giovedì 21 febbraio 2013

"VAI A FARE UN CULO!"

Care amiche e cari amici,


Nel mio Post precedente, "Abbiamo già vinto!", ho riassunto quello che aveva detto il compianto grande regista Mario Monicelli. 
(http://uncaffedagraziella.blogspot.it/2013/02/abbiamo-gia-vinto.html

Oggi, invece, vorrei riportarvi l'intervista integrale rilasciata a RAIperunanotte di Michele Santoro il 26 marzo 2010 :
"Domanda: gli italiani, gli intellettuali, gli artisti sono poco coraggiosi?
Monicelli: sì, lo sono sempre stati. Sono stati 20 anni sotto un governo fascista ridicolo con un pagliaccio che stava lassù. Avete visto quello che ha combinato: ci ha dato un “impero”, ci ha mandato le “falangi romane” lungo via dell’impero; ha fatto le guerre coloniali, ci ha mandato in guerra. Eravamo tutti contenti perché c’era uno che guidava, lui, pensava, lui: Mussolini ha sempre ragione! Lasciamolo lavorare! Tutti stavano buoni e zitti.
Domanda: gli italiani di allora somigliano anche agli italiani di adesso?
Monicelli: sì perché hanno detto: vedi c’è questo grande imprenditore, c’è questo imprenditore che ha detto: lasciatemi governare, votatemi perché io mi sono fatto da solo, sono un lavoratore, sono diventato miliardario, vi farò diventare tutti milionari.

Benissimo! Hai voglia! E avanti! Sono 15 anni che tutti quanti aspettano, che credono. Gli italiani sono fatti così: vogliono che qualcuno pensi per loro e poi se va bene va bene, se va male poi l’impiccano a testa sotto. Questo è l’italiano.

Domanda: quindi il ritratto di Gassman e Sordi nella grande guerra non è tanto distante dai ritratti degli italiani che abbiamo a fianco in questo periodo.
Monicelli: sì, in un certo senso sì, però avevano una loro spinta personale, un orgoglio, una dignità della persona che noi abbiamo perso completamente. Ormai nessuno si dimette; tutti pronti a chinare il capo pur di mantenere il posto, di guadagnare; a sopraffarci, a intrallazzare. Uno la prima cosa che fa è di mettersi d’accordo con un altro per superare le difficoltà. Non c’è nessuna dignità da nessuna parte, perciò sto parlando. È proprio la generazione che è corrotta, che è malata, che va spazzata via, non so da che cosa, non so da chi o, meglio, io lo saprei, ma lasciamo andare…
Domanda: non sento speranza nelle sue parole
Monicelli: la speranza di cui parlate è una trappola, una brutta parola, non si deve usare. La speranza è una trappola inventata dai padroni. La speranza è quella di quelli che ti dicono che Dio…state buoni, state zitti, pregate che avrete il vostro riscatto, la vostra ricompensa nell’aldilà. Intanto, perciò, adesso, state buoni: ci sarà un aldilà. Così dice questo: state buoni, tornate a casa. Sì siete dei precari, ma tanto fra 2 o 3 mesi vi riassumiamo ancora, vi daremo il posto. State buoni, andate a casa e…stanno tutti buoni. Mai avere speranza! la speranza è una trappola, una cosa infame inventata da chi comanda.
Domanda: e come finisce questo film Maestro?
Monicelli: come finisce non lo so. Io spero che finisca in una specie di…quello che in Italia non c’è mai stato: una bella botta, una rivoluzione che non c’è mai stata in Italia. C’è stata in Inghilterra, c’è stata in Francia, c’è stata in Russia, c’è stata in Germania, dappertutto, meno che in Italia. Quindi ci vuole qualche cosa che riscatti veramente questo popolo che è sempre stato sottoposto. Sono 300 ani che è schiavo di tutti e, quindi, se vuole riscattarsi…il riscatto non è una cosa semplice: è doloroso, esige anche dei sacrifici, sennò vadano in malora, come già stano andando da tre generazioni."

Questa l'intervista!
Oggi, alla luce delle previsioni sull'esito del voto in questa campagna elettorale, il Maestro sarebbe, forse, più indulgente verso gli italiani. 
E', infatti, sotto gli occhi esterrefatti e atterriti di questa casta che, tra pochi giorni, è inesorabilmente pronta a scatenarsi la 
"RIVOLUZIONE DELLE MATITE COPIATIVE"  
che, finalmente, la caccerà,  permettendo un ricambio totale della intera classe dirigente di ogni Partito, di ogni Associazione o Movimento, di ogni Sindacato, così da poter tornare alla normalità democratica. Usciti da questa emergenza democratica, politica, morale ed economica nella quale ci hanno cacciato le attuali micro-oligarchie partitiche e la loro filiera di Potere, finalmente, un domani potremo votare liberamente e democraticamente, ognuno per la propria visione della Società e la nostra vita sicuramente migliorerà in modo vistoso. 

Perché, comunque, l'italiano viene dipinto in modo così ingeneroso non solo da Monicelli ma anche al di fuori dei nostri confini?

Credo che questo sia dipeso e dipenda, ancora oggi, dal fatto che, ogni volta:


il popolo italiano, condizionato dai segreti  e dalle Leggi ad hoc di  una "democratura" che ha più di settanta anni, e condizionato, soprattutto, da una falsa propaganda mediatica organizzata dal Potente di turno, non  è stato mai messo nelle condizioni di capire se il suo Vertice di Stato, oltre ad essere onesto, avesse "talento", o, almeno, "un minimo di capacità a governare" così da poter dire, con ponderato giudizio, immediatamente e prima che questo Vertice combinasse i tanti guai che poi effettivamente ha sempre fatto

"VAI VIA, INCAPACE, VAI  A FARE UN CULO"!

La frase "Vai a fare un culo" deriva dal toscano "Va' fa' 'n culo" e, nel Rinascimento, non era, come lo è oggi, una invettiva, per esempio, alla "Grillo", né una volgarità, ma, appunto, era solo un "ponderato giudizio"  sulla "incapacità a fare", di qualcuno.
Infatti, i grandi "Artisti fiorentini", nelle loro "botteghe", la rivolgevano nei confronti di discepoli dallo scarso talento; nei confronti, cioè, di quelli incapaci di disegnare il "volto" e le molteplici "espressioni" che esso può assumere. 
Perciò, allora, li mandavano a "disegnare un culo" dicendo, in gergo pittorico toscano,: 
"non se' bono a fa' 'n volto, maremma maiala, allora va' fa' 'n culo!"
Il culo, infatti, notoriamente, è privo di espressione e, quindi, facile da disegnare anche da parte degli incapaci. 
Da allora tale frase la si rivolse, per lungo tempo, alle persone incapaci a svolgere il compito affidatogli. 
Oggi, purtroppo, il significato è stato stravolto, involgarito, e, perciò, non viene usato così spesso come lo si dovrebbe! Addirittura viene punito dalla Legge se è rivolto ad una persona specifica. Peccato! 

Oggi, qualcosa, purtroppo, è cambiato anche in questo ambito! 
Infatti, certe "vecchie facce da culo" dei vertici della Politica  italiana sono, invece, "espressive"; esse sono "l'espressione" non solo di grande incapacità, ma anche di malaffare, di corruzione e di attaccamento, non al Paese, ma alla "Poltrona".

TRA QUALCHE GIORNO, DOPO UN PIÙ CHE, ORMAI, PONDERATO GIUDIZIO, DERIVATO DA ALMENO VENTI ANNI DI SFACELI, TRAMITE LA NOSTRA MATITA COPIATIVA, CI VERRÀ  DATA LA POSSIBILITÀ DI DIRE AD OGNUNO DI LORO E AD OGNI COMPONENTE DELLA CASTA, IN MODO METAFORICO,:

"VA' FA'  'N CULO" 
PEZZO DI INCAPACE e, per di più, LADRO!  
DICIAMOLO! 
E' LIBERATORIO! 
DOPO, staremo sicuramente meglio !

Un abbraccio.    


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