Care
amiche e cari amici,
nella
conversazione di oggi, davanti ad una rosa e ad un caffè aromatico,
vorrei parlarvi di un aspetto poco pubblicizzato della campagna
elettorale americana.
Voi
sapete che, stanotte, ora italiana, in America si voterà per
l'elezione del Presidente degli USA, l'uomo più potente del mondo,
che ne può condizionare i destini.
Attorno
ai candidati, come sempre, si sono coagulati forti interessi, specialmente quelli
delle lobbie bancarie che cercano di attuare la propria visione del
mondo basata sull'incentivare i "desideri" delle persone
così da giustificare l'affermarsi della finanza speculativa che
tanti danni, comunque, ha fatto nell'ultimo decennio. Basti pensare che il costo
totale della campagna elettorale è di circa sei miliardi di dollari, a conferma
che vi è qualcosa d'altro, di più importante, di una poltrona alla Casa Bianca.
La
lotta vera tra Repubblicani (Romney) e Democratici (Obama) ha il suo
cuore, appunto, nella modifica in senso permissivo (Romney) o
restrittivo (Obama) della
Volcker Rule, che viene definita come segue:
"Volcker
rule La “regola di Volcker” fa parte del Dodd-Frank Wall Street
Reform and Consumer Protection Act (legge approvata, durante il mandato di Obama, nel 2010 dal
Congresso statunitense e in vigore a partire dal luglio 2012) e
prende il nome da P. Volcker (ex presidente della Federal Reserve che
l’ha proposta nel 2008). La Volcker rule limita drasticamente l’attività
speculativa delle banche di deposito: queste non possono investire
capitali propri in transazioni in borsa, investimenti in derivati e
partecipazioni in hedge fund al di sopra del 3%. Così facendo si
vuole scongiurare un nuovo crack bancario, proteggendo i
risparmiatori.”
Le
lobbie bancarie però si oppongono; hanno stimato perdite da due
miliardi di dollari annui nelle entrate e prevedono la diminuzione
della liquidità dei mercati nonché il calo degli investimenti e la
riduzione della disponibilità di credito.
Nelle
intenzioni dei legislatori di Obama, la norma Volcker avrebbe dovuto colmare quel vuoto lasciato dall'abrogazione del vecchio
Glass-Steagall Act, il provvedimento approvato nel 1933 per
distinguere nettamente le attività di retail da quelle
dell’investment banking, ovvero i destini dei risparmiatori da
quelli degli speculatori. La legge era sopravvissuta fino al 1999
quando il Congresso ne aveva votato l’abolizione sotto Reagan.
Quattro anni prima, nel 1995, nel famoso documento “National Homeownership Strategy”, l’allora presidente Bill Clinton si era appellato pubblicamente alla “creatività e alle risorse dei settori pubblico e privato” per “affrontare gli ostacoli finanziari al possesso di una casa”. In pratica uno spot per la creatività finanziaria, la cartolarizzazione e i mutui subprime.
Il seguito, purtroppo, è storia nota, infatti questa è stata la causa dell'esplodere della crisi mondiale innescata prima dalla bolla speculativa sugli immobili e subito dopo da quella sulle materie prime.
Quattro anni prima, nel 1995, nel famoso documento “National Homeownership Strategy”, l’allora presidente Bill Clinton si era appellato pubblicamente alla “creatività e alle risorse dei settori pubblico e privato” per “affrontare gli ostacoli finanziari al possesso di una casa”. In pratica uno spot per la creatività finanziaria, la cartolarizzazione e i mutui subprime.
Il seguito, purtroppo, è storia nota, infatti questa è stata la causa dell'esplodere della crisi mondiale innescata prima dalla bolla speculativa sugli immobili e subito dopo da quella sulle materie prime.
La
cosiddetta “Regola Volcker” rappresenta, quindi, da tempo il
principale terreno di sfida tra lobbisti, promotori, legislatori e
regolatori statunitensi. La norma, almeno di principio, tende, come
detto, a proibire alle banche il cosiddetto “proprietary trading”,
ovvero le attività finanziarie altamente speculative condotte con
l’obiettivo di realizzare un utile per sé e non per la clientela.
Di fatto si tratterebbe di mettere al sicuro i depositi dei correntisti impedendo che la loro liquidità venga messa a rischio in operazioni condotte sul fronte dei derivati e delle attività più complesse in genere.
Di fatto si tratterebbe di mettere al sicuro i depositi dei correntisti impedendo che la loro liquidità venga messa a rischio in operazioni condotte sul fronte dei derivati e delle attività più complesse in genere.
Un
blocco alla speculazione, insomma, utile nelle intenzioni a prevenire
nuovi tracolli sistemici i cui costi verrebbero scaricati sull'intervento pubblico, ovvero sui contribuenti, secondo l’ormai
consolidato adagio del “Too big to fail”. ( Troppo grande per fallire)
I
guai dell'Occidente, infatti, sono derivati esclusivamente dagli
interventi che gli Stati hanno dovuto attuare per evitare, a causa di speculazioni sbagliate, la
liquefazione dei risparmi di tanti cittadini previdenti che avevano collocato i loro risparmi in banche di investimento per avere utili più alti. Tali
interventi che hanno rifinanziato le Banche con fondi pubblici, al
fine di non farle fallire, hanno, però, comportato l'aumento del
famigerato “Debito Pubblico”.
Gli
Stati, per questo, sono diventati, immediatamente dopo, preda degli
stessi speculatori che avevano creato la crisi, speculatori, per di
più, come detto, salvati dal denaro Pubblico.
Gli
Stati, infatti, avendo bisogno di capitali per rifinanziare lo stesso
debito pubblico, sono costretti, oggi, a rivolgersi agli stessi speculatori.
Questa
Legge, la Dodd-Frank Act, voluta da Obama, e ancora in corso di
approvazione proprio della norma di cui stiamo parlando, la Volcker
rule, ha cercato di ripristinare, anche se in modo non ancora
completamente efficace, le regole nel mercato finanziario.
Il
problema, oggi, infatti, è che l’intero impianto di legge (che
lascia molto spazio al suo completamento da parte dei regolatori come
la Fed) contiene in sé deroghe ed eccezioni che rendono sempre più
labile il confine tra lecito e illecito. In particolare c’è la
questione dell’hedging, l’attività di copertura dal rischio, che
implica il ricorso agli strumenti derivati come assicurazione contro
la volatilità del mercato. In pratica le banche potrebbero essere
autorizzate a speculare sui derivati, scommettendo ad esempio sull'andamento dei tassi di interesse o del prezzo del petrolio,
facendo passare formalmente questo comportamento come gestione del
rischio. L’esempio più evidente lo ha offerto, a suo tempo, la
banca d’affari JP Morgan responsabile, attraverso il suo ufficio
londinese, di una puntata mal riuscita su un indice costruito sui
Credit default swaps del settore corporate, in pratica una scommessa
sulla crescita dei costi di indebitamento di alcune grandi imprese
statunitensi. Un errore spaventoso costato perdite pari a 5,8
miliardi di dollari.
Per
i sostenitori della linea morbida (le lobbie bancarie con Romney), che temono un effetto negativo
della Volcker sulla liquidità del mercato e, in ultima analisi,
sulla ripresa economica, si tratterebbe di una conseguenza
accettabile. Per gli oppositori più radicali (Obama e Bloomberg) sarebbe al contrario la
materializzazione di una beffa.
Bloomberg, che si è schierato con Obama, è il Presidente della Commissione del Senato da lui presieduta e sta chiedendo formalmente ai regolatori di rendere la normativa più stringente, eliminando completamente la “deregulation” della quale abbiamo parlato in Post precedenti, per riportare la finanza nell'ambito della “economia reale”, che, diventando, così, più appetibile di quella speculativa, (che verrebbe proibita), ridarebbe fiato alle economie di tutto il mondo, a corto di liquidità negli investimenti.
Bloomberg, che si è schierato con Obama, è il Presidente della Commissione del Senato da lui presieduta e sta chiedendo formalmente ai regolatori di rendere la normativa più stringente, eliminando completamente la “deregulation” della quale abbiamo parlato in Post precedenti, per riportare la finanza nell'ambito della “economia reale”, che, diventando, così, più appetibile di quella speculativa, (che verrebbe proibita), ridarebbe fiato alle economie di tutto il mondo, a corto di liquidità negli investimenti.
In
questo momento le lobbie non solo hanno ottenuto una dilazione
sull'applicazione della norma, fino al 2014, per il fatto che le Banche hanno
bisogno di tempo per modificare i propri statuti, ma anche perchè la
norma è stata inondata di emendamenti, per cui i “Regolatori”
hanno bisogno di molto tempo per esaminarli e per dare una forma definitiva ad una norma
che, se vincerà Obama, verrà finalmente applicata nel 2014 in senso restrittivo, ma che potrà anche essere
annullata se vincerà Romney. Se si avverasse quest'ultima ipotesi, allora, non vi sarà
scampo contro la speculazione, che dominerà il mondo.
Qualcuno
potrebbe obiettare che se applicassimo in Europa una Legge di questo
tipo che limitasse, cioè, la speculazione, come ormai si sta discutendo, poi sarebbero solo affari interni degli Usa e non nostri.
Rispondo che in questo mondo globalizzato in cui la economia americana è dominante, le regole devono essere applicate da tutti, altrimenti la finanza non sarebbe imbrigliata e ricondotta verso la economia reale, perché si creerebbero delle “zone franche” in cui questa continuerebbe ad operare.
Rispondo che in questo mondo globalizzato in cui la economia americana è dominante, le regole devono essere applicate da tutti, altrimenti la finanza non sarebbe imbrigliata e ricondotta verso la economia reale, perché si creerebbero delle “zone franche” in cui questa continuerebbe ad operare.
E
in Italia?
In
Italia i Partiti pensano solo ad etichettare i due candidati, se cioè
Obama è di sinistra e Romney è di destra, per poterli esibire come
trofei di proprietà della loro parte, evidenziando con ciò tutti i
limiti di pensiero della nostra politica, provinciale e ottusa!
In
Italia la Stampa, va alla caccia delle frasi ad effetto dei due
candidati, nascondendo i motivi cruciali del confronto tra Obama e
Romney che sono tanti, ed uno dei più importanti, oltre ai diritti
civili e al completamento del welfare, è quello di cui stiamo parlando oggi nella nostra conversazione,
tali da condizionare il nostro futuro.
Le
lobbie bancarie cercano di condizionare, ormai, tutto il mondo!
DOBBIAMO DIRE NO ALLA SPECULAZIONE!
Un abbraccio
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