martedì 17 aprile 2012

LE ULTIME FESTE DEL TITANIC


Care amiche e cari amici,

con un buon caffè e con il profumo della rosa vorrei fare con voi una commemorazione, per trarne qualche spunto sulla nostra attualità.

Dopo cento anni, si commemora, quest'anno, l'affondamento del Titanic, simbolo della presunzione umana, in quanto, allora definito, "una nave inaffondabile". 
La storia del Titanic può benissimo rappresentare la metafora del potere in Italia, di questi ultimi venti anni.
I costruttori di potere (B.&B&c.), nel '94, hanno pensato di costruire una nave simbolo del lusso e dello sfarzo per alcune categorie di gente, quelle di prima classe, mentre la maggior parte dei passeggeri non solo avrebbe vivacchiato a stento sottocoperta, ma avrebbe pagato, giorno per giorno, il costo di un biglietto esagerato.
Ogni tanto, però, come di Caprio nel film,  qualcuno sarebbe riuscito, di nascosto, o se gradito a qualcuno della élite,  anche ad avere i propri momenti di gloria e a godere per breve tempo dei privilegi riservati alle classi dominanti.
Il comandante della nave ed anche capo costruttore (B.) non aveva la benché minima competenza di come si guidasse un simile mostro.
Ma era tranquillo perché una delle specifiche di costruzione era che la nave fosse inaffondabile, per cui egli, sin da allora, immaginava una navigazione tranquilla e sicura, per moltissimi anni a venire.
Questa fiducia nella sicurezza, addirittura, lo aveva portato, prima, a scegliere i suoi collaboratori non tanto in base alla loro capacità tecnica, quanto in base alla loro capacità di apparire e di obbedire anche agli ordini più incomprensibili e, poi, ad invitare a bordo, perfino, i suoi diretti concorrenti che gli si opponevano, per far godere loro il suo lusso e farli partecipi dei suoi affari, ovviamente permettendo loro, anche, di commerciare ed arricchirsi in proprio, sempre a spese dei paganti sottocoperta.
Questo ha comportato che, mentre, nella nave si susseguivano feste e festini per pochi eletti, i “sottocoperta”, che mantenevano questi privilegiati pagando e continuando a pagare ogni giorno l'enorme costo del biglietto di viaggio, semplicemente si gloriavano ed erano contenti, anche morendo di fame, solo, per il  privilegio di navigare su una delle meraviglie del mondo, così come la propaganda dell'armatore la definiva.
La nave poi, navigando in acque internazionali, aveva, da sempre, fatto sfoggio della sua superiorità negli sprechi e nel lusso della casta, facendosi beffe di tutte le sue concorrenti estere che invece del lusso e degli sprechi  avevano scelto la sicurezza, la sobrietà e soprattutto la serietà, l'onestà e la capacità.
Ma come ogni buon thriller che si rispetti, una notte di mare calmo è accaduto l'imprevedibile, determinato da un gigantesco iceberg (i mercati), la cui massa più imponente era sott'acqua, che, cozzando contro il gigante del mare, gli apriva una falla cominciando a fargli  imbarcare acqua. La nave ha cominciato allora ad affondare tra scene di panico indescrivibili, con scene di generosità e sciacallaggio anche esse indescrivibili, mentre il capitano costruttore fuggiva per primo, abbandonando la nave, temendo per le sue altre "aziende", facendosi sostituire da un equipaggio di competenti con a capo un freddo comandante, esperto in naufragi.
Ovviamente in tutta questa vicenda, manco a dirlo, i più massacrati sono stati, da subito, quelli sottocoperta, in quanto anche se la nave non è ancora affondata, i compartimenti inferiori si sono allagati e  moltissimi, privati dei propri diritti, non essendoci, per altro, barche di salvataggio per tutti,  sono affogati e stanno ancora affogando.
Ma i privilegiati  che hanno fatto e che  fanno ancora oggi, nel mentre il nuovo capitano cerca ancora di far galleggiare la nave, per condurla in porto, per le riparazioni?
Ballano ancora sulle melodie della orchestra di bordo che ha avuto ordine di suonare, come nulla stesse accadendo, per le ultime feste del Titanic.
Ai privilegiati, infatti, che non si rendono neanche conto di quello che sta accadendo, non interessano le grida di aiuto e di rimprovero provenienti dalla massa degli imbarcati  che stanno affogando sottocoperta, illudendosi falsamente che la nave comunque non affonderà mai e che, quindi, morto più morto meno, per loro, l'importante è continuare a gozzovigliare e a mantenere i propri privilegi, non preoccupandosi minimamente che la barca potrebbe ancora veramente affondare e che potrebbero e dovrebbero fare almeno qualcosa di concreto per salvarla o quanto meno per ridurre il disastro.

Le canzoni più in voga suonate dall'orchestra a richiesta dei convitati sono:
  • Il minuetto delle poltrone in Rai
  • La Polka del Porcellum, oggi rivisitato dal CASINUM
  • La mazurca dell'irrinunciabile finanziamento pubblico ai partiti
  • Il fox-trot del mantenimento delle oligarchie partitiche, a scapito della democrazia interna
  • l'hard rock degli sprechi della politica
  • Il tango delle tasse alle masse
  • La beguine della evasione fiscale e dei soldi all'estero
  • il valzer delle frequenze e del monopolio dei media da parte di pochi soggetti
  • La samba della annunciata diminuzione, mai eseguita,  del numero dei deputati
  • La rumba del mantenimento della DEMOCRATURA
  • La conga del disprezzo dell'anti-politica e di tutti coloro che protestano
  • Il merengue dell'indifferenza sullo sdegno del popolo
  • il balletto dal “lago dei polli”( noi!): la”morte della democrazia”
Il Titanic, come si sa, alla fine, cento anni fa, è affondato, trascinando nei gorghi tanta povera gente e anche, però,  tutti i privilegiati. Così sta accadendo anche alla nostra nave ITALIA,  anche se, per il momento, stanno scivolando pian piano nel gorgo solo tanta povera gente: pensionati, imprenditori e tutto il ceto medio basso. 
I privilegiati invece stanno continuando a fare festa a spese nostre, fregandosene dei tanti imprenditori e pensionati suicidi, pensando solo a  salvarsi e a continuare a festeggiare.

Se vogliamo salvare i partiti, "bene costituzionale" da tutelare, e la nostra stessa democrazia ormai penso sia  tempo di interrompere le loro feste ed è anche tempo di mandarli a casa, istituendo prima, però, una commissione di inchiesta che indaghi per il reato di disastro colposo e per una eventuale condanna al risarcimento danni, se ritenuti colpevoli! 
Tutta questa classe dirigente, nessuno escluso, comunque, deve andare subito via, e spero che non vi sia qualcuno che dica che così perdiamo persone di valore e continui a fare dei distinguo tra di loro. Se una dirigenza deve essere giudicata per i risultati, questa, ha toccato il fondo con la  sua incapacità e la sua disonestà e, quindi, tutti quanti i suoi componenti, non devono fare più alcunché, pena ulteriori danni a noi, ma devono andare solo a casa, permettendo un ricambio non solo generazionale ma anche di idee. Noi non abbiamo nulla da perdere, ma tutto da guadagnare! Devono andare a casa anche i cosiddetti giovani che fanno finta di essere il nuovo, solo per sgomitare a prendere i posti migliori. 

Ormai sono tutti corrotti ed incapaci, formati, come sono, dalla stessa scuola!

Infine, quando è che la compagnia armatrice, con il suo Capo, unitamente a quelli che l'hanno sempre difeso o fatto finta di opporsi, pagheranno tutti i danni materiali, morali e alla immagine della nazione e  per averle tolto anche la speranza, specialmente alla sua parte più nobile: i giovani? 

Un abbraccio.


1 commento:

  1. Cara Graziella, come sempre hai fatto un'analisi acutissima, resa magistralmente tramite una metafora efficace.
    La "comunicatrice" che è in te ha dato il meglio di se stessa.
    Inutile dirti quanto io condivida i tuoi pensieri. Mio unico cruccio in questo momento: non capire con chi e come organizzarmi per mandare via a calci nel sedere questa gentaccia, che non ho nemmeno scelto!!

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