbero a vantaggio delle solite lobby o "salotti buoni" industriali e finanziari nazionali o, peggio, esteri.
Ma queste, ovviamente, come immaginate, sono azioni impossibili da compiere da parte di questa "casta" e, soprattutto, da parte di questo Governo, vista la loro organicità e dipendenza dall'attuale "Sistema deviato di sfruttamento del popolo", essendo  stati ELETTI DA LOBBY ECONOMICHE e PROFESSIONALI che dominano appunto tale Sistema per fare i propri profitti a danno del Paese e che hanno, pertanto, tutta la convenienza a perpetuarlo!

L'essere "ELETTO", specialmente, dalle Lobby, o Poteri forti, qualunque essi siano, comunque, è ciò che ha consacrato, oggi, come nel passato, il Potere assoluto, sul popolo, di singoli personaggi senza scrupoli.
Ma, per essere ELETTI, comunque, bisogna avere delle peculiarità specifiche.
Nel '500 i cosiddetti “Principi pieni di Grazia", sostenuti sempre da "Poteri Forti", secondo il codice di comportamento del Machiavelli, dovevano essere “volpe e leone, cioè astuti e forti, ma anche un misto di bontà, di crudeltà e mancanza di scrupoli, quando dovevano difendere i principi del Potere Statale e salvificare (fare salva dal peccato), a loro modo di vedere, la Società peccaminosa.
Queste caratterizzazioni machiavelliche del "Politico", sembrano essere ancora una guida comportamentale per gli attuali uomini politici che, però, le hanno spinte  ancor più all'estremo, per quanto riguarda la mancanza di scrupoli e la voglia di depredare il popolo al fine di arricchirsi a livello personale e godere di assurdi privilegi.

Per molti italiani, ormai, più che "eletti" o "onorevoli", questi, appaiono, invece, come dei “papponi” che si fanno “mantenere” da un popolo “messo in mezzo alla strada”, a forza, da loro stessi e dalle lobby che li hanno nel loro libro paga!

Quanto questo modo di giudicarli sia attuale e vero, lo lascio al vostro modo di vedere la situazione!
Ripercorrete, però, gli avvenimenti dagli anni '70 in poi e vi accorgerete che, invece di esaltare la “sovranità del popolo”, la Politica, l'ha sempre, sistematicamente, elusa malamente.
Questi “figuri”, ad ogni protesta popolare contro le loro malefatte (vedi tangentopoli 1 e anche quella di oggi), l'hanno fatta sempre passare come anti politica e, perciò, malvagia e pericolosa per il Paese, e, invece di comprendere le motivazioni del contrasto, l'hanno sempre combattuta applicando, anche se non palesemente, un ulteriore aberrante principio rafforzativo di quello di S. Agostino e, cioè, che:

 “L'uomo è fondamentalmente malvagio e quindi l'AUTORITÀ o il POTERE POLITICO, deve reprimere questa malvagità eversiva, questa ANTI POLITICA.

Per questo, forse, Napolitano, che è parte attiva di questo Sistema, consapevolmente o inconsapevolmente, non vuole che andiamo alle elezioni, nonostante la palese incapacità e malafede della "Ammucchiata" ? 
Il Paese, se vuole salvarsi, dovrà, invece, procedere ad un vero cambiamento anche se Napolitano, in nome della real-economic, sembra lo voglia ritardare.

Napolitano appare, oggi, come colui che 
cerca di frenare il cambiamento, ma lo fa come colui che, "ridicolmente", cerca di fermare, con le braccia aperte, da solo,  una carica di bisonti. 
Ci vuole ben altro!

E)  Si può ancora uscire dal tunnel o allontanarci dal baratro?

Sì, se la maggioranza degli italiani, comincia a non credere più che la propria Felicità possa venire solo dall'alto e solo "pregando" il Potente di turno, il professionista della politica, affinché gliela conceda, ma deve cominciare a credere nella sua forza e nei suoi principi.  E' necessario promuovere un sistema meritocratico. Solo così si può far  finire questa specie di "Assolutismo” degli attuali mediocri, finti partiti democratici che si sono, finora, infischiati delle richieste popolari, ritenendole malvagie! 

F) Sta cambiando qualcosa?

Vi sono tutti i segnali per capire che sta accadendo un cambiamento e loro ne sono consapevoli, per cui stanno frenando ogni nostra richiesta (per esempio: abolizione Porcellum, abrogazione finanziamento partiti; intoccabilità principi fondamentali della Costituzione e del Diritto, etc.).

F1) Qualcosa, infatti, sta cambiando in Italia per quanto riguarda la possibilità di applicazione piena della "sovranità popolare" nonostante che questi, finora, l'abbiano fatta sempre apparire come un qualcosa di pericoloso, quasi una visione “Utopica” dello Stato e quindi della Società, una specie di “non- luogo” alla Tommaso Moro. La "sovranità popolare", infatti,  è stata finora spacciata come prerogativa  di una “isola felice” nella quale eserciterebbe il suo Potere uno “Stato idealmente perfetto” in una “Società dagli ideali anche essa perfetti”, e per questo, secondo loro, improponibile per il nostro Paese, considerati i difetti e la malvagità degli italiani. 
Per questo, infatti, l'Utopia della “sovranità popolare” (il non – luogo della felicità) è rimasta chiusa, finora, solo nelle speranze e nelle menti di tante persone “illuminate e lungimiranti” e, di fatto, è stato inapplicato. 
Tale concetto, ora, sta finalmente uscendo dagli ambienti di nicchia e, pian pano, sta diventando patrimonio di gran parte degli italiani!

F2) Qualcosa sta cambiando oggi in Italia, se vi è di nuovo, grande voglia di libertà e uguaglianza, nonostante che finora, non dico l'Utopia, ma ripeto, neanche “l'Illuminismo” del '700 e della “Rivoluzione Francese” che riteneva possibile il raggiungimento della “Felicità” da parte del popolo, sembra non abbia mai attecchito, né “col tempo”, né nella Storia, e nemmeno col “Progresso”, come pronosticavano i Giacobini.

F3) Qualcosa sta cambiando oggi in Italia, se si sta chiedendo alla Politica di farci  essere felici o almeno tranquilli, nonostante che la “nostra Storia”, condizionata, da sempre, da pregiudizi e da Poteri forti,  infatti, non abbia mai avuto una logica interna  di supremazia popolare come nei Paesi anglosassoni, veramente democratici. La Politica italiana, finora, non ha mai voluto sintonizzarsi sul corso internazionale della Politica stessa, così da permettere di conseguire obiettivi, anche a lunga scadenza, per i quali, gli uomini, avrebbero potuto raggiungere la “Felicità”(cioè, il regno della libertà, della società senza classi e del progresso).

Ora chiediamoci:
G) Come ottenere, sulla base di "principi popolari", però, un  cambiamento vero e definitivo? 
Per il cambiamento vero e definitivo è necessario che il popolo, che finora si è sempre fatto trascinare passivamente, senza reagire, dagli avvenimenti della politica e non ha mai voluto applicare la massima:
volentes fata ducunt, nolentes trahunt",
(mentre i volenterosi dominano il fato, i negligenti ne vengono trascinati) 

“cavalchi questa forza delle cose”, e attui una “Rivoluzione democratica” nella Società e nello Stato, così come scritta nella attuale Costituzione!
La “Felicità”, con la Politica, è sicuramente raggiungibile, ma è necessario cambiare la situazione, cambiando mentalità e ispirandosi ad un Principio Fondamentale; principio che, forse, non è stato mai recepito appieno e che, invece, nella sua semplicità e nella sua grande efficacia, sarebbe foriero di grandi cambiamenti come lo è stato nel periodo della “Rivoluzione Francese” e cioè che:

“L'uomo esce buono dalle mani del Creatore o della natura ed è la società che lo corrompe.”

Rousseau, è l'autore di questo principio che potrebbe compiere, se applicato, una operazione sostanzialmente eversiva perché significa che:

" se l’uomo è buono ed è la società che lo corrompe, per farlo diventare nuovamente buono, bisogna distruggere le istituzioni cattive e la politica che rende l’uomo malvagio”

Non deve essere, quindi, più accettato il principio secondo il quale vi è una presunta malvagità degli uomini e, pertanto, non può essere più accettata alcuna politica di "repressione" del volere e del controllo popolare ; né deve essere più tollerabile che il "Potere politico" sia generalmente il fautore di questa repressione in senso lato e nelle diverse forme moderne (soprattutto propaganda ingannevole) e sia generatore, quindi, di infelicità per il popolo.

In Italia, purtroppo, finora, per questo modo di pensare, il perseguimento della felicità non è stato mai messo all'ordine del giorno, in modo esplicito, come compito della Politica, al contrario della Costituzione americana, nella quale vale il presupposto che: 
libertà e uguaglianza siano i soli veri fattori di felicità.

Ora è tempo di farlo!

H) L'Italia, deve, inoltre, scrollarsi di dosso gli ultimi rimasugli dell'epoca delle “ideologie oppressive” che hanno dominato gli anni del ventesimo secolo, caratterizzati dalla contrapposizione, prima, tra colonialismo e anti colonialismo, poi, tra nazi-fascismo e liberalismo, quindi,  tra “Comunismo” e “Capitalismo”; ideologie per le quali milioni di individui sono morti in tali lotte e milioni di persone sono rimaste disilluse, specialmente dai due ultimi modelli, portatori di “Assoluta Infelicità”.
Per questo bisogna disilludere gli  attuali Partiti, antipopolari che sbandierano ancora ideologie (moderati, liberali, riformatori, capitalisti, comunisti etc.), per altro, finte, e riesumate solo per "comandare" opprimendoci e derubandoci, e disilluderli del fatto che, in base ad esse, possano nutrire fede nella loro immancabile vittoria, garantita, a loro dire, dal popolo stesso,  sicuri come sono di poterlo manipolare. 
Bisogna far capire loro che non sarà  mai più così e le ideologie non interessano più, perché ingannevoli e dannose, ma che si desidera prevalga un giusto pragmatismo alla anglosassone,  finalizzato "al bene collettivo"! 
Bisogna far capire loro che la gente sta cominciando ad aprire gli occhi e  sta reagendo alle fandonie, ed è interessata, a differenza loro, solo al "tornaconto collettivo e non più a quello privato"!
Bisogna far capire agli attuali “Signori della Politica” che sbandierano un finto modello perfetto di Società, che sappiamo per certo che il loro modello non darà mai  al popolo alcuna Felicità, anzi al contrario, darà solo vantaggi a loro e ai loro "Scherani". 
Bisogna far capire loro che: Semi presidenzialismo, abrogazione bicameralismo perfetto, ritocchini al Porcellum e così via, non possono essere varati da "mediocri, incapaci e in malafede" e meno che mai gli "stessi" possano attuare lo smantellamento della attuale Costituzione.
Bisogna far capire loro che smantellare la Costituzione non  è affatto la "priorità delle priorità" e meno che mai bisogna farlo per un "buon Governare", come ci vogliono far credere, perché siamo, ormai, consapevoli che è, invece, solo tutto un trucco per imbrogliarci di nuovo e per serrarci strettamente nelle loro spire mortali di serpenti velenosi. 

L'attuale Costituzione, infatti, per il momento è stata ed è, invece, l'unico baluardo efficace almeno per contenere le aggressioni e lo straripamento totale di questa casta, il cui unico obiettivo è campare alle spalle degli altri!.

E' TEMPO DI SVEGLIARCI COMPLETAMENTE E DI RIPRENDERCI I DIRITTI SANCITI DALLA NOSTRA ATTUALE OTTIMA COSTITUZIONE!


 ATTENZIONE A NON FAR CAMBIARE LA COSTITUZIONE E PERMETTERE LORO UN "COLPO DI STATO, cosiddetto, DEMOCRATICO" !


Un abbraccio.