lunedì 28 maggio 2012

LA CADUTA DELL'IMPERO ROMANO!


Care amiche e cari amici,



oggi, mentre sorseggiamo il nostro ottimo caffè, circondati dal profumo della rosa, facciamo alcune osservazioni sugli ultimi avvenimenti relativi alle elezioni amministrative. 

Le ultime elezioni amministrative hanno, infatti, offerto lo scenario dell'inizio della imminente, rovinosa, caduta dell'impero romano centralistico dei partiti tradizionali
Questi partiti hanno, infatti, cominciato a perdere le prime battaglie a causa delle avanguardie, "disordinate" e ancora "rozze", però "determinate", di quelli che vengono definiti, sottovalutandoli, «nuovi barbari» (populisti), «forestieri» (comici e giullari), non comprendendo che, invece, sono dei veri e propri avversari, da affrontare sul loro stesso terreno: cioè sul terreno del confronto di idee, in mezzo alla gente e sulle esigenze della gente, per fornire risposte chiare ed esaurienti per la rinascita del paese. 

Il problema, però, è proprio questo! 

I partiti hanno buttato al macero i loro ideali propositivi e progettuali, trasformandoli in strumenti per conquistare e detenere il potere. 
La nomenclatura partitica, infatti, da Craxi in poi, avendo perso questa spinta ideale e non avendo più niente da dire, si è arroccata nei propri castelli, dopo aver creato un sistema feudal- burocratico che nulla ha a più a che vedere con la democrazia, quanto piuttosto con il potere oligarchico. 
Per questo hanno creato un sistema basato su: 
  • servi fedeli «nominati; 
  • una burocrazia corrotta e inefficiente; 
  • condizionamento delle masse mediante i media; 
  • cambiamento di leggi penali e istituzionali a loro arbitrio e a loro vantaggio; 
  • corruzione degli avversari e concussione su chi orbita loro attorno; 
  • istituzione di privilegi e favori per i fedelissimi; 
  • uso di risorse pubbliche a proprio vantaggio o a fini di corruttela. 
I segretari di partito, infatti, sono, piuttosto, diventati «signori della guerra», impegnati sempre in scontri tra di loro, in cui le vittime, però, sono solo le persone comuni e la nazione. 
Credo che il paragone con la caduta dell'impero romano non sia azzardato, in quanto anche allora c'era l'imperatore e i suoi famigliari, che, pur sentendosi «Dei intoccabili”, si combattevano aspramente tra di loro, tramite congiure e guerre, solo per la conquista del potere. 
Gli ideali  di romanità erano svaniti e la corruzione, allora, come oggi, aveva contagiato tutti. L'unico ideale era diventato, e lo è anche oggi, «l'edonismo radicale» che consiste nel soddisfacimento di tutte le pulsioni e di tutti i desideri; unico sistema, secondo la loro concezione di vita, per essere felici. 
Solo, che i costi per il soddisfacimento di questi desideri li avevano e, anche oggi, li hanno addossati sul popolo, istituendo un sistema di rapina sistematica che si basava sull'aumento delle tasse, e, oggi, in aggiunta, anche sul rimborso elettorale, sulla “mungitura” di enti ed istituzioni, sulla concussione e sulla corruzione. 

«L'avere», insomma era, e lo è anche oggi, la vera molla del mondo, più che «l'essere». 

Tale visione di opulenza, nell'antichità, aveva contagiato tutte le popolazioni alla frontiera dell'impero, che pertanto, per goderne, cominciarono ad occupare porzioni di territorio, sottraendole al comando e soprattutto alla tassazione dell'imperatore e della sua corte. A lungo andare tale situazione portò ad un deficit spaventoso: a spendere, cioè, più di quanto si aveva in cassa dalle tasse e, perciò, con l'aumento del debito pubblico, si arrivò alla necessità di stampare sempre più moneta, col risultato di farla diventare solo un volgare pezzo di carta. E quella fu la fine dell'impero! Non solo non riuscivano più a corrompere le tribù ostili o a pagare l'esercito, ma, le popolazioni, morse dalla fame, per una tassazione iniqua e vessatoria e per una catastrofica inflazione, solidarizzarono con queste ultime che, perciò, ebbero vita facile nell'invadere l'impero, determinandone la sua caduta. 
Il paragone come vedete è strettamente attuale in quanto anche i componenti l'attuale casta. con i loro capi, non hanno più ideali e ci hanno letteralmente affamato con “un NON governo pubblico”, per cui  l'esempio può essere benissimo applicato anche alla situazione odierna, nella quale non solo l'economia è stata distrutta per il deficit pubblico, ma anche le «idee», di cui i vari partiti erano, fino ad alcuni anni fa, portatori, sono diventate vuote e senza senso. 
Infatti, non essendoci, negli stessi partiti, né le persone in grado di propugnarle e di farle affermare e non essendoci neanche i valori dietro di esse, man mano, tali idee sono diventate anche esse carta straccia e quindi il sistema partitocratico, per continuare ad esistere, ha iniziato a vivere sulla menzogna, sul ricatto, sulla corruzione e non su un progetto per il futuro della gente. Questo per altro ha fatto accorrere nelle loro fila, una masnada di "ladri" e delinquenti", che, come i barbari di un tempo, desideravano godere delle ricchezze dell'impero partitico, fino a che questi hanno lo hanno completamente occupato. 


Ora questo sistema di potere e di ideali finti ed inflazionati, come l'inflazione della moneta nell'antichità, nel momento in cui ha iniziato a produrre notevoli danni alle stesse popolazioni, che, invece, hanno sempre creduto in certi ideali e sono state, purtroppo, ingannate dalla sistematica ed efficace propaganda, sta iniziando, come si vede, a declinare, sotto la spinta di un bisogno di normalità e di onestà sia morale che intellettuale, di cui sono portavoce i"nuovi barbari". 
La gente ora sta solidarizzando con i cosiddetti "comici populisti" ma anche con i "movimenti di protesta"! La gente, in questo momento, crede che solo così si spazzeranno tutte queste lobby annidate come ragni velenosi nei gangli delle istituzioni e dei partiti e spera nella fondazione di nuovi partiti costituzionali o nella rifondazione dei vecchi.
Questo è il punto in cui siamo arrivati, oggi! 
Pertanto, sotto la spinta di proteste e di persone decise, credo che la caduta del secondo impero romano (dei partiti) sia ormai più che imminente. 
Del resto quando si antepone il proprio interesse personale a quello generale non si può che fare questa fine. 
Speriamo, però, di non dovere aspettare, per la nascita di nuovi partiti sani o per rifondare i vecchi,  tutto il tempo che allora ci volle per la nascita e l'affermazione di un imperatore come Carlo Magno, che aveva uno spiccato senso dello Stato, perché per la nostra democrazia e per la nostra economia sarebbe troppo e ci aspetterebbero tempi veramente ancora più “bui” e pericolosi. 

Un abbraccio



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