mercoledì 31 luglio 2013

LA POLITICA CI FA FELICI?

Care amiche e cari amici,

questo è un Post che è rimasto come bozza per diverso tempo, e che non ho mai concretizzato appieno, in quanto timorosa “dell’astrattezza” del tema, fin dal suo incipit, basato su due domande:

La Felicità è necessariamente compito della Politica?

La Politica deve e può renderci felici?

Domande, all'apparenza, alquanto astratte!
Oggi mi sono resa conto, però, che l'astrattezza del tema è solo apparente, e che anzi, rispondere ad esse, come ad altre domande conseguenti, forse, permetterebbe di comprendere  meglio la situazione attuale, e, permetterebbe anche, dopo  una attenta analisi concreta sulle cause, di sviluppare qualche idea  sui rimedi da attuare per  sfatare pregiudizi e/o idee antipopolari, finora, propagandate come giuste.

Chiediamoci, perciò:


A) Come dovrebbe essere e come sarebbe dovuta essere la Politica?

La Politica, secondo i nostri "desideri", dovrebbe essere sempre:
  • la felicità dello stare insieme,
  • la felicità della vita sociale,
  • e, conseguenza delle prime due, la felicità del partecipare tutti alla “res publica”, 
La Politica la si sarebbe dovuta vivere e la si dovrebbe vivere, infatti, così come è stata idealizzata nel periodo di Pericle ad Atene, nella Repubblica Romana, nella Firenze del Rinascimento o nella Rivoluzione Francese.
  1. Con Pericle, infatti, la “Felicità” era il semplice “partecipare alla vita Democratica”.
  2. Nell'aristocratica Repubblica romana, invece, secondo Cicerone, la “Felicità” era la stessa “vita activa”, cioè la politica stessa, che era superiore alla vita contemplativa. Cicerone, infatti, se la prendeva coi “graeculi”, (oggi sarebbero quelli che non votano e stanno chiusi in casa) che, invece, sostituiscono la vita politica con la vita da cittadino privato, “dell’idiota”.
    Il semplice partecipare alla res publica, la politica, dava, quindi, "piacere", nel mondo classico, almeno secondo Cicerone, perché, diceva: 
"res non è una cosa ma è la causa di ciò che ci sta a cuore!"
quindi, sempre con Cicerone,
"partecipare alla cosa pubblica, produrre leggi, compiere questa attività che sembra invisibile ma che modifica il mondo, dà piacere e dà felicità a chi è impegnato; una felicità che non è individuale ma è collettiva";

"Io produco qualche cosa!"

    3) Nella Firenze del Rinascimento, dove la Politica, è vero, era dominata da oligarchie mercantili, illuminate però, scaturì una nuova percezione dell'uomo e del mondo, dove il singolo individuo, si diceva, fosse in grado di autodeterminarsi e di coltivare le proprie doti, con le quali poter vincere la Fortuna (nel senso latino, "sorte") e dominare la natura modificandola. Importante, in quel periodo, diventa anche la vita associata, che acquista un valore particolarmente positivo legato alla dialettica, allo scambio di opinioni e informazioni, al confronto. La Politica produsse Felicità, proprio per il benessere che procurava e perché promuoveva le arti ed i mestieri, facendo dell'Italia un "unicum" nel mondo, ancora oggi ammirato

4) Con la Rivoluzione Francese la Politica diventava: 
DEMOCRAZIA,
cioè “comando del popolo”, fondato su:
Giustizia, Libertà, Uguaglianza, Fraternità.
riconosciute vere fonti di Felicità per il  popolo, che, con la sua partecipazione attiva,  può costruire, da solo, il proprio benessere materiale e spirituale, tramite le opportunità che una Società fondata su tali principi può generare (un esempio: gli USA).

B) Invece, cosa è diventata la Politica in Italia negli ultimi venti anni?

Un dominio esclusivo, soprattutto in concomitanza dell'avvento del berlusconismo, solo e sempre degli stessi "personaggi mediocri" e delle persone "chiamate", definibili come una "casta", anche se avallate, a furia di promesse mai mantenute, dalla delega del voto popolare. 
Il voto popolare, di fatto, fino a pochi anni fa, è stato estorto con l'inganno, mentre dopo l'applicazione di  una legge elettorale truffa come il Porcellum, è stato estorto con una "sopruso antidemocratico".
B1) Quali le conseguenze di questo modo di fare Politica?
Per la mediocrità e l'incapacità di questa "casta", siamo entrati  nel tunnel tenebroso di un "disastro economico", dal quale non si vede alcuna luce che ne preannunci la fine. 
Del resto lo "sviluppo economico", lo si sa, è prerogativa di un Paese che si regge sulla "meritocrazia", cosa impensabile nell'Italia degli ultimi venti anni, dominata, in Politica e in parte dell'industria, da "mediocri affaristi in malafede". 
Come potrebbero dei "mediocri" promuovere la "meritocrazia"?
Tutto ciò è stato evidenziato anche dall'ultima esternazione di Napolitano che ha affermato:


“Non ci si avventuri perciò a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica post-elettorale ha reso obbligato e per un’ingiustificabile sottovalutazione delle conseguenze cui si esporrebbe il paese”.

Il significato profondo di questa esternazione è, infatti, indipendentemente dall'esito della sentenza Mediaset, appunto : 
  • che il Paese si sta avviando al sicuro disastro economico
  • che la Politica, perciò, non è più l'arte del "divenire" con al centro l'uomo, ma è stata "commissariata" dalla "economia consumistica e speculatrice".
Questo significa che l'etica, la moralità, la "sovranità popolare" e le regole sociali stanno per essere annoverate come anacronismi, compresa la Costituzione, di cui Napolitano dovrebbe essere garante, e che, perciò, rischia di diventare solo "carta straccia" rispetto ai bisogni della "economia reale", che, ormai, domina e schiavizza le nostre vite, per colpa di azioni politiche sbagliate.


Altro che aspettative di Felicità derivanti dalla Politica, che dovrebbe avere, per altro, "il primato" sulla economia!

Questi sono, appunto, i guasti profondi della "cattiva Politica di dirigenti mediocri": questi, cioè, sono i guasti di un modo di governare da incapaci e in malafede di questi Partiti e di queste oligarchie che da oltre venti anni hanno "occupato" l'Italia, per fare solo gli "affari propri"
Ci hanno, con ciò, messo nelle "grinfie" di speculatori, evasori, malavita organizzata, lobby e così via,  per la loro malafede accompagnata da una grande incapacità!
Questo perché, per raggiungere i loro scopi e quelli della genia nominata prima, essi pervicacemente hanno ostacolato la nostra voglia non solo di protagonismo ma, soprattutto, di moralità e di bisogno di poter scegliere  la classe dirigente di questo Paese solo in base alla  capacità e dedizione al Paese stesso, piuttosto che al "Capetto di  turno", a cui basta "controllare" il proprio Partito per ipotecare il futuro di un Paese. 
Oggi questi Partiti antidemocratici, consci del disastro provocato e della loro sudditanza ai Poteri Forti, sono costretti, per paura di un "redde rationem violento", a congelare la situazione politica e, con un accordo di mutuo soccorso, anche a congelare tutte le attuali oligarchie, da tempo nel libro paga della finanza speculativa. 
Nel Paese, infatti, sta scendendo una nebbia che comincia a nascondere tutto! 
Per distrarci, oggi, infatti, parlano solo delle loro cose e dei loro assetti interni, invece di affrontare e  risolvere fino in fondo le problematiche di un Paese in crisi politica, economica e morale;  crisi causate in massima parte proprio dalla loro mediocrità e incapacità, dalla loro mancanza di scrupoli e dalla loro immoralità.
Hanno parlato finora e parlano ancora, per esempio, della impossibilità a formare un altro governo diverso da quello di Letta, della dannosità delle elezioni a breve, di Renzi, Napolitano, primarie, Bersani, Berlusconi, Monti, Fornero, Letta, sentenze varie di Berlusconi e conseguente tenuta del Governo Letta; questo perché non possono e non sono capaci di risolvere alcunché! Tutti argomenti che ce ne possono "fregar" di meno, direbbero a Roma!
Nel frattempo, in una sordida malafede, provano a rilanciare "leggi bavaglio" per il web e tutta l'editoria, a depenalizzare i reati connessi al loro malsano modo di operare (voto di scambio, associazione di stampo mafioso, etc,) e, prioritariamente, ad avviare una revisione costituzionale che li renderebbe ancora più "potenti"e"intoccabili".
Addirittura, questi Partiti, per restare a galla, stanno cercando di usare tali crisi per legittimare ancor più la loro presenza, a loro dire necessaria e indispensabile, perché, dicono, non è il popolo, ma solo loro, con le attuali classi dirigenti, ad essere in grado di risolverle, nonostante i "dubbi" contrari dei cittadini e degli iscritti; dubbi che, perciò, vengono definiti, da loro, "pericolosi", “strampalati” e “fuori luogo”. 
Insomma il quadro sembra quello di un tentativo in atto di "un colpo di Stato"; in questo momento devono solo  scegliere se farlo in modo farsescamente violento alla Mussolini, o formalmente istituzionale alla Hitler.
Può darsi che il "La" possa essere dato a seguito di una sentenza negativa sul processo  Mediaset, considerando le azioni eversive del recente passato (occupazione tribunale di Milano, manifestazioni a Brescia e in altre parti ..) e, oggi, le ripetute dichiarazioni di ministri e reggenti le istituzioni, che usano un linguaggio violento ed intimidatorio contro la Magistratura che sta giudicando  "reati comuni infamanti" ma spacciati ad arte, da loro, come "questioni democratiche"

C) Entrando nel campo dei principi, chiediamoci: Come è possibile che questi abbiano potuto e possano comportarsi in questo modo? Chi o quali idee filosofiche ne hanno avallato il comportamento ?


Come è possibile, infatti, che, nonostante il dettame costituzionale relativo alla "sovranità popolare" e anche la voglia di partecipazione attiva e continua alla "res publica", in Italia, fino a poco tempo fa, il popolo, non è stato tenuto in alcun conto dalla Politica, anzi è stato allontanato?
Questo, in base ad uno strana interpretazione del principio della "sovranità popolare": 


Il popolo può esprimere il proprio “comando”, la propria sovranità, solo in un determinato momento,  solo, cioè, durante le elezioni, durante le quali viene blandito e condizionato da promesse che, poi, non si traducono mai nei fatti.

Infatti, terminate le votazioni e individuati i candidati, per altro, oggi,  “imposti” con legge incostituzionale dalle oligarchie, da quel momento in poi, secondo quest'ultime, il popolo deve essere messo fuori gioco, non avendo più alcun diritto, pena, a loro dire, la rovina della Nazione, perché:
il "Governare" è esclusiva competenza degli ELETTI.

Credo che la chiave concettuale dell’attuale modo di concepire questa Politica che ci fa “infelici”, risieda appunto nella interpretazione diversa che noi e loro facciamo del concetto insito nella parola:

"ELETTI"

che, appunto, significa “SCELTI”.

C1) Chiediamoci: Eletti da chi?

Loro dicono dal POPOLO, noi diciamo che oggi sono, invece, eletti sempre dalle Lobby e dai Poteri forti economici, nazionali ed internazionali, complice una propaganda unilaterale e ingannevole e, di recente, anche per una Legge elettorale incostituzionale, il cui obiettivo è quello di  sfruttarci e schiavizzarci!

E' stato delegittimato, per questo, il dogma costituzionale della "sovranità popolare"!

Come si giustifica tutto ciò?
Come sapete, certi atteggiamenti non nascono mai dal nulla, ma vengono prima codificati, come principio a livello filosofico e poi, avendone la giustificazione, vengono applicati da "Gruppi" che ne hanno tratto e ne traggono sempre un alto profitto sia di potere, sia economico.

C2) Quali sono allora i Principi filosofici, ispiratori di questo modo di concepire la Politica, fatta solo di privilegi per gli "ELETTI" e loro "compari"  e, soprattutto, di  impunità anche davanti a palesi ruberie sistematiche, come il finanziamento pubblico dei partiti?


Appare, ormai, evidente che in Italia, a livello filosofico, i principi democratici della Rivoluzione Francese, fatta, cioè, da "cittadini", non hanno mai avuto alcuna applicazione o senso, ma che sia sempre stato valido il giudizio che S. Agostino aveva della Politica.
Egli infatti affermava che la politica è solo

cupido dominandi”: 
cupidigia di dominio.

La politica e lo Stato, per lui, erano associazioni per delinquere.
Il IV libro del De civitate Dei inizia così: “remota iustitia quid sunt regna nisi magna latrocinia?”, “se si toglie la giustizia, che cosa sono i regni se non associazioni per delinquere? 
Questo potrebbe anche essere la fotografia della attuale situazione e anche di situazioni passate, se non fosse che, da questo giudizio, “il Padre della Chiesa”, invece di promuovere  il miglioramento morale, ne traeva, invece,  un insegnamento “pro domo sua”, cioè della Chiesa; insegnamento oggi non più accettabile che, però, sta producendo ancora le gravi  conseguenze di cui vi sto parlando, e cioè che:

Poiché la Politica è "associazione per delinquere", il popolo ne deve stare lontano se non vuole cadere nel "peccato"!

Il popolo cristiano, diceva ancora S.Agostino, deve sempre aborrire la Politica e deve convincersi che, nella Politica, non troverà mai la Felicità. 

C3) Ma allora, per S. Agostino, i regnanti erano, forse, dei DANNATI?

No, egli diceva!

I regnanti sono solo degli “ELETTI” toccati dalla “Grazia”  infusa dalla Provvidenza che riescono ad essere felici   anche con la Politica, anche se malvagia e dannata,  solo perché sono gli unici che sanno come "sfruttarla" e gli unici che sono capaci di "utilizzarla", proprio perché “eletti”. 

 Da allora, purtroppo, sono nati, sia la politica come "servizio",  sia i professionisti della politica che però, per essere legittimati, devono essere, a loro volta,  investiti da un Potere superiore ( ieri la Chiesa o i vari Re, oggi, la Finanza e le lobby).
Il tutto, secondo S.Agostino, si estrinseca nel concetto:
“Io queste cose le devo fare perché devo minimizzare in certo modo i danni della Politica, ma la vera felicità, per il popolo, non sta sulla terra, valle di lacrime, ma sta in un altro mondo”.

Dopo aver fatto una analisi sommaria delle cause e dei principi filosofici che hanno ispirato da sempre la nostra Politica, fatta da ELETTI e non da "cittadini", ELETTI che ci hanno condotto fin qui, fino a questo disastro economico, politico e morale, parliamo ora.......

 Continua.... in:

http://uncaffedagraziella.blogspot.it/2013/07/la-politica-ci-fa-felici-ii-parte.html

1 commento:

  1. buonasera al mio paese si dice che comandare e meglio che fottere da questo traetene le dovute conclusioni LUPODITALOS

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