martedì 31 gennaio 2012

CHI SBAGLIA DEVE PAGARE!

Care amiche e cari amici,

la vostra compagnia sempre più numerosa, attenta e reattiva mi rende sempre più speranzosa per il futuro della nostra Italia, oggi in mano ad una casta che, al solo nominarla, mi “prudono le mani”.
Comunque il nostro spazio virtuale non avrebbe alcun senso se non ci fosse un bel caffè ristretto e il profumo della rosa che mi preme di offrirvi, prima di ogni altra cosa.

Da quando c'è il governo Monti tutta la casta cerca di riposizionarsi in ambito legalitario, di apertura alla gente, di copertura del proprio passato o, peggio ancora, cerca di mistificarlo.
Non si sente altro che :

  • “lo faccio per l'Italia”, “per il mio senso di responsabilità”(B.) e, invece, lo fa per interessi propri, del proprio partito e delle proprie aziende, 
  • “i cittadini devono scegliere”, “questo Porcellum deve essere cambiato per ridare la parola ai cittadini” ma poi iniziano una serie di discussioni che servono a far si che “tutto cambi perché nulla cambi”, 
  • “dobbiamo tagliare le spese della politica” ma poi dicono “lo devono fare quelli della prossima legislatura”, 
  • “gli evasori vanno stanati” e poi si arrabbiano per i blitz della finanza, 
  • “l'Italia è bloccata da uno Stato spendaccione, inefficiente e per gli interessi corporativi” e poi fomentano le rivolte dentro e fuori il Parlamento, nel momento in cui Monti mette mano alle liberalizzazioni, 
  • “abbiamo presentato le nostre proposte in Parlamento” ma perché non agli Italiani?, 
  • "Monti sta realizzando il nostro programma", ma allora perché non lo avete fatto voi?
Questo è un "gioco tragico" che potrete continuare voi, se però non avete la pressione alta, altrimenti ve lo sconsiglio perchè vi sono delle gravi controindicazioni.
Vi siete mai chiesto perchè, se un cittadino normale ruba viene subito arrestato e condannato anche perché, non avendo avvocati di grido, non riesce a far prescrivere il reato?
Vi siete mai chiesto perchè, se un cittadino normale è un assenteista cronico sul posto di lavoro, viene, subito, licenziato?
Vi siete mai chiesto perchè, se un cittadino normale è incapace nel suo lavoro viene subito licenziato?
Perché il cittadino normale non fa parte della casta!
La risposta è che, mentre nella società vale il detto: “Chi rompe paga e i cocci sono suoi”, nelle Istituzioni vale, invece, il detto:“Chi rompe non paga, rimane al suo posto e i cocci sono nostri”!
Non solo, ma la casta inetta, fannullona e incapace continua a conservare tutti i suoi privilegi spropositati! 

INOLTRE SI STANNO PREPARANDO A TORNARE COME SE NULLA FOSSE  ACCADUTO!
Questo dobbiamo assolutamente evitarlo!

Voi potreste dirmi, "inutile preoccuparsi, tanto, alle prossime elezioni li mandiamo via, così, individui come questi, non ci nuoceranno più!"
Può darsi, ma bisogna vigilare perché questi sono capaci di riciclarsi con una tecnica  che hanno usato in diverse occasioni e che, spero, di potervi spiegare chiaramente!
Questa tecnica potremmo definirla “trasformismo opportunistico”, che, a mio giudizio, è uno dei peggiori mali della democrazia dagli anni '90 del secolo scorso.
Il "trasformismo", storicamente, è un retaggio del passato che si può far risalire ai primi anni della unità d'Italia (Cavour, De Pretis, Giolitti), quando il trasformismo era una pratica politica che consisteva:
“nell'abbandono e nell'annullamento della tradizionale dialettica e differenza ideologica fra le varie parti politiche all'interno del Parlamento, per costituire nuovi gruppi politici”. 
Il trasformismo era, anche:
" la capacità di repentini cambiamenti di linea all'interno di uno schieramento politico”
Tali cambiamenti erano generalmente dettati anche dalla necessità di catturare il consenso di alcune componenti influenti della finanza e dell'industria, conciliandole a prescindere dalle eventuali differenze politiche. Il trasformismo storico può essere interpretato come una forma di flessibilità a governare, fermo restando la correttezza istituzionale dei ruoli.
Oggi, con il cosiddetto bipolarismo, che avrebbe dovuto eliminare tale anomalia, il “trasformismo” si è invece modificato, diventando, come detto, solo "opportunistico";  infatti ne possiamo dare la seguente definizione: 
"si ha il trasformismo, quando gruppi di potere ricorrono sia ad azioni chiaramente dettate dal solo scopo di mantenere la maggioranza parlamentare o a rafforzare il proprio schieramento politico, sia alla consuetudine di evitare il confronto parlamentare e ricorrere a compromessi, clientelismi e sotterfugi politici, a prescindere dalle eventuali incoerenze ideologiche”.

Negli avvenimenti degli ultimi 30 anni tale pratica è diventata quasi la prassi.

Poiché credo che non possiamo andare avanti per definizioni, corre l'obbligo di formulare alcuni esempi avvenuti all'avvento della Repubblica, che sono, poi, quelli che più chiariscono l'attuale assetto politico italiano.
Vi fu, per prima, fine anni '70, la stagione del “Consociativismo tra DC e PCI”,  per il quale le forze di opposizione venivano coinvolte surrettiziamente e parzialmente nelle scelte di governo e più spesso nella gestione, alterando la limpidezza del confronto democratico, tipico delle situazioni in cui non si verifica alternanza. Quella stagione ci ha provocato non pochi danni, specialmente in economia, facendo aumentare il nostro "debito pubblico".
Essa  dominò la vita parlamentare italiana fino alla formazione dei governi di centro-sinistra della fine  anni '80. 
Infatti in quel periodo vi fu  lo slittamento al centro del "Partito Socialista Italiano", permettendo alla DC di spezzare il proprio legame occulto con il PCI.
Sul finire di questa Prima Repubblica, poi, la trasformazione politica dei partiti culminò con la progressiva perdita delle classiche discriminanti fra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano, venute meno in virtù degli sconvolgimenti politici  internazionali, come la caduta del muro di Berlino, nell'89.
Infatti, il PCI,  il 3 febbraio 1991 si sciolse, riaggregandosi nel nuovo "Partito Democratico della Sinistra", passando dall'ideologia comunista alla Socialdemocrazia.
Allo stesso modo degli ex-PCI, anche personalità eminenti dei partiti laici come Giorgio La Malfa, del PRI, e Mariotto Segni, della DC, costituirono una piccola coalizione denominata Alleanza Democratica (AD). 
La dialettica politica, come capite, già dagli anni '80 aveva avuto uno scadimento notevole, perdendo di pregnanza ideologica.
Infatti, le posizioni politiche, quando avvengono tali fenomeni, diventano sempre più trasversali, e le alleanze si fondono e si sciolgono facilmente, mentre le coalizioni politiche si rivelano fragili, perché sempre soggette al ricatto di singoli individui politici - o talvolta di gruppi più numerosi.
Tangentopoli nel '92, infine, spazzò via la DC, il PLI, il PSI.
Quindi nacque la Seconda Repubblica con l'avvento di “Forza Italia” che compì la più grande operazione di "trasformismo opportunistico" di tutta la politica Italiana, dall'Unità.
Nella Seconda Repubblica, infatti, il trasformismo opportunistico è rimasto la costante più radicata nella politica italiana, accentuando, per di più, le proprie caratteristiche, in una evoluzione su più larga scala, capace di stravolgere non più un solo partito o una intera classe sociale, come avveniva precedentemente, bensì riuscendo a stravolgere il sistema politico nella sua interezza.
Infatti, la classe politica italiana, alla luce dello scandalo di Tangentopoli, non fu in grado, o non volle rinnovarsi col passaggio dalla Prima Repubblica alla Seconda, e non riuscì ad invertire la tendenza alla corruttela e al malcostume politico, quindi, ha trasformato sé stessa ed i suoi propositi di rinnovamento, in una sorta di partito per attuare una vendetta contro la Magistratura e il partito degli onesti, come hanno evidenziato le cronache.

Nel 1993, infatti, circa un anno prima delle elezioni politiche del 1994 che segnarono la fine della Prima Repubblica, la stessa nascita della Seconda Repubblica sviluppatasi sulle ceneri della Prima, annoverò, fra i suoi fattori di sviluppo, la presenza di vistosi fenomeni trasformistici nello scenario politico.
Essa si sviluppò in modo tale che il "vecchio" e il "nuovo", i "vincitori" e i "vinti" della politica italiana si mescolassero durante il ricambio politico tra la Prima e la Seconda Repubblica, riuscendo a garantire continuità allo stesso sistema. 
In questo momento è datata, infatti, la nascita di “Forza Italia”, partito padronale, che è nato con il "peccato originale" della prima Repubblica.
Insomma ci siamo ritrovati con gli stessi corrotti, incapaci e golpisti o, nella migliore delle ipotesi, con i loro figliocci o i loro portaborse! Gli italiani pensavano, allora, di essersene liberati! Oggi ci accorgiamo che si erano solo trasformati!
L'affermarsi di un modello bipolare e tendenzialmente bipartitico, nella Seconda Repubblica, non ha mai posto fine alle pratiche trasformistiche, che, anzi, sono state facilitate dall'assenza di contrapposizioni ideologiche e divergenze di programma politico, nette, che hanno fatto sembrare un eventuale cambio di appartenenza politica meno incoerente e più accettabile dal punto di vista etico.
Nel '94 il MSI si trasformò prima in “Alleanza Nazionale””, riposizionandosi più verso il centro, poi confluì, nel 2008, nel “Popolo della Libertà, infine approdò, nel 2010, al FLI, dopo la rottura tra Fini e B. e oggi verso il raggruppamento di centro di Casini e Rutelli.
Il "Partito Democratico di Sinistra" nel '98 si è trasformato, prima, in “Democratici di sinistra”, poi, perdendo completamente la “S” di sinistra, è approdato, nel 2007, nel PD (Partito Democratico), con spezzoni di ex comunisti ed ex democristiani, operando l'avvicinamento al raggruppamento di centro, in atto ancora mentre scrivo, a breve distanza dalla destra di B.
Il mio più grande rammarico, infatti, è che manca, nella politica italiana, la GRANDE "S"  della Sinistra Riformista e Innovatrice! 
In pratica, sono rimasti a sinistra Vendola e Di Pietro!
Il “Popolo della Libertà”, inoltre, pare, oggi, stia meditando una nuova “trasformazione” per operare nuove aggregazioni.
Insomma in Italia, come vedete, è avvenuto e sta avvenendo, sotto i nostri occhi, anche in questo momento, un "pateracchio", facilitato dallo scadimento dei principi e della funzione dei partiti, che dovrebbero essere, invece,  il lievito della democrazia. 
I partiti risultano, infatti, screditati dalla corruzione dilagante al loro interno, privi di idee  a causa dalla mancanza di dialettica e di democrazia interna, aggravate dalla
“madre di tutte le nostre sciagure”, cioè la Legge Porcellum
che ha messo in mano ad oligarchie, la vita e il potere dei partiti. E' necessaria quindi una "liberalizzazione in senso democratico" all'interno dei partiti stessi, che permetta, anche, una azione partecipativa dall'esterno, legalmente organizzata,  per la scelta dei candidati. I partiti, che sono la base della democrazia, solo così potranno riprendere la loro missione preconizzata dai nostri Padri Costituenti, all'art.17 della Costituzione, in quanto i candidati sarebbero a stretto contatto con gli elettori e dovrebbero rispondere, in un certo senso, a loro! Questo potrebbe essere un buon antidoto contro il trasformismo, che viene reso lecito anche dal cosiddetto "vincolo di mandato", istituito  dall'art. 67 della Costituzione!
Infatti il trasformismo è favorito dalle Costituzioni moderne che conferiscono piena libertà morale ai parlamentari eletti, i quali hanno sì, un patto di fiducia politica con l'elettorato, scevro, però, di diritti e doveri, e, quindi, privo di alcun mandato imperativo verso il proprio collegio elettorale. I parlamentari, infatti, hanno un obbligo puramente morale, non giuridico, e una volta eletti hanno piena indipendenza di opinioni e di condotta e, dal punto di vista della legge, non rappresentano altro che sé stessi.
E'necessario, perciò, che la nostra democrazia si liberi di questo virus del trasformismo opportunistico, che ha fatto ammalare la democrazia stessa, la quale dovrebbe essere basata, invece, sulla “dialettica politica” e sulla contrapposizione pragmatica, sul modo diverso di affrontare uno stesso problema, da diverse posizioni nette e distinte.

E' importante, quindi, riflettere non solo sulla modifica o sulla formazione di una nuova Legge Elettorale, evidenziando, però, la  necessità di inquadrarla in un sistema di grande chiarezza politica, morale e sociale. 

In conclusione si deve far si che, comunque, :

Innanzitutto, "chi ha sbagliato paghi" e non venga  più rieletto!
Questi politici, unitamente  ai loro Leader, soprattutto quelli ai quali va addossata la colpa maggiore della nostra attuale situazione di Emergenza in diversi ambiti, dal politico, all'economico, al morale, al sociale, devono andare assolutamente a  casa!

Poi, dobbiamo fare in modo che, noi e solo noi, possiamo scegliere oculatamente, con un sistema democratico, i nostri candidati, che devono assolutamente rispondere a noi delle loro azioni!

Un abbraccio






venerdì 27 gennaio 2012

VADEMECUM SULL'UNIONE EUROPEA: LE ORIGINI CULTURALI E STORICHE

Amiche care e amici cari ,

oggi inizieremo un lungo racconto, a puntate, che spero gradirete e, se vi farà piacere, ne discuteremo insieme, davanti ad una buona tazza di caffè e con una rosa, all'occhiello per gli uomini, e, fra i capelli, per le donne.
Voglio riprendere il discorso sull'Unione Europea, alla quale apparteniamo per tantissimi motivi e dalla quale appare impensabile starne fuori, nonostante che, in momenti di crisi come questi, spesso, si inneschino movimenti centrifughi di espulsione.
In questo lungo racconto che occuperà, secondo la mia intenzione, diversi Post, voglio parlare, alla nostra maniera, sia delle Istituzioni europee, sia del loro funzionamento ma, soprattutto, dei principi e delle ragioni che presiedono alla voglia e alla necessità dello stare insieme di tanti popoli diversi che, pur conservando le loro peculiarità specifiche, desiderano unirsi in pace. Parleremo, infine, di quello che ognuno di noi spera che avvenga nell'immediato futuro per arrivare alla formazione, finalmente, di quella Europa Federale politica, pensata dai padri fondatori, che si chiama "STATI UNITI DI EUROPA" e della sua forma di Governo, nonché degli ostacoli che ancora si frappongono al suo compimento.
Il racconto, oggi, inizierà tratteggiando sommariamente sia i caratteri della cultura che ci lega, sia i tratti storici che ci hanno portato fin qui.

Iniziamo con un po' di poesia che non guasta mai!
Sapete come i Fenici, gli scopritori della nostra terra, la chiamavano?
La chiamavano Europa: “ il paese del tramonto” o la “terra delle tenebre”!
Essi avevano arditamente esplorato le nostre terre, perfino oltre le colonne d'Ercole, alla ricerca di materie prime e di mercati per i loro commerci. D'origine semitica i Fenici abitavano già nel III millennio a. C. la costa marittima dell'odierno Libano e raggiunsero il maggiore sviluppo tra il XII e l'XI secolo a. C., quando si spinsero con le loro navi su per l'Adriatico, il Tirreno e l'Atlantico, giungendo fino alla Cornovaglia. A loro dobbiamo il nome di cui andiamo fieri, anche se quel nome, dopo tremila anni, dice qualcosa di più che una semplice dislocazione geografica, perché da un punto di vista strettamente geografico, ciò che noi chiamiamo Europa, non è un continente, come siamo, ormai, abituati a pensare. L'Europa, infatti, non è altro che un subcontinente asiatico, l'appendice occidentale dell'Asia; un sistema di penisole e di isole alla sua periferia ovest di proporzioni oltretutto piuttosto modeste in rapporto all'estensione globale del continente.
Ma allora perchè non ci chiamiamo asiatici, visto, anche, che le nostre razze sono di origine Indo- europea e che anche le nostre lingue appartengono al ceppo Indo-europeo? Cosa è accaduto perché si verificasse questo caso unico ed irregolare, che, cioè, una regione riuscisse a guadagnare una tale autonomia nei confronti del continente a cui appartiene, per struttura geografica e per radici remotissime di razze, lingue e culture, così da acquisire il diritto di esistere come fosse, essa stessa, un vero e proprio continente?
L'Europa non è una unità naturale, come l'Australia, l'Africa e l'America; essa è il risultato di un lungo processo di sviluppo spirituale e di evoluzione storica; antropologicamente, poi, è un miscuglio di razze, e il tipo dell'uomo europeo rappresenta una unità sociale piuttosto che una unità razziale.
Anche nella cultura, “l'Unità dell'Europa”, non è la base e il punto di partenza della storia europea, ma è il fine ultimo, per il momento non ancora raggiunto, verso cui questa cultura ha mirato per più di mille anni.
L'Europa, quindi, nasce nel passaggio dalla natura alla cultura, ma più che di nascita sarebbe esatto parlare di concepimento; lunga è stata, infatti, la gestazione che ha portato alla nascita di ciò che noi, oggi, chiamiamo Europa.

La sua nascita, infatti, è legata a taluni avvenimenti della cultura e della storia.
Parliamo per primo della cultura.

Le nostre prime radici di pensiero sono nate nella cultura Greca, che creò l'uomo razionale, capace di comprendere la natura che lo circondava, ma, anche e soprattutto, capace di indagare nella sua interiorità.
Questo tipo di uomo si affermò quando respinse l'attacco “dell'uomo mito” di origine orientale, durante le guerre persiane, ed anche quando Alessandro il macedone ne esportò il pensiero dalla Grecia fino all'Egitto e ai confini dell'India, facendolo fondere, contaminandolo, con il pensiero e il carattere dell'uomo asiatico.
Nacque, così, l'uomo ellenistico!

Le nostre radici di pensiero si sono evolute, poi, nella cultura Latina, quando Roma creò il suo grande Impero che, a differenza dell'impero dei Macedoni, si estese anche in gran parte delle regioni che oggi noi chiamiamo Europa. 
Distruggendo Cartagine e resistendo, poi, alle seduzioni di Cleopatra, Roma finì, con la vittoria di Cesare Augusto su Marcantonio, col non cedere alla tentazione di scivolare ancora una volta nell'appartenenza esclusiva alla grande madre asiatica. Se ciò fosse, invece, avvenuto, ogni possibilità di esistenza autonoma e indipendente di un continente Europa sarebbe rimasta preclusa per sempre. Roma, infatti, avrebbe trascinato con sé, a sua volta, tutta la vasta area di popoli e di tribù che essa aveva integrato nell'orbita politica e culturale dell'Impero. 
Ma al tempo della pace d'Augusto, primo imperatore, l'Europa ancora non esisteva. 
Esistevano, però, i fattori costitutivi di una forma d'uomo e di cultura che già delineavano l'immagine di una originalità antropologica nuova e diversa dall'antica, rappresentata fino ad allora da quella ellenistica. 
Esistevano, infatti, le esperienze di una “cultura dell'incontro” che, a suo tempo, avevano segnato la svolta antropologica della grecità in quella ellenistica.
L'uomo romano, spiritualmente, fu, a sua volta, l'incontro tra l'ellenismo e il pragmatismo contadino italico, e, quindi, la sua cultura oscillava, ancora, come in un pauroso pendolo, tra la luminosa chiarezza dell'uomo razionale e l'oscura minaccia della caverna dei miti.

Le nostre radici di pensiero, infine, si sono affermate nella fede cristiana, nel suo messaggio evangelico, che, durante il lungo periodo dell'impero romano, e soprattutto, dopo la sua caduta, aveva finalmente innescato il processo di assimilazione reciproca tra l'ellenismo, la romanità e il cristianesimo, creando la prima vera base culturale “dell'uomo europeo”.
E', infatti, l'attività missionaria che, evangelizzando, anche gli uomini del nord, fino ad allora al di fuori dell'impero di Roma, fece fiorire, in quello che oggi noi identifichiamo come l'intero continente Europa, una mirabile creazione di pensiero e di cultura, originali, staccati completamente dall'Oriente. 
Il Cristianesimo completò, quindi, la cesura totale fra la cultura occidentale e quella orientale, creando, così, l'uomo europeo!

Comunque, durante i secoli successivi,  il lavoro di questa costruzione di pensiero e di figura antropologica nuova, continuerà ininterrotto, arricchito anche dall'innestarsi di nuove culture, dall'araba alla giudaica.

Parliamo, ora, dell'aspetto storico- politico!
Dal punto di vista storico sociale, invece, tra il V e l’VIII secolo, ovvero tra la fine dell’Impero romano e la penetrazione a nord delle popolazioni barbariche e a sud degli arabi con la religione islamica, iniziarono a nascere dei progetti europei.
L’Impero di Carlo Magno, alla fine del X secolo, è il primo nucleo di questa Europa, ovvero un Impero che stava a cavallo del Reno, basato su una religione monoteista e sulla compenetrazione del mondo germanico e latino. È in quel preciso momento che si pongono le premesse di una specifica identità europea, non quindi un’Europa intesa quale espressione geografica, che, come detto, non ha una sua definizione, visto che il famoso confine dei monti Urali è una pura convenzione nata nel XVII secolo, quanto un’Europa che possedeva un preciso fondamento geopolitico.
Ed è da questa cellula fondativa dell’Europa che si svilupperanno, successivamente, le potenze europee della storia. Tale Europa tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, era formata da Imperi detentori anche di spazi extra europei, e visse il suo momento di massima potenza; infatti, era al centro del mondo, prima di precipitare inesorabilmente nei due conflitti mondiali. Nel 1914 una civiltà solida si estendeva sull’Europa e che potesse finire in brevissimo tempo  nessuno lo pensava davvero. L'Europa, dal 1914 al 1942, ridiventò, in senso reale, per l'uomo, il "luogo delle tenebre".
Ed è appunto quell’Europa a rappresentare l’errore dal quale si è costituito l’attuale insieme europeo: infatti, le guerre mondiali avevano dimostrato, sostanzialmente, il fallimento dell’equilibrio delle potenze su cui si era retta politicamente, fino ad allora,  l'Europa.
In tutto questo, dopo la seconda guerra mondiale, non va dimenticato anche l’aspetto strategico, ovvero la necessità di costituire attraverso il grosso dell’Europa, un elemento di opposizione alla potenza sovietica e alla penetrazione del comunismo.
Quindi l’Europa dei “padri fondatori”, per poter costruire un sistema di convivenza pacifica e di regole condivise, ha dovuto, necessariamente, superare la politica dell' "equilibrio" tra le  potenze.
Tre sono, soprattutto, i padri fondatori: Alcide De Gasperi, Robert Schuman e Konrad Adenauer!
Tre uomini ponte, tre personalità forti che avevano vissuto in prima persona il dramma delle frontiere che avevano insanguinato l’Europa, i quali fecero di tutto per impedire il ripetersi di questo doppio suicidio collettivo. È proprio da questa necessità che è scaturita la scintilla del primo "europeismo politico", basato su una concezione di tipo federalista, nella prospettiva di Stati nazionali che, nel tempo, avrebbero dovuto evolversi in un unico “Stato Federale” europeo.

Per il momento ritengo di aver esaurito il nostro primo passaggio, per cui, sperando ancora di riavervi nel nostro " caffè da Graziella", vi abbraccio.












mercoledì 25 gennaio 2012

Un Appello per Saeed Malekpour, condannato a morte in Iran

Amnesty International, la più grande Organizzazione non governativa per la promozione e la difesa dei diritti umani, ha inviato la seguente lettera:

All'ayatollah Sadegh Larijani
Ufficio del capo della magistratura

Pasteur St., Vali Asr Ave.
a sud di Serah-e Jomhouri,
Teheran 1316814737
Repubblica Islamica dell'Iran

Signor Ministro,

Scrivo come cittadino canadese e membro di Amnesty International al fine di condividere la mia grande preoccupazione per il caso di Saeed Malekpour, un cittadino residente in Canada, che potrebbe essere sottoposto ad una imminente esecuzione di pena capitale in Iran.
Vi chiedo di rivedere con urgenza la sentenza contro Malekpour Saeed in quanto il suo processo non è stato fatto in conformità degli standard internazionali concernenti il diritto ad un processo equo. 
Inoltre, vi esorto a condurre un'indagine immediata e imparziale sulle accuse rivolte a Mr. Malekpour e anche sulle torture da lui subite durante la detenzione. Chiunque venga ritenuto responsabile di abuso, dovrebbe essere prontamente assicurato alla giustizia, al fine di garantirgli un processo equo. Infine, vi chiedo di dare assicurazione che qualsiasi confessione che venisse estorta con la tortura, non venga ammessa come prova contro di lui, perché questa violerebbe l'articolo 14 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, che l'Iran ha sottoscritto. 
Cordiali saluti!”

Amnesty, poi ha, così, riassunto i fatti:
Saeed Malekpour, ingegnere informatico, prima del suo arresto in Iran, dove si era recato nel 2008 per visitare i parenti, aveva creato un software per scaricare le fotografie che sarebbero  state successivamente utilizzate da altri per visualizzare immagini pornografiche.
Secondo i rapporti pervenuti, Saeed Malekpour sarebbe stato torturato durante la sua detenzione in una cella di isolamento, per oltre un anno, nel carcere di Evin. 

Saeed Malekpour, poi, è stato condannato a morte nel dicembre 2010 dopo aver subito un processo iniquo, in quanto egli è stato privato di un avvocato difensore. È detenuto nella prigione di Evin, dove ha trascorso molto tempo isolato e senza aver diritto ad alcun libro, nessun giornale e nessun contatto con il mondo esterno. “


Riportiamo di seguito, anche le azioni intraprese dal Governo Canadese:
Il governo del Canada ha sollevato presso le autorità iraniane le sue preoccupazioni per Malekpour Saeed in un certo numero di occasioni: 
Il 17 novembre 2010 nella Camera dei Comuni, il Segretario Parlamentare per gli Affari Esteri, Deepak Obhrai ha espresso la sua indignazione per le notizie riportate sulla detenzione illegale di Malekpour Saeed, precisando che il caso del signor Malekpour è quello in cui una persona deve affrontare una condanna a morte, in Iran, dopo  un processo molto discutibile , e che“ il Sig.'Malekpour non aveva avuto  accesso a un avvocato di difesa.''

In una dichiarazione datata il 1 gennaio 2011, l'Onorevole Lawrence Cannon, ministro degli Affari Esteri, ha espresso la sua preoccupazione in relazione alla situazione di Saeed Malekpour, un canadese residente , che è stato condannato a morte e la cui sentenza potrebbe essere eseguita in qualsiasi momento. Il Ministro Cannon ha, anche, esortato le autorità iraniane a mostrare compassione e misericordia verso coloro che sono detenuti nelle carceri iraniane senza alcuna buona ragione. Egli ha anche esortato l'Iran a rispettare il patto internazionale sui diritti umani e a sviluppare un dialogo più aperto con la comunità internazionale.

Questi i fatti che sicuramente colpiscono il nostro immaginario collettivo, sia per le modalità con le quali, come ha denunciato Amnesty, è stato celebrato il processo, sia per le motivazioni della sua condanna a morte.
Infatti, il giovane Malekpour Saeed, reo di aver progettato solo un software per scaricare foto sul web, è stato ritenuto colpevole dalla Giustizia iraniana con la seguente motivazione di sentenza: condannato a morte per aver "creato e ospitato siti web per adulti," per aver, inoltre, provocato "una rivolta contro il regime" e, infine, per "insulto all'Islam ".

Dopo le pressioni del governo canadese, comunque, il verdetto era stato revocato nel giugno 2011.
Di recente, i parenti del signor Malekpour hanno appreso, però, che l'ultima decisione era stata nuovamente revocata e che la sentenza poteva essere eseguita a breve.
Il mondo intero, sta, ora, sostenendo l'appello di Amnesty International a favore di Malekpour Saeed, il cui caso si inserisce nel più ampio contesto che riguarda sia la battaglia contro la pena di morte e l'uso della tortura,  sia la difesa dei diritti dell'uomo.

Anche il web mondiale si è mobilitato perché appare incredibile che un uomo possa essere condannato per aver solo creato un software che illecitamente viene usato da altri, a fini criminali.

Non è chi ha creato una tecnologia, dicono, che può essere considerato colpevole ma solo l'uomo che la usa per fini criminali! 
Ed è questo il caso dell'ingegnere Malekpour Saeed. 

Questo è un principio di diritto e di civiltà!

Sosteniamo anche noi l'appello di Amnesty!

martedì 24 gennaio 2012

Il mio settimo mese con gli amici del web! E con Massimo Ranieri!

Amiche care e amici cari,

eccoci di nuovo insieme per festeggiare un altro complemese ..
precisamente il nostro settimo mese!
La nostra avventura continua, sempre più “riscaldata” dai nostri caffé fumanti, dal profumo delle nostre rose e dalla nostra affettuosa amicizia .
Che bella sensazione, amici, non è vero? confrontarci continuamente, esporre le nostre opinioni, i nostri dubbi, le nostre perplessità, e vedere che condividiamo veramente questa gioia di stare insieme, perchè diventiamo ogni giorno sempre più numerosi..
grazie di cuore, amici..

Come sempre, festeggiamo questi anniversari assaporando un buon caffé, vicino all'immancabile rosa e in compagnia del nostro amato Massimo Ranieri, che abbiamo scelto come ospite d'onore fisso per i nostri festeggiamenti mensili.

Ma oggi, voglio farvi una sorpresa: vi farò ascoltare due delle sue meravigliose canzoni:

 'A tazza 'e cafe' 
in onore del nostro "caffè da Graziella"

e 'O Surdato 'Nnamurato 
in vostro onore..( anch'io sono innamorata...di voi! )



GrazieMassimo Ranieri, ti mandiamo un abbraccio fortissimo..







lunedì 23 gennaio 2012

“CREDO CHE MI RICHIAMERANNO!”

Care amiche e cari amici,

dopo aver adempiuto al rito del caffè e della rosa, vi prego di predisporvi benevolmente ad ascoltarmi.
Giorni fa avrete sicuramente sentito la frase del titolo, detta da B.
Personalmente ho sempre pensato che B. fosse un genio della comunicazione, come Hitler, Mussolini, Stalin, Mao; magari, un genio del male, dopo quello che ha fatto in Italia in termini di disastri: in economia, nella società e soprattutto contro la democrazia del nostro paese. 
Ne ho parlato in diversi post, per cui è inutile che vi sottolinei ancora una volta la voglia di questo personaggio per un suo predominio assoluto ai vertici del paese.
Tempo fa, è stato costretto a cedere temporaneamente il comando a Monti, vuoi per una sua incapacità a governare vuoi per un cinico calcolo politico: far fare agli altri il lavoro sporco contro il popolo, per far fronte alla crisi del debito sovrano in Italia.
In un mio post precedente “ Monti perchè”, in occasione della prima manovra che aveva colpito il ceto medio basso e i pensionati, preconizzavo che Monti avrebbe avuto vita difficile nel momento in cui avesse affrontato il problema delle liberalizzazioni, e, addirittura, affermavo che lo avrebbero fatto cadere. Ovviamente aggiungevo che speravo di no!
La prima manovra, quella che avrebbe potuto far "sollevare", veramente, una qualche ribellione, è passata tranquilla, anche se tra mugugni composti!
La gente, infatti, aveva compreso essere, quella, "l'ultima spiaggia" per l'Italia, senza la quale il nostro paese sarebbe affogato. A riprova di ciò il consenso per Monti è salito ad alti livelli, oggi, dopo una leggera flessione.
Questo è stato l'elemento imponderabile che credo abbia spiazzato B., il quale, vestendosi da patriota aveva approvato in Parlamento la manovra, anche se iniqua, credendo però veramente in un suo ritorno al Governo a "furor di popolo", da parte di un popolo indignato per i troppi sacrifici richiesti.
Invece ha constatato che il popolo era stufo della corruzione, della immoralità, delle lobby affaristiche, delle brutte figure del proprio premier, dentro e fuori l'Italia.
La situazione testé descritta dovrebbe, quindi, far pensare alla impossibilità di un suo ritorno al potere!
Ma allora come si spiega la sua frase "credo che mi richiameranno!"?
E' la frase di un demente, di uno che ha perso il senso politico della realtà?
La sua stampa, la sua TV ed anche gli amici del suo partito hanno avallato entrambe le ipotesi, affermando "è finita una era!".
Lo stesso ha confermato l'opposizione, ma quella non fa testo, in quanto ha permesso, senza colpo ferire, che si affermasse, per venti anni, un regime.
In concomitanza e subito dopo che B. aveva detto “mi richiameranno!” è scoppiata la cosiddetta rivolta dei “forconi” in Sicilia, in cui una folla, esasperata dalla crisi, dal disagio sociale, abbandonata dalla politica e dalle idee, si è unita al blocco del traffico e di tutte le attività produttive e commerciali e ha compiuto intimidazioni e aggressioni anche contro cittadini comuni, non toccando, invece, stranamente, i palazzi responsabili.
B. sembrava, quindi, avesse avuto il solito fiuto di animale politico, se non fosse che dietro alle sacrosante proteste, si sono intraviste oltre ad infiltrazioni malavitose, anche quelle di gruppi di estrema destra e di gruppi di autonomisti e separatisti ( appartenenti al PDL ed a MpA), come tutti abbiamo ascoltato dai media.
Andreotti, che ha rappresentato il più grande depositario dei segreti più imbarazzanti dell'Italia, diceva “ a pensar male qualche volta si indovina”!
Cerchiamo di pensare male pure noi!
E' possibile che B., protettore delle lobby dentro e fuori il Parlamento, stia tentando un “Golpe Democratico”?
Quest'ultimo concetto sembrerebbe contenere una "contraddizione in termini", ma non lo è in quanto B. fa passare ogni sua azione come voluta dal popolo, anche la più antidemocratica.
Egli, infatti, sa che in questo momento, in questa situazione di crisi e per il fatto che siamo in Europa, che interverrebbe in caso di derive autoritarie, non potrebbe ripercorrere i fatti di Reggio Calabria dei primi anni ’70, quando, al grido di “Boia chi molla” di Ciccio Franco,  un’Italia, che usciva da Piazza Fontana,  si era avviata direttamente al tentato golpe Borghese.
Potrebbe perciò aver pensato di strumentalizzare la protesta popolare e unirla a quella sulle liberalizzazioni promosse dalle lobby, i cui rappresentanti riempiono le aule parlamentari, trasferirla, poi, in tutta Italia e, quindi, al grido “lo vuole il popolo italiano”! e “ facciamo la Primavera Italiana”!, come quella araba, far cadere Monti, ripresentandosi, “immacolato”, al potere.
Tale operazione potrebbe anche avere possibilità di successo in quanto le organizzazioni democratiche e le forze sociali ed anche il grosso del popolo, non si sono ancora disintossicati e hanno, per di più, una memoria corta.
Per fortuna che c'è il WEB, oggi più vigile e attento che mai!

La mia potrebbe sembrare una fantasia, ma se ci chiediamo:
  • chi controlla, in Sicilia, l'autotrasporto,
  • chi gestisce l'agricoltura,
  • chi sono i volti inquadrati nella rivolta,
  • il perchè una rivolta locale abbia prodotto così tanti danni ed intenda trasferirli nel resto del paese,
  • il perchè della disattenzione dei media,
  • il perchè del disinteresse delle Istituzioni, finora,
  • il perché di certe dichiarazioni di diversi politici,
  • il perchè del clima emergenziale che hanno creato nel momento in cui vanno in pezzi, i poteri clientelari e corporativistici, grazie al decreto sulle liberalizzazioni,
  • il perchè dell'innestarsi contemporaneo delle proteste delle lobby dei tassisti, dei farmacisti, dei Tir, dei forconi, delle farmacie, degli avvocati, dei benzinai,
non possiamo pensare che siano semplici coincidenze, piuttosto, dobbiamo pensare che sia la messa in atto di una strategia ben precisa.
Aggiungasi che B. non è stupido e, poiché Monti sta toccando gli interessi diretti di Mediaset, ben  si comprende come l'attuale premier stia rischiando grosso.
Che ne pensate amici? 

Se fosse vero tutto questo, riuscirà il popolo italiano a resistere quando il “solito personaggio” gli prometterà falsamente un ritorno agli antichi privilegi dello “stereotipo del vivere alla italiana, cioè senza regole”, chiedendogli in cambio L'Italia?

Io sono ottimista, ma come dice un caro amico, “senza saper né leggere e né scrivere”, restiamo vigili e verifichiamo se quanto detto sopra sia possibile, sperando, come già pare stia avvenendo in queste ore, in un intervento delle forze dell'ordine, non nei riguardi delle categorie, con le quali il governo dovrà, per forza confrontarsi, ma contro i gruppi eversivi.


Un abbraccio




sabato 21 gennaio 2012

LA BATTAGLIA CONTRO LA "CENSURA", IN UNA GUERRA TRA "CIVILTÀ'"

 Care amiche e cari amici,

Oggi, spero non ve abbiate a male, ma mi troverete di cattivo umore, nel vostro “caffè da Graziella”. 
Sono, infatti, profondamente indignata!
Comunque, da buona padrona di casa, vi offro sempre il caffè, con il solito aroma, e la rosa, con il solito profumo.
Mentre in questi giorni il web ha vinto una grande battaglia contro la “censura nel mondo”, che è stata recepita perfino da Obama, nel frattempo, si scopre che, in Italia, il Leghista Fava ha introdotto, alla chetichella, nella Legge Comunitaria in approvazione, un emendamento che impone il bavaglio ai siti ritenuti “offensivi”.
Come al solito, la destra estrema, cerca di scardinare lo Stato di Diritto, cercando scorciatoie giudiziarie, in quanto quell'emendamento permetterebbe al singolo, cioè partito o associazione o addirittura individuo, di chiudere siti semplicemente “ostili ”.
Comunque non è il tempo di indignazione, ma di riflessione e di azione contro questi “maramaldi” che vogliono uccidere definitivamente la libertà e la democrazia, dopo averla resa agonizzante.
Quelle che stanno promuovendo di volta in volta sono battaglie “tattiche” che, per loro, sono utili per vincere la guerra dell'oscurantismo contro la libertà e la democrazia.

La storia ha già fatto vedere questi tipi di guerre epocali tra civiltà contrapposte.

In particolare questa la potremmo paragonare alle due guerre del Grande Re con i suoi Satrapi Persiani contro le Polis della Grecia.
Allora vi fu la guerra tra l'uomo del “mito” e l'uomo del “ pensiero libero”.
Oggi la stessa guerra si sta ripetendo tra il potente esercito mediatico ed affaristico del Satrapo moderno contro la sparuta coalizione di Movimenti, Associazioni e Partiti Libertari minori. Il grosso dell'esercito della opposizione, a pensar bene, sembra resti, invece, confinato nei suoi accampamenti, forse per intervenire successivamente e conseguire una facile vittoria sui resti dei sopravvissuti. Comunque vedremo!
Cerchiamo di spiegare, alla nostra maniera, il profondo significato della lotta tra i Greci e i Persiani del passato, facendone un utile raffronto con il presente.

Parliamo, per primo, dell'uomo del mito!
La morale, la conoscenza e la competenza (l'ethos), antiche, dell'uomo asiatico erano infatti quelle basate sul mito.
Il mito spiegava la realtà alla coscienza dell'uomo, tramite l'invenzione di fantasiose “favole” (le cosiddette cosmogonie, teogonie, ierofanie, ierocrazie, teocrazie), per nascondere la fondamentale e invincibile paura con cui l'uomo stesso viveva in modo irrazionale la sua esistenza.
Infatti, egli non comprendendo tutto quello che gli accadeva intorno, viveva impaurito e si aggrappava al mito, appunto per cercare di capire.
Il “mito”, quindi, dava all'uomo un'illusoria libertà dalla paura e gli permetteva un apparente rapporto con il mondo; ma il prezzo di quell'illusoria libertà era la sostanziale “riduzione in catene” di tutti gli uomini: nella paura, nell'arbitrio, nella tirannia, e poi nella solitudine, nell'individualismo, nella fuga nel nascondiglio. Bastava, infatti, all'uomo di potere, raccontare una "favola" specifica, per ogni richiesta di conoscenza, per asservire l'uomo al proprio pensiero e sottoporlo, quindi, con la paura, al proprio comando. 
La libertà illusoria e provvisoria offerta all'uomo dal mito aveva formato un tipo umano che non conosceva dimora se non nel nascondiglio: il Re nel nascondiglio del palazzo, il satrapo nella sua corte provinciale, il condottiero nell'esercito, il mercante nel denaro, lo schiavo nelle sue catene, il popolo, impaurito, costretto a chiudersi in casa
L'uomo del nascondiglio era il tipo umano che la riuscita del progetto egemonico persiano avrebbe imposto, se avesse vinto le due guerre, come forma universale dell'essere uomo a tutto il mondo e quindi anche alla Grecia sconfitta.

A questa visione dell'uomo del nascondiglio si contrapponeva, invece, quello dell'uomo razionale della Grecia delle polis, nel quale, la nostra attuale civiltà europea,  ritrova le sue radici.
Grazie a Talete, in Grecia, infatti, si era compiuto il primo passo dell'uomo sulla via del pensiero verso l'incontro con “la capacità morale, la capacità di pensare e la capacità di discutere” (il Logos), ed era stato l'inizio della liberazione dell'uomo dalla paura e dal mito.
Quel passo aveva segnato un mutamento antropologico sostanziale e irreversibile: l'uomo era uscito dalla caverna del mito ed era entrato nello spazio aperto della libertà attraverso la via del pensiero che conduce alla dimora della conoscenza, al luogo profondo dell'intrinseca ragionevolezza dell'essere.
Questo mutamento antropologico fu l'inizio della grecità e anche dell'europeità o, per lo meno, ne fu il presentimento.
L'ethos dell'uomo europeo ha per sempre la sua genesi nella libertà del pensiero che esce dal nascondiglio del mito verso l'incontro con il Logos della ragionevolezza ( o della ragione).
Per questo uomo, per questo ethos umano i Greci decisero che valeva la pena combattere anche la guerra più disperata contro un nemico strapotente, quali furono le guerre del 490 e del 480 A.C. contro gli eserciti di Dario e di Serse. In qualunque misura ne fossero coscienti, a Maratona, alle Termopili e a Salamina, coloro che combatterono, morirono e vinsero, comunque, difesero la libertà di essere uomo secondo l'ethos del pensiero e salvarono la possibilità di crescita e di sviluppo del nuovo modo di essere uomo.
Milziade, Leonida e Temistocle vanno congiunti a Talete, Anassimandro e Anassimene in un'unica immagine di uomo in cui ancora oggi noi possiamo riconoscere l'archetipo dell'uomo secondo l'ethos dell'europeità.

Tornando ai giorni nostri e a quella che, per me, è una guerra in atto con le stesse motivazioni,
la coppia B.&B. ha fatto del “mito” una ragione della loro esistenza; ricordatevi il mito:
  • della Padania e del Federalismo fiscale
  • del celodurismo
  • di Roma Ladrona
  • del superuomo (il Presidente: instancabile, operaio, “ghe pensi mi”, potente sessualmente, il migliore da 150 anni etc.)
  • ed altre sconcezze utili per distrarci e soffocare la libertà di pensiero e la democrazia.
Vi riepilogo, inoltre, per chiarezza e a scanso di equivoci, anche quello che fino ad oggi hanno ottenuto, a livello legislativo, con le loro battaglie tattiche:
Hanno finora prodotto:
  • Lo smantellamento di diverse leggi anticorruzione ( depenalizzazione falso in bilancio, che era diventato uno strumento formidabile per la Magistratura per colpire i corrotti e imprenditori che formavano capitali in nero per le tangenti!);
  • La Legge sulla abolizione della tassa di successione e di donazione, a favore dei grandi patrimoni;
  • La legge di depenalizzazione del "Colpo di Stato", la Lega può parlare, così come parla, e B. agisce così come fa, proprio per questa legge, del 2006;
  • Il rientro dei capitali illegali a prezzi stracciati;
  • Il nuovo regolamento sulle rogatorie internazionali, che doveva salvare Previti e Mediaset;
  • La Legge Cirami sul legittimo sospetto, che permette all'imputato di cambiare Giudice;
  • La Legge Pecorella che impedisce ulteriori giudizi ad imputati assolti in 1° grado;
  • La Legge sul conflitto di interessi a vantaggio di B.;
  • Le Leggi  varie sui condoni;
  • La Legge Gasparri a vantaggio di Mediaset;
  • La Legge Porcellum che ha permesso la creazione di una casta vorace e incapace, che definirla parassita le si fa, solo, un complimento.

    Hanno, inoltre, tentato o vorrebbero varare:

  • La riforma della Magistratura, come nella Ungheria di oggi;
  • La Legge Bavaglio, sulla quale si è già fatta una battaglia di popolo e che ora stanno reiterando subdolamente;
  • La legge sul premierato forte, sicuramente in senso antidemocratico;
  • ed altre sconcezze che annullerebbero completamente la nostra libertà, la nostra democrazia ed anche la possibilità di lavoro libero, asservendo l'Italia ad un partito azienda!

    Credo, da quanto sopra, sia evidente che ormai non sia più una lotta per l'affermazione di una ideologia al posto di un'altra (Liberalismo contro Riformismo Democratico), all'interno di una civiltà comune, quella democratica, ma si tratta di una vera e propria guerra mortale tra due civiltà, quella degli uomini asserviti, soprattutto, al “mito del superuomo", cioè quelli dell'oscurantismo, contro quella degli uomini del “libero pensiero”

    Credo, per gli uomini liberi , sia doveroso combatterla!

    Infatti, perdere questa guerra o vincerla segnerà per sempre, per l'uomo italiano o europeo e per la cultura europea dell'uomo, il nuovo orizzonte fra "tenebre" e "luce", fra "menzogna" e "verità", fra "immoralità" e "moralità".
    Un abbraccio

martedì 17 gennaio 2012

L' UTOPIA DI UN "PRESIDENZIALISMO EUROPEO"

Care amiche e cari amici,

oggi il vostro “caffè da Graziella”, accanto al tricolore che campeggia sempre , ha issato anche la bandiera dell'Europa e, quindi, la vostra tazzina di caffè "nero", fumante, e la vostra rosa "rossa" contribuiscono a rendere più colorati il nostro locale e la nostra vita.
Oggi voglio parlarvi ancora della Unione Europea, della sua intuizione da parte di Altiero Spinelli e della sua attuale faticosa costruzione!
Purtroppo, di recente abbiamo visto la formazione di “direttori” di Stati, a due o a tre ( Germania, Francia e ora Italia), che, in un momento così delicato a causa della tempesta monetaria che si è scatenata nel nostro continente, appaiono più come strumenti per arroccamenti nazionalisti ed egoistici, che fornitori di soluzioni di sostegno solidale ai paesi in difficoltà ed anche alla intera Europa, .
Per questo è sempre più difficile parlare di Stati Uniti di Europa.
L'Unione Europea, questa organizzazione sovranazionale ancora politicamente incompiuta, attualmente limitata nei poteri nelle sue diverse Istituzioni, oggi, viene, infatti, percepita dai cittadini dei paesi membri, come causa di diffuso malessere; anzi viene vista come una "sovrastruttura" che crea solo vincoli e normative che, a loro volta, si traducono in rinunce e sacrifici per tutti.
Questa incompiutezza politica, e il conseguente disinnamoramento della idea di Unità Europea, purtroppo, non favoriscono la consapevole partecipazione dei cittadini d'Europa al funzionamento delle Istituzioni europee e quindi non si ottiene neanche una vera coesione tra i popoli coinvolti nel processo di unificazione.
Altiero Spinelli sottolineava che l'architettura europea doveva essere:
Il prodotto della tensione tra la visione radicale dei federalisti e l'approccio pragmatico degli uomini di Stato “.
Senza questa tensione, diceva, non si sarebbe ottenuto niente; la visione dei federalisti sarebbe rimasta una utopia e il pragmatismo essenzialmente conservatore degli uomini di Stato non avrebbe portato da nessuna parte “
Oggi appare evidente che prevale il pragmatismo conservatore degli uomini di Stato che, per il momento, hanno accantonato i “ portatori di utopia”, che, invece, sono il sale che fa “lievitare la pasta politica”. 
Hanno quindi accantonato anche l'dea di una costruzione architettonica armoniosa dell'Europa!
Questa è conseguenza del fatto che l'unica Istituzione democratica che oggi esiste in Europa, il Parlamento europeo, non viene mai impegnato in decisioni politiche o economiche, che vengono assunte, invece, solo dai responsabili dei vari Stati Nazionali, mancando la base fondamentale, cioè: Una Costituzione condivisa, patrimonio di tutti.
Molti cittadini europei, senza questa carta fondamentale, cominciano a disinteressarsi e in alcuni casi a diventare anche ostili al processo di unificazione, di cui, forse, se ne stanno perdendo le ragioni politiche o, almeno, sono soffocate dagli egoismi economici dei singoli Stati.
Sembra si stia vanificando la visione di Altiero Spinelli, che dal carcere fascista di Ventotene, scrisse insieme ad altri, un Manifesto che, settant'anni fa, preconizzava una Europa libera e unita.
Tutto ciò, ribadisco, è la conseguenza nefasta del fatto che la vita comunitaria è, oggi, ancora dominata, in modo miope, esclusivamente, dal fattore economico.
In un momento di grave crisi economica come questo, non ci si può meravigliare, perciò, se la integrazione europea viene ancora minata da spinte nazionalistiche.
Spinelli diceva ancora:
Il principio veramente fondamentale (…) è quello secondo il quale le forze economiche non devono prevalere sugli uomini ma essere a loro sottomesse ed essere guidate e controllate da loro, come succede per le forze della natura (...)”
Parole veramente profetiche, che incitava il cittadino europeo, ad essere consapevole del suo compito e della necessità che egli dovesse porsi al comando di ogni processo di trasformazione economica, e gli indicava anche una via originale di sviluppo che lo avrebbe portato alla attuazione di una “economia sociale e innovativa di mercato”, l'unica che gli poteva evitare le trappole del liberalismo selvaggio o del dirigismo meticoloso!
Nelle società avanzate il "CAPITALE UMANO" è il fattore più importante per l'incremento della produttività e per il suo valore culturale. Il Consiglio Europeo di Lisbona, solo nel marzo del 2000, puntando sul valore del "CAPITALE UMANO",  ha conferito alla Unione Europea l'ambizioso obiettivo di diventare l'"economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo", cioè una "economia basata sulla innovazione", rigettando così la logica del profitto perverso e devastante basato solo sulle speculazioni finanziarie e non sulla produttività. 
La innovazione, strettamente legata ai contenuti di conoscenza, di competenza, e di cultura di ogni cittadino, può diventare il motore della crescita in senso lato e della coesione complessiva della nostra società europea.
Purtroppo i governi europei non hanno, ancora, recepito questo insegnamento, per cui è inevitabile che oggi i loro popoli paghino le conseguenze innescate da speculazioni finanziarie che approfittano delle debolezze dei singoli Stati.
Questa crisi, infatti, sta dimostrando, ad una Europa divisa in tutte le sue attività economiche e politiche, che il liberalismo estremo è un ritorno alla barbarie, alla libertà del più forte di schiavizzare il più debole.
I vari governanti europei sembra non abbiano compreso appieno che la mondializzazione degli scambi e delle idee non permette loro alcuna scelta essendo, la mondializzazione, ormai, diventata un movimento irreversibile e che far funzionare le Istituzioni politiche comunitarie, unitamente ad un Mercato Unico solidale, sono ormai, delle necessità ineluttabili!
Arroccare i loro Stati è una azione stupida oltre che inutile, necessitando invece una netta "apertura" e una marcata ripartenza verso l'obiettivo di politiche economiche, sociali, di sicurezza, di solidarietà, comuni.
Per modificare gli stereotipi nazionalisti vi è necessità, innanzitutto, di mettere in atto una vera e propria “pedagogia politica” che, attraverso le azioni dei Movimenti e delle Stesse Istituzioni nazionali ed europee, orienti la percezione che i popoli europei hanno della costruzione di una Europa Unita, cioè la costruzione degli Stati Uniti d'Europa.
E' necessario, poi, che venga promosso un vero “patriottismo europeo” che inculchi prima nelle classi dirigenti e poi nei popoli il concetto di “cittadinanza europea”.
Eppure, i popoli europei hanno più argomenti che li uniscono rispetto a quelli che li dividono!
Abbiamo radici culturali comuni dalle quali ha preso le mosse l'odierna civiltà europea; abbiamo, infatti, in comune, i valori e le conquiste delle antiche culture greca, romana e cristiana.
Gli Stati Europei non sono altro che rami di un grande albero che cresce e si copre di foglie in quanto affonda le sue radici in un Humus comune.
Gli Stati Uniti d'America sono nati per la condivisione di valori comuni e si sono affermati perchè hanno creduto in un “sogno”, quello “americano”, che li ha portati a fondare Istituzioni, le più efficienti nel mondo in termini di libertà, di efficacia e di controllo politico, a difesa della “sovranità del popolo”.
Non sarebbe affatto utopico, che anche noi Europei concretizzassimo il nostro " sogno"; ci orientassimo verso una organizzazione di quel tipo e promuovessimo gli Stati Uniti di Europa, con a capo un Presidente, eletto in modo diretto dai cittadini e dotato di ampi poteri, ma  monitorati da un meccanismo di controllo da parte delle altre Istituzioni politiche.
Credo che la nuova Carta Costituzionale d'Europa, per il momento accantonata, per la cosiddetta “pausa di riflessione” determinata da derive nazionalistiche, unitamente all'elezione diretta del Presidente dell'Unione Europea, debbano  essere promossi con forza.
Questo risponderebbe alla pressante richiesta di un nuovo spazio politico e costituirebbe un punto di riferimento unico per portare le  esigenze dei cittadini europei con più forza in tutte le sedi internazionali, eliminando i veti dei singoli Stati nazionali.

Un abbraccio e al prossimo incontro.