domenica 4 marzo 2012

I GUASTI DEL POPULISMO

Amiche care e amici cari,


L'atmosfera del nostro caffè da Graziella è sempre deliziosa, profuma non solo di caffè e di rosa, ma di amicizia affettuosa e sincera.
Che bella sensazione condividere le proprie idee, confrontarsi, crescere insieme!
Lo sconforto che mi assale spesso e, noto dai vostri interventi, che succede anche a voi, riguarda l'impotenza di non poter cambiare le cose per il meglio del nostro paese.
Forse scambiandoci le nostre riflessioni, e ritornando sugli argomenti che ci assillano da parecchio tempo, possiamo scovare un aspetto che non avevamo considerato.
La principale impotenza che sento, è l'essere rappresentata da "nominati" dai capi dei partiti e NON da parlamentari eletti liberamente da noi.
La conseguenza più triste è vedere, poi, che il Parlamento e la Politica nei partiti o nel sottobosco dei vari Enti sanguisughe, rappresentano, per una buona parte degli italiani nullafacenti e falliti, ormai un POSTO FISSO di ALTO GUADAGNO SIA NELL'IMMEDIATO CHE PER IL FUTURO, PER DI PIÙ', SENZA LAVORARE, visti tutti i privilegi che hanno predisposto, sia a livello locale che nazionale, per assicurarsi un presente e un futuro dei più ricchi, anche rispetto agli stessi politici dei paesi Europei e mondiali.
A livello nazionale una legge elettorale che nella sua intenzione avrebbe dovuto assicurare il bipolarismo e quindi la stabilità e la governabilità, è stata trasformata in una legge che, di fatto, ha ammazzato la democrazia, sostituendola con quella deformazione che è la democrazia populista. 
La democrazia, vera, lo sappiamo, è nata quando, nell'antica Grecia, un gruppo di uomini - del resto differenti per ricchezza e potenza - hanno proclamato il diritto a essere uguali e a governare. 
Sappiamo inoltre che la nostra , secondo la Costituzione, fino a poco tempo fa è stata una vera democrazia rappresentativa che è quella forma istituzionale e politica che garantisce, io credo, nel modo migliore, quelle aspirazioni verso l'uguaglianza, la giustizia, il diritto, che la democrazia stessa rappresenta. Sappiamo, anche, che questo tipo di democrazia lascia, purtroppo,  sussistere anche delle ineguaglianze, specialmente nell'ordine economico e sociale, ma è pur sempre migliore di quella che all'altro estremo oggi passa sotto il nome di "democrazia" ed invece sono forme più o meno anarchiche, più o meno irrazionali. La chiamano democrazia diretta, che noi chiamiamo, anche, "democrazia populista" o "populismo", con un termine che ha acquistato di recente, con l'avvento di B, sempre più importanza. 
La democrazia populista è una insidiosa deformazione della democrazia liberale. Nella democrazia populista il leader 'interpreta' il volere della masse. La sua legittimazione viene non tanto dal risultato elettorale, quanto dal suo rapporto esclusivo e diretto con i sentimenti profondi del popolo, che solo il leader interpreta e soddisfa. Quindi, chi si oppone diventa oggettivamente un nemico del popolo. 
La democrazia populista 'necessita' comunque di un nemico, indefinito e nascosto o palese e individuabile, al quale attribuire le difficoltà nel cammino dell'azione del governo. Organi dello Stato quali la magistratura, la Corte Costituzionale o la Presidenza della Repubblica, i media indipendenti, attori sociali non consenzienti, interessi economici e persino organizzazioni internazionali, possono tutti rientrare nel novero dei bersagli da stigmatizzare. 
La logica della democrazia costituzionale, così come (faticosamente) affermatasi in Occidente dopo la sua vittoria sui fascismi, invece è tutta diversa: eleva a valore supremo la divisione, il rispetto e il controllo reciproco dei poteri, e il pluralismo degli interessi e delle opinioni, garantito da separazioni di competenze e ambiti.
Lo strumento killer della nostra democrazia rappresentativa, quindi, è stato il Porcellum che ha favorito il populismo in maniera essenziale. 
Infatti ha permesso l'avvento al potere di un capo, di oligarchie di partito e di un numero di nominati, tanti quanti sono i nostri parlamentari, svincolati in modo assoluto dalla nostra Costituzione e, quindi, dal concetto Costituzionale di “DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA”.
Infatti, i componenti le nostre due Camere, oggi, NON RAPPRESENTANO PIÙ' NESSUNO, meno che mai noi cittadini.
Con il populismo, poi, IL POTERE E' DIVENTATO UNA MACCHINA PER RUBARE SOLDI in modo protetto! 
Con B. abbiamo avuto: crescita zero, aumento del debito pubblico, sforamento del rapporto deficit/PIL, azzeramento dell'avanzo primario. Invece, per un conflitto di interessi mai risolto, le sue aziende ed il suo patrimonio personale sono enormemente aumentati nei suoi anni di governo, favoriti da leggi ad personam e ad aziendam.
Tale sistema di democrazia, inoltre, ha creato nei parlamentari un certo disinteresse negli affari pubblici che ormai vengono decisi solo da uno o più potenti o su suggerimento delle lobby. 
Per questo si sono formati due tipi di ITALIA, che viaggiano su binari paralleli, una Italia, molto numerosa, quella che è onesta, lavora, che ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese e paga le tasse e un'altra Italia, poco numerosa, che si arricchisce sempre più e che non paga le tasse.
Il divario ormai è cresciuto sempre più fra i ricchi e i poveri, e questo perché la politica, intenta a fare gli affari propri, è fallita nel suo OBIETTIVO PRINCIPALE che era quello di perseguire il bene comune ed eliminare le sperequazioni.
Infatti, negli ultimi anni, invece di impegnarsi a fare provvedimenti sulla crescita, il nostro Parlamento si è solo occupato, come dei banditi da strada, di dare l'assalto alla “diligenza della spesa pubblica”, aumentando, in pochi anni sia la spesa pubblica sia il debito pubblico rispetto al PIL, come vi riporto nelle tabelle sottostanti, per farvi rendere conto del valore di chi abbiamo avuto al governo, specialmente dal 2005 in poi, dopo l'avvento del Porcellum. 


facendoci diventare straccioni e creando una situazione di “democrazia sospesa”. 
Le stecche blu sono relative agli anni di B., quelle rosse relative ai governi di sinistra. 
Nel 2011 il rapporto debito pubblico/PIL è salito a 120, lo stesso rapporto della Grecia di quando ha chiesto la prima tranche di aiuti alla UE, perché era l'inizio del fallimento!
Qualcuno mi potrebbe contestare dicendo che non è possibile, perché Tremonti aveva operato dei tagli alla spesa pubblica. I tagli effettuati da Tremonti sono stati solo quelli relativi alle "previsioni di spesa", per cui la spesa pubblica, nel suo complesso, invece, è sempre aumentata, come si vede dal grafico relativo, a causa degli sprechi che il governo B. non ha mai eliminati. Anzi, quasi per favorirli a vantaggio della politica,  ha penalizzato il welfare negli enti locali, creando indirettamente un aumento dei costi dei servizi, quindi un aumento di tasse, non dichiarato. L'importante era salvare la faccia! 
Un esempio di sprechi sono: l'aumento delle prebende negli enti locali; il finanziamento pubblico dei partiti, infischiandosi di un referendum abrogativo, e così via.
Forse con la "spending review" varata dal Governo Monti, se, poi, si fissano degli obiettivi seri, tesi a  diminuire gli sprechi (si parla di 5 miliardi l'anno), forse eviteremo nuove tasse e libereremo risorse da destinare alla crescita a favore di tutti, specialmente dei nostri ragazzi.


Un abbraccio.

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