Care amiche e cari amici,
la vostra compagnia sempre più numerosa, attenta e reattiva mi rende sempre più speranzosa per il futuro della nostra Italia, oggi in mano ad una casta che, al solo nominarla, mi “prudono le mani”.
Comunque il nostro spazio virtuale non avrebbe alcun senso se non ci fosse un bel caffè ristretto e il profumo della rosa che mi preme di offrirvi, prima di ogni altra cosa.
Da quando c'è il governo Monti tutta la casta cerca di riposizionarsi in ambito legalitario, di apertura alla gente, di copertura del proprio passato o, peggio ancora, cerca di mistificarlo.
Non si sente altro che :
- “lo faccio per l'Italia”, “per il mio senso di responsabilità”(B.) e, invece, lo fa per interessi propri, del proprio partito e delle proprie aziende,
- “i cittadini devono scegliere”, “questo Porcellum deve essere cambiato per ridare la parola ai cittadini” ma poi iniziano una serie di discussioni che servono a far si che “tutto cambi perché nulla cambi”,
- “dobbiamo tagliare le spese della politica” ma poi dicono “lo devono fare quelli della prossima legislatura”,
- “gli evasori vanno stanati” e poi si arrabbiano per i blitz della finanza,
- “l'Italia è bloccata da uno Stato spendaccione, inefficiente e per gli interessi corporativi” e poi fomentano le rivolte dentro e fuori il Parlamento, nel momento in cui Monti mette mano alle liberalizzazioni,
- “abbiamo presentato le nostre proposte in Parlamento” ma perché non agli Italiani?,
- "Monti sta realizzando il nostro programma", ma allora perché non lo avete fatto voi?
Questo è un "gioco tragico" che potrete continuare voi, se però non avete la pressione alta, altrimenti ve lo sconsiglio perchè vi sono delle gravi controindicazioni.
Vi siete mai chiesto perchè, se un cittadino normale ruba viene subito arrestato e condannato anche perché, non avendo avvocati di grido, non riesce a far prescrivere il reato?
Vi siete mai chiesto perchè, se un cittadino normale è un assenteista cronico sul posto di lavoro, viene, subito, licenziato?
Vi siete mai chiesto perchè, se un cittadino normale è incapace nel suo lavoro viene subito licenziato?
Perché il cittadino normale non fa parte della casta!
La risposta è che, mentre nella società vale il detto: “Chi rompe paga e i cocci sono suoi”, nelle Istituzioni vale, invece, il detto:“Chi rompe non paga, rimane al suo posto e i cocci sono nostri”!
Non solo, ma la casta inetta, fannullona e incapace continua a conservare tutti i suoi privilegi spropositati!
INOLTRE SI STANNO PREPARANDO A TORNARE COME SE NULLA FOSSE ACCADUTO!
Questo dobbiamo assolutamente evitarlo!
Voi potreste dirmi, "inutile preoccuparsi, tanto, alle prossime elezioni li mandiamo via, così, individui come questi, non ci nuoceranno più!"
Può darsi, ma bisogna vigilare perché questi sono capaci di riciclarsi con una tecnica che hanno usato in diverse occasioni e che, spero, di potervi spiegare chiaramente!
Questa tecnica potremmo definirla “trasformismo opportunistico”, che, a mio giudizio, è uno dei peggiori mali della democrazia dagli anni '90 del secolo scorso.
Il "trasformismo", storicamente, è un retaggio del passato che si può far risalire ai primi anni della unità d'Italia (Cavour, De Pretis, Giolitti), quando il trasformismo era una pratica politica che consisteva:
“nell'abbandono e nell'annullamento della tradizionale dialettica e differenza ideologica fra le varie parti politiche all'interno del Parlamento, per costituire nuovi gruppi politici”.
Il trasformismo era, anche:
" la capacità di repentini cambiamenti di linea all'interno di uno schieramento politico”.
Tali cambiamenti erano generalmente dettati anche dalla necessità di catturare il consenso di alcune componenti influenti della finanza e dell'industria, conciliandole a prescindere dalle eventuali differenze politiche. Il trasformismo storico può essere interpretato come una forma di flessibilità a governare, fermo restando la correttezza istituzionale dei ruoli.
“nell'abbandono e nell'annullamento della tradizionale dialettica e differenza ideologica fra le varie parti politiche all'interno del Parlamento, per costituire nuovi gruppi politici”.
Il trasformismo era, anche:
" la capacità di repentini cambiamenti di linea all'interno di uno schieramento politico”.
Tali cambiamenti erano generalmente dettati anche dalla necessità di catturare il consenso di alcune componenti influenti della finanza e dell'industria, conciliandole a prescindere dalle eventuali differenze politiche. Il trasformismo storico può essere interpretato come una forma di flessibilità a governare, fermo restando la correttezza istituzionale dei ruoli.
Oggi, con il cosiddetto bipolarismo, che avrebbe dovuto eliminare tale anomalia, il “trasformismo” si è invece modificato, diventando, come detto, solo "opportunistico"; infatti ne possiamo dare la seguente definizione:
"si ha il trasformismo, quando gruppi di potere ricorrono sia ad azioni chiaramente dettate dal solo scopo di mantenere la maggioranza parlamentare o a rafforzare il proprio schieramento politico, sia alla consuetudine di evitare il confronto parlamentare e ricorrere a compromessi, clientelismi e sotterfugi politici, a prescindere dalle eventuali incoerenze ideologiche”.
"si ha il trasformismo, quando gruppi di potere ricorrono sia ad azioni chiaramente dettate dal solo scopo di mantenere la maggioranza parlamentare o a rafforzare il proprio schieramento politico, sia alla consuetudine di evitare il confronto parlamentare e ricorrere a compromessi, clientelismi e sotterfugi politici, a prescindere dalle eventuali incoerenze ideologiche”.
Negli avvenimenti degli ultimi 30 anni tale pratica è diventata quasi la prassi.
Poiché credo che non possiamo andare avanti per definizioni, corre l'obbligo di formulare alcuni esempi avvenuti all'avvento della Repubblica, che sono, poi, quelli che più chiariscono l'attuale assetto politico italiano.
Vi fu, per prima, fine anni '70, la stagione del “Consociativismo tra DC e PCI”, per il quale le forze di opposizione venivano coinvolte surrettiziamente e parzialmente nelle scelte di governo e più spesso nella gestione, alterando la limpidezza del confronto democratico, tipico delle situazioni in cui non si verifica alternanza. Quella stagione ci ha provocato non pochi danni, specialmente in economia, facendo aumentare il nostro "debito pubblico".
Essa dominò la vita parlamentare italiana fino alla formazione dei governi di centro-sinistra della fine anni '80.
Infatti in quel periodo vi fu lo slittamento al centro del "Partito Socialista Italiano", permettendo alla DC di spezzare il proprio legame occulto con il PCI.Sul finire di questa Prima Repubblica, poi, la trasformazione politica dei partiti culminò con la progressiva perdita delle classiche discriminanti fra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano, venute meno in virtù degli sconvolgimenti politici internazionali, come la caduta del muro di Berlino, nell'89.
Infatti, il PCI, il 3 febbraio 1991 si sciolse, riaggregandosi nel nuovo "Partito Democratico della Sinistra", passando dall'ideologia comunista alla Socialdemocrazia.
Allo stesso modo degli ex-PCI, anche personalità eminenti dei partiti laici come Giorgio La Malfa, del PRI, e Mariotto Segni, della DC, costituirono una piccola coalizione denominata Alleanza Democratica (AD).
La dialettica politica, come capite, già dagli anni '80 aveva avuto uno scadimento notevole, perdendo di pregnanza ideologica.
Infatti, le posizioni politiche, quando avvengono tali fenomeni, diventano sempre più trasversali, e le alleanze si fondono e si sciolgono facilmente, mentre le coalizioni politiche si rivelano fragili, perché sempre soggette al ricatto di singoli individui politici - o talvolta di gruppi più numerosi.
Infatti, le posizioni politiche, quando avvengono tali fenomeni, diventano sempre più trasversali, e le alleanze si fondono e si sciolgono facilmente, mentre le coalizioni politiche si rivelano fragili, perché sempre soggette al ricatto di singoli individui politici - o talvolta di gruppi più numerosi.
Tangentopoli nel '92, infine, spazzò via la DC, il PLI, il PSI.
Quindi nacque la Seconda Repubblica con l'avvento di “Forza Italia” che compì la più grande operazione di "trasformismo opportunistico" di tutta la politica Italiana, dall'Unità.
Nella Seconda Repubblica, infatti, il trasformismo opportunistico è rimasto la costante più radicata nella politica italiana, accentuando, per di più, le proprie caratteristiche, in una evoluzione su più larga scala, capace di stravolgere non più un solo partito o una intera classe sociale, come avveniva precedentemente, bensì riuscendo a stravolgere il sistema politico nella sua interezza.
Infatti, la classe politica italiana, alla luce dello scandalo di Tangentopoli, non fu in grado, o non volle rinnovarsi col passaggio dalla Prima Repubblica alla Seconda, e non riuscì ad invertire la tendenza alla corruttela e al malcostume politico, quindi, ha trasformato sé stessa ed i suoi propositi di rinnovamento, in una sorta di partito per attuare una vendetta contro la Magistratura e il partito degli onesti, come hanno evidenziato le cronache.
Nel 1993, infatti, circa un anno prima delle elezioni politiche del 1994 che segnarono la fine della Prima Repubblica, la stessa nascita della Seconda Repubblica sviluppatasi sulle ceneri della Prima, annoverò, fra i suoi fattori di sviluppo, la presenza di vistosi fenomeni trasformistici nello scenario politico.
Essa si sviluppò in modo tale che il "vecchio" e il "nuovo", i "vincitori" e i "vinti" della politica italiana si mescolassero durante il ricambio politico tra la Prima e la Seconda Repubblica, riuscendo a garantire continuità allo stesso sistema. In questo momento è datata, infatti, la nascita di “Forza Italia”, partito padronale, che è nato con il "peccato originale" della prima Repubblica.
Insomma ci siamo ritrovati con gli stessi corrotti, incapaci e golpisti o, nella migliore delle ipotesi, con i loro figliocci o i loro portaborse! Gli italiani pensavano, allora, di essersene liberati! Oggi ci accorgiamo che si erano solo trasformati!
L'affermarsi di un modello bipolare e tendenzialmente bipartitico, nella Seconda Repubblica, non ha mai posto fine alle pratiche trasformistiche, che, anzi, sono state facilitate dall'assenza di contrapposizioni ideologiche e divergenze di programma politico, nette, che hanno fatto sembrare un eventuale cambio di appartenenza politica meno incoerente e più accettabile dal punto di vista etico.
Nel '94 il MSI si trasformò prima in “Alleanza Nazionale””, riposizionandosi più verso il centro, poi confluì, nel 2008, nel “Popolo della Libertà, infine approdò, nel 2010, al FLI, dopo la rottura tra Fini e B. e oggi verso il raggruppamento di centro di Casini e Rutelli.
Il "Partito Democratico di Sinistra" nel '98 si è trasformato, prima, in “Democratici di sinistra”, poi, perdendo completamente la “S” di sinistra, è approdato, nel 2007, nel PD (Partito Democratico), con spezzoni di ex comunisti ed ex democristiani, operando l'avvicinamento al raggruppamento di centro, in atto ancora mentre scrivo, a breve distanza dalla destra di B.
Il mio più grande rammarico, infatti, è che manca, nella politica italiana, la GRANDE "S" della Sinistra Riformista e Innovatrice!
In pratica, sono rimasti a sinistra Vendola e Di Pietro!
In pratica, sono rimasti a sinistra Vendola e Di Pietro!
Il “Popolo della Libertà”, inoltre, pare, oggi, stia meditando una nuova “trasformazione” per operare nuove aggregazioni.
Insomma in Italia, come vedete, è avvenuto e sta avvenendo, sotto i nostri occhi, anche in questo momento, un "pateracchio", facilitato dallo scadimento dei principi e della funzione dei partiti, che dovrebbero essere, invece, il lievito della democrazia.
I partiti risultano, infatti, screditati dalla corruzione dilagante al loro interno, privi di idee a causa dalla mancanza di dialettica e di democrazia interna, aggravate dalla
I partiti risultano, infatti, screditati dalla corruzione dilagante al loro interno, privi di idee a causa dalla mancanza di dialettica e di democrazia interna, aggravate dalla
“madre di tutte le nostre sciagure”, cioè la Legge Porcellum
che ha messo in mano ad oligarchie, la vita e il potere dei partiti. E' necessaria quindi una "liberalizzazione in senso democratico" all'interno dei partiti stessi, che permetta, anche, una azione partecipativa dall'esterno, legalmente organizzata, per la scelta dei candidati. I partiti, che sono la base della democrazia, solo così potranno riprendere la loro missione preconizzata dai nostri Padri Costituenti, all'art.17 della Costituzione, in quanto i candidati sarebbero a stretto contatto con gli elettori e dovrebbero rispondere, in un certo senso, a loro! Questo potrebbe essere un buon antidoto contro il trasformismo, che viene reso lecito anche dal cosiddetto "vincolo di mandato", istituito dall'art. 67 della Costituzione!Infatti il trasformismo è favorito dalle Costituzioni moderne che conferiscono piena libertà morale ai parlamentari eletti, i quali hanno sì, un patto di fiducia politica con l'elettorato, scevro, però, di diritti e doveri, e, quindi, privo di alcun mandato imperativo verso il proprio collegio elettorale. I parlamentari, infatti, hanno un obbligo puramente morale, non giuridico, e una volta eletti hanno piena indipendenza di opinioni e di condotta e, dal punto di vista della legge, non rappresentano altro che sé stessi.
E'necessario, perciò, che la nostra democrazia si liberi di questo virus del trasformismo opportunistico, che ha fatto ammalare la democrazia stessa, la quale dovrebbe essere basata, invece, sulla “dialettica politica” e sulla contrapposizione pragmatica, sul modo diverso di affrontare uno stesso problema, da diverse posizioni nette e distinte.
E' importante, quindi, riflettere non solo sulla modifica o sulla formazione di una nuova Legge Elettorale, evidenziando, però, la necessità di inquadrarla in un sistema di grande chiarezza politica, morale e sociale.
In conclusione si deve far si che, comunque, :
Innanzitutto, "chi ha sbagliato paghi" e non venga più rieletto!
Questi politici, unitamente ai loro Leader, soprattutto quelli ai quali va addossata la colpa maggiore della nostra attuale situazione di Emergenza in diversi ambiti, dal politico, all'economico, al morale, al sociale, devono andare assolutamente a casa!Poi, dobbiamo fare in modo che, noi e solo noi, possiamo scegliere oculatamente, con un sistema democratico, i nostri candidati, che devono assolutamente rispondere a noi delle loro azioni!
Un abbraccio
Sono la prima ad esprimere un parere,bene.Spero che dopo l'esperienza del ventennio berlusconia-leghista,le persone tutte abbiano capito che vivere solo l'effimero prima o poi costa caro a tutta la comunità.Altro punto di vista, i politici che non ne escono certo con onore,anzi questo governo tecnico è la chiara fotografia del fallimento di tutta la politica italiana,miope ,provinciale e arrogante che tacita le persone urlando e non contrapponendo fatti o opinioni.Ora la palla passa in mano alla sinistra,che non deve ulteriormente dividersi in sinistra radicale e sinistra europeista come sta avvenendo.Questo è l'ultimo treno per rilanciare anche a livello europeo un modello di economia sostenibile,etica e solidale;se non ora quando ? Presto cambieranno i governi di Francia e Germania,vediamo di non cadere dal pero,impreparati al futuro quando esso è appena un passo più avanti di noi.Condividete ? O dissentite ?Ciao.
RispondiEliminaIl tuo post è una lucida disamina e una gradevole lezione di storia. Ogni tanto un ripasso non fa male. Una cosa mi preoccupa: la caparbietà dell'ignoranza degli italiani. Sai in quanti mi dicono"continuerò a votareB. grandissimo uomo che x colpa della sinistra non ha potuto realizzare il suo programma" quindi lo rivoteranno, incapaci di ammettere di essersi sbagliati, xchè l'ignorante non ammette i propri errori ma si concentra nel difenderlo allo spasimo. SOLO LA CULTURA CI PUÓ SALVARE. cultura che nasce nelle scuole e illuminata da professori onesti e preparati.
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