martedì 18 dicembre 2012

"SILENZIO, PARLA SOLTANTO QUANDO SEI INTERROGATO!"



Care amiche e cari amici,

La conversazione di oggi, davanti ad un caffè e ad una rosa, ha come argomento la:

   “Felicità”
unita ai “Sogni” che ne sono il motore, e il  rapporto che essa ha sia con la “Società”, sia con lo "Stato", sia con la "Politica".


Parleremo, in questo Post, solo della nostra Felicità nella Società, per capire se quest'ultima è organizzata per farcela raggiungere.

Vediamo, innanzitutto, cosa rappresenta, per noi, la “Felicità”.
Pretendere la felicità nella vita è un sogno. Vivere la vita camminando verso la felicità è un ideale. 
(Luigi Giussani).


La frase succitata mette a fuoco un principio fondamentale:
L'uomo in generale, durante l'intera sua vita, è alla ricerca di quelle sensazioni ed emozioni che lo facciano star bene e lo appaghino in ambiti quali, ad esempio, il matrimonio, il lavoro, il tempo libero, i rapporti sociali, l'auto-realizzazione, la salute e la partecipazione alla vita pubblica. 
L'uomo, in una parola, è alla ricerca di quello stato emotivo di “benessere” chiamato "Felicità" che può raggiungere
solo se gli è permesso di perseguire e, magari, realizzare i propri “Sogni”, piccoli o grandi che siano.
I sogni realizzati, infatti, si associano alla felicità, perché essa è l'emozione che segue il soddisfacimento di un bisogno o la realizzazione di un desiderio.
Tale emozione incide sulla personalità di ognuno, perché fa sviluppare delle caratteristiche psicologiche importanti.
Eppure, sempre più spesso del dovuto,viene detto:

"SILENZIO, parla soltanto quando sei interrogato!",
addirittura in Casa, quindi nella Società, soprattutto nella Scuola, e perfino nelle buone maniere.

Così, sicuramente, questa Società, non permette di essere felici, perché, è evidente, che essa è organizzata per “plagiare” e rendere tutti "introversi" e "insicuri".
Infatti essa fa in modo di bloccare qualsiasi nostra apertura al "nuovo" e al "diverso" sui quali e con i quali, di solito, si costruiscono e si realizzano i "sogni individuali". Questo modo brutale di fare e di dire della nostra Società, perciò, è fonte di grande e continuo disagio per noi (ed è "voluto"!) e avviene troppo spesso, per cui siamo indotti, sempre più, a rifugiarci nel limbo dei sogni perduti o infranti, e, man mano, siamo indotti anche a perdere qualsiasi atteggiamento da “vincente”.
Quindi la maggioranza di noi è portata a “mollare”!
Nel momento in cui, però, facciamo avvenire tutto ciò, in quel preciso istante, non facciamo altro che farci risucchiare nell'unico “rifugio” che ci viene offerto, ad arte, da questa Società,  organizzata dal Potere economico e/o Politico, come sicuro e tranquillizzante: cioè, nella “MASSA OMOLOGATA”, che, però, soffoca, la nostra "individualità".
Basta leggere Omero, perfino la Bibbia e quanto pervenuto fino ad oggi dagli scritti sui grandi Imperi del passato, da tutta la Letteratura Greca e Latina, da quella Medievale, Rinascimentale, via via sino ad oggi, per comprendere che la “Storia” e tutte le "espressioni artistiche e non", non sono altro che “l'agiografia”, quasi fosse il racconto della vita di un Santo, di questo “Sistema Societario Organizzato”, cioè, che, da sempre, viene presentato come “taumaturgico”, capace di fare miracoli; L'unico, ci fanno credere, in grado di alleviare le nostre ambasce personali quotidiane.
Ci viene, così, inculcato un concetto fondamentale: 
l'essere umano deve ambire a raggiungere solo la “Felicità Comune” e non la “Felicità Personale”, perciò deve vivere una vita ordinata secondo canoni prestabiliti dall'alto, fatti di  regole, di abitudini e di convenzioni. 
Eppure la "Felicità comune" non può essere qualcosa di diverso dalla sommatoria delle "Felicità Personali", diversamente sarebbe un controsenso, perché la massa sarebbe  contenta ed il singolo che la compone, no. Un assurdo!
Veniamo convinti, quindi, che la "felicità comune" è l'unico “miracolo” che l'uomo può invocare o sperare, ed è per questo che ci si costringe a restare intruppati, al sicuro, nel Dedalo” della “Massa”.  
Ci si convince, inoltre, che:
l'unico generatore simbolico dei nostri comportamenti, per emergere da questa "massa", deve essere solo ed esclusivamente il 
Denaro” 
e che conta più "l'avere" che "l'essere"!
Veniamo convinti che averne tanto, di denaro, ci permetterà, di emergere, ma non  ci accorgiamo, però, che,  comunque, pur sgomitando per raggiungere la vetta, restiamo sempre, al più, "individualità" affogate nella Massa e quindi asservite al Potere che, di volta in volta, con le sue bande organizzate, prende il sopravvento nel nostro Paese. (ieri il Re e Mussolini, poi la Partitocrazia con il C.A.F, quindi Berlusconi e Monti. Domani? Forse di nuovo Monti).
Forse è per questo che, pur avendo ancora oggi, in privato, la “testa elevata verso il cielo” e gli occhi che "guardano lontano", ci siamo convinti che, nella Società, è bene “tenere sempre i piedi per terra, quasi striscianti”!
Invece, se lo approfondiamo, tutti questi messaggi fanno parte di una specie di “televendita” e/o non sono altro che falsa propaganda per accreditare un Sistema “verticistico” di Società che annulla “l'individuo” e rende, perciò, "squallida" la realtà.
Per questo molti sognatori delusi e impotenti hanno vagheggiato e vagheggiano un “Ritorno” alla “Età dell'Oro”, un “Ritorno” al “Paradiso Terrestre”. 
La Letteratura ne è piena!
Ma quand'è che pezzi di umanità hanno vissuto nell'età dell'oro, tanto da provare , in alcuni momenti, una così struggente nostalgia?
Se ci pensate bene, vi accorgerete che un periodo di felicità lo abbiamo avuto quasi tutti: 
la nostra Infanzia”!
Una età dell'oro, nella quale era tutto permesso, tutto veniva sopportato, anzi si veniva lodati ed incoraggiati per le cose che facevamo di nuovo e di insolito e tutti erano disponibili e dialoganti con noi.
Questo aveva una grande influenza sulla nostra personalità, in genere, e sulle sue caratteristiche precipue, quali: estroversione, fiducia in noi stessi, sensazione di controllo sulla propria persona e sul proprio futuro.
Quella, per ognuno di noi, era "l'età dell'innocenza",  ed eravamo, per questo, soprattutto, dei grandi sognatori
Sognavamo di fare la scienziata, la dottoressa, l'ingegnere, la ballerina, l'astronauta etc.
Ma allora cosa è successo? 
Quando, e come, siamo stati cambiati?
L'incantesimo, per ognuno di noi, ha avuto termine nel momento in cui siamo stati in grado di esprimere i primi concetti importanti con la parola e siamo stati in grado di operare le prime scelte.
Da quel momento in poi, i nostri genitori, in perfetta buona fede e con l'intento di fare il nostro bene, hanno cominciato ad imbrigliarci, a "conformarci" alla società, con tutto il bagaglio di raccomandazioni e condizionamenti (attento a questo, attento a quello; non è decente; ti fai del male, etc.) lasciatogli, a loro volta, dai loro genitori e così via a ritroso, eredità di un condizionamento che la “Società” e il “Potere laico o religioso” avevano già imposto a tutte le generazioni precedenti.
I nostri genitori ci hanno, perciò, indirizzati verso situazioni che loro conoscevano bene (studi, professione, idee, cittadinanza, credere, obbedire, combattere, etc.), incutendoci, soprattutto, paura, (del futuro, delle situazioni), cercando perfino di tarpare le nostre emozioni, e hanno sempre cercato di reprimere il "fanciullino sognatore" che c'è in noi, perché ritenuto poco razionale e troppo libero ed indipendente, e che, quindi, sarebbe stato guardato con sospetto dalla Società.
Ci hanno sempre inculcato il principio: "Chi si accontenta gode!"

Tale atteggiamento "omologante" è continuato nella Scuola che, da sempre, è espressione del "Potere Conservatore", e come tale, difficilmente fa sviluppare la creatività;  è proseguito anche  nel "Posto di Lavoro", con tecniche simili, in cui la prassi e il protocollo sono dei tabù intoccabili.

Eppure le Emozioni e, soprattutto i Sogni, sono componenti fondamentali della nostra vita, danno colore, calore e sapore all'esistenza.

Chi è felice e libero, non ha “paura di nulla e di nessuno!
Osa e apre le porte al mondo”!

In conclusione, questa Società opera su di noi, quindi, una serie di imposizioni il cui intento è quello  di trasferire, sulla nostra persona, Modelli,  prefabbricati, elaborati  dal Potere.
Ciascun essere umano, invece,  è unico e, come tale, irripetibile, artefice dei suoi progetti e non standardizzabile.

Questo è il messaggio fondamentale che intendo sottolineare!
Mi piace citare  Kahlil Gibran”:
"Per me, vita concreta, vita vera, vita pratica, significa avere pensieri più grandi, sentire più a fondo, immaginare cose inusuali e andare ancora avanti... La visione è la cosa più "pratica" del mondo".
(tratto dal libro “Le parole dette”)
La Storia è fatta, del resto, da idee e spirito di avventura e da persone che vedono una opportunità dove altre vedono il pericolo o il fallimento, come Marco Polo, Gutenberg, Colombo, Martin Luther King, William Wallace, Marie Curie, Mahatma Gandhi, Thomas Edison, Giovanna d’Arco, Albert Einstein e tanti altri che hanno fatto progredire l'umanità, realizzando i loro sogni.
Cerchiamo, quindi, di avere sempre la stessa spinta emotiva di Icaro che concretizzò il suo sogno di uscire, con delle semplici ali di cera, dal Labirinto creato dal Padre Dedalo; labirinto generato e immesso
nel “senza uscita”, nel “non senso”, proprio come è la nostra Società.

Non facciamoci, inoltre, frenare dal fatto che Icaro è precipitato; questo è accaduto solo perché egli ha esagerato il suo sogno di libertà sublimandolo in quello ancora più grande: di raggiungere il Sole, cioè, la verità e la conoscenza, epperò, lo ha fatto con mezzi inadeguati e in un ambiente ostile e deleterio proprio per i mezzi che usava.
L'unico limite "momentaneo" ai sogni che dobbiamo avere, quindi, è quello di commisurarli sempre e di farli procedere, sia in base alle nostre capacità, sia in base alle potenzialità e/o agli ostacoli e alla inadeguatezza dell'ambiente in cui cerchiamo di realizzarli. 
Qualora le potenzialità siano basse e/o gli ostacoli e le inadeguatezze dell'ambiente siano alti, dobbiamo, perciò, adoperarci anche per cambiare il nostro "ambiente" di vita e non farci scoraggiare. 
La nostra grandezza sta nel coltivare i propri sogni, a prescindere dalle circostanze esterne, cioè a prescindere  da una Società che giudica, critica e condanna anche quando non ne ha il diritto, per omologarci.

Infatti:
"IL FUTURO APPARTIENE A COLORO CHE CREDONO NELLA BELLEZZA DEI PROPRI SOGNI" 
(Eleanor Roosevelt)

e, (aggiungo io), 


"Il Futuro appartiene a quelli di noi che sono capaci di usare "spirito critico" per valutare "l'esistenza umana" e a quelli che usano, soprattutto, "tre mezzi"  per fare ciò: 
  1. lo studio di se stessi; il più difficile, il più insidioso ma anche il più fecondo, perché si studia l'individuo col quale ci toccherà vivere, in compagnia, fino all'ultimo giorno; 
  2. l'osservazione degli uomini; che cercano sempre di nascondere i propri segreti o, al contrario, di convincerci che ne hanno; 
  3. le letture, in genere; anche se bisogna stare attenti a possibili caratteristici errori di prospettiva che, spesso, sorgono tra le righe, e che, perciò, non dobbiamo subire."
Solo così si potrà evitare che la Società ci massifichi e, al contrario, ridia libertà ed opportunità alle nostre "individualità creative"
Purtroppo c'è da dire che "gli ambienti" in cui ognuno di noi è costretto ad operare non sono i più felici e stimolanti per realizzare i propri sogni e, quindi, perseguire la propria Felicità. Questi ambienti, purtroppo, sono  rappresentati, oltre che da questa Società, anche da questo "Stato" e da questa "Politica", tutti estremamente negativi per noi e per le nostre "individualità".
Dobbiamo far sì, quindi, che: 
lo Stato  ci dia "i Mezzi e le Opportunità" e che questa Politica abbia le "Visioni" per creare gli "Strumenti" adatti per
 "PROGETTARE un FUTURO migliore"

Per questi ultimi due ambienti chiediamoci:
In che modo ci ostacolano?  
Come fare per evitare tutto ciò?
Del rapporto tra la nostra Felicità e lo Stato e del rapporto tra la nostra Felicità e la Politica ne discuteremo, però, nei prossimi Post.

Un abbraccio.

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