mercoledì 25 gennaio 2012

Un Appello per Saeed Malekpour, condannato a morte in Iran

Amnesty International, la più grande Organizzazione non governativa per la promozione e la difesa dei diritti umani, ha inviato la seguente lettera:

All'ayatollah Sadegh Larijani
Ufficio del capo della magistratura

Pasteur St., Vali Asr Ave.
a sud di Serah-e Jomhouri,
Teheran 1316814737
Repubblica Islamica dell'Iran

Signor Ministro,

Scrivo come cittadino canadese e membro di Amnesty International al fine di condividere la mia grande preoccupazione per il caso di Saeed Malekpour, un cittadino residente in Canada, che potrebbe essere sottoposto ad una imminente esecuzione di pena capitale in Iran.
Vi chiedo di rivedere con urgenza la sentenza contro Malekpour Saeed in quanto il suo processo non è stato fatto in conformità degli standard internazionali concernenti il diritto ad un processo equo. 
Inoltre, vi esorto a condurre un'indagine immediata e imparziale sulle accuse rivolte a Mr. Malekpour e anche sulle torture da lui subite durante la detenzione. Chiunque venga ritenuto responsabile di abuso, dovrebbe essere prontamente assicurato alla giustizia, al fine di garantirgli un processo equo. Infine, vi chiedo di dare assicurazione che qualsiasi confessione che venisse estorta con la tortura, non venga ammessa come prova contro di lui, perché questa violerebbe l'articolo 14 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, che l'Iran ha sottoscritto. 
Cordiali saluti!”

Amnesty, poi ha, così, riassunto i fatti:
Saeed Malekpour, ingegnere informatico, prima del suo arresto in Iran, dove si era recato nel 2008 per visitare i parenti, aveva creato un software per scaricare le fotografie che sarebbero  state successivamente utilizzate da altri per visualizzare immagini pornografiche.
Secondo i rapporti pervenuti, Saeed Malekpour sarebbe stato torturato durante la sua detenzione in una cella di isolamento, per oltre un anno, nel carcere di Evin. 

Saeed Malekpour, poi, è stato condannato a morte nel dicembre 2010 dopo aver subito un processo iniquo, in quanto egli è stato privato di un avvocato difensore. È detenuto nella prigione di Evin, dove ha trascorso molto tempo isolato e senza aver diritto ad alcun libro, nessun giornale e nessun contatto con il mondo esterno. “


Riportiamo di seguito, anche le azioni intraprese dal Governo Canadese:
Il governo del Canada ha sollevato presso le autorità iraniane le sue preoccupazioni per Malekpour Saeed in un certo numero di occasioni: 
Il 17 novembre 2010 nella Camera dei Comuni, il Segretario Parlamentare per gli Affari Esteri, Deepak Obhrai ha espresso la sua indignazione per le notizie riportate sulla detenzione illegale di Malekpour Saeed, precisando che il caso del signor Malekpour è quello in cui una persona deve affrontare una condanna a morte, in Iran, dopo  un processo molto discutibile , e che“ il Sig.'Malekpour non aveva avuto  accesso a un avvocato di difesa.''

In una dichiarazione datata il 1 gennaio 2011, l'Onorevole Lawrence Cannon, ministro degli Affari Esteri, ha espresso la sua preoccupazione in relazione alla situazione di Saeed Malekpour, un canadese residente , che è stato condannato a morte e la cui sentenza potrebbe essere eseguita in qualsiasi momento. Il Ministro Cannon ha, anche, esortato le autorità iraniane a mostrare compassione e misericordia verso coloro che sono detenuti nelle carceri iraniane senza alcuna buona ragione. Egli ha anche esortato l'Iran a rispettare il patto internazionale sui diritti umani e a sviluppare un dialogo più aperto con la comunità internazionale.

Questi i fatti che sicuramente colpiscono il nostro immaginario collettivo, sia per le modalità con le quali, come ha denunciato Amnesty, è stato celebrato il processo, sia per le motivazioni della sua condanna a morte.
Infatti, il giovane Malekpour Saeed, reo di aver progettato solo un software per scaricare foto sul web, è stato ritenuto colpevole dalla Giustizia iraniana con la seguente motivazione di sentenza: condannato a morte per aver "creato e ospitato siti web per adulti," per aver, inoltre, provocato "una rivolta contro il regime" e, infine, per "insulto all'Islam ".

Dopo le pressioni del governo canadese, comunque, il verdetto era stato revocato nel giugno 2011.
Di recente, i parenti del signor Malekpour hanno appreso, però, che l'ultima decisione era stata nuovamente revocata e che la sentenza poteva essere eseguita a breve.
Il mondo intero, sta, ora, sostenendo l'appello di Amnesty International a favore di Malekpour Saeed, il cui caso si inserisce nel più ampio contesto che riguarda sia la battaglia contro la pena di morte e l'uso della tortura,  sia la difesa dei diritti dell'uomo.

Anche il web mondiale si è mobilitato perché appare incredibile che un uomo possa essere condannato per aver solo creato un software che illecitamente viene usato da altri, a fini criminali.

Non è chi ha creato una tecnologia, dicono, che può essere considerato colpevole ma solo l'uomo che la usa per fini criminali! 
Ed è questo il caso dell'ingegnere Malekpour Saeed. 

Questo è un principio di diritto e di civiltà!

Sosteniamo anche noi l'appello di Amnesty!

3 commenti:

  1. Mi associo all' appello per la liberazione di Saeed Malekpour, trattenuto in carcere e addirittura condannato a morte con accuse improponibili, inique. Non si può condannare una persona per aver elaborato un SW.
    Alien1it da Twitter

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  2. Sono assolutamente d'accordo!!!Mi associo anche io all'appello per la liberazione di Saees Malekpour!!!è solo un ragazzo, come me, come tanti, che con il suo talento ha creato un semplice software, un prodotto buono!!!In altri paesi avrebbe ricevuto solo riconoscimenti e soddisfazioni, e INVECE è ingiustamente accusato LUI di un uso illecito del software da parte di altri !!!AIUTIAMOLO!!!SALVAGUARDIAMO I DIRITTI UMANI!!!E SALVAGUARDEREMO ANCHE I NOSTRI!!!SIAMO TUTTI UGUALI!!!

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  3. Condivido l'appello facciamolo girare in rete.

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