Care amiche e cari amici,
Oggi è ferragosto e la maggior parte degli italiani sta approfittando, di questa giornata di ferie, per ritemprare il corpo e lo spirito, con ore di meritato riposo.
In questo giorno, credo, sia gradito uno spunto di riflessione inviatoci da un meraviglioso amico, più volte frequentatore del "nostro luogo della mente e del cuore" che è il nostro "Caffè", il quale viene arricchito, spesso, da questi interventi preziosi e per i quali, non so perché, il caffè diventa più buono e la rosa più profumata.
In questo giorno, credo, sia gradito uno spunto di riflessione inviatoci da un meraviglioso amico, più volte frequentatore del "nostro luogo della mente e del cuore" che è il nostro "Caffè", il quale viene arricchito, spesso, da questi interventi preziosi e per i quali, non so perché, il caffè diventa più buono e la rosa più profumata.
Oggi, nel nostro Caffè Letterario, è ospite gradito il nostro amico Lupo di Talos che vi ha voluto omaggiare di una sua particolare visione personale della vita; visione molto forte e solidale, che, però, per la verità, non è proprio originale in quanto lo è stata anche di molte persone, in periodi particolari e bui, durante i quali era, addirittura, in gioco la loro stessa ragione di vita. Comunque, in tempi come questi dominati dall'egoismo, chissà che non faccia riflettere anche i nostri governanti Europei che stanno conducendo Politiche al "massacro".
Vi riporto il testo inviatomi:
Cari lupi, il nostro sfortunato paese è pieno di eroi: tutti quelli del ceto medio basso, vittime sacrificali sull'altare di una Unione Europea mal concepita perché basata solo sul mercato e dominata dalla finanza. Non vi è traccia in essa, infatti, di quell'Umanesimo, che, di solito si evidenzia, in massima parte, con principi quali la solidarietà, l'unione di intenti e la coerenza.
In particolare, noi dell'Italia, abbiamo un freddo burocrate, proveniente dalla Scuola del Gota della Finanza Anglosassone, dove non si insegna il rispetto per il prossimo, bensì solo il rispetto del Capitale e del rigore finanziario.
Con quali basi, quindi, se i presupposti sono questi, può crescere una Unione così?
Si criticò l'Inghilterra a suo tempo per non essere entrata nella moneta unica; ora credo sia chiaro il perché!
A ben vedere, coloro che promuovono la finanza d'assalto si sono ben guardati dal prestarsi a questo gioco al massacro sull'Euro, perché di questo si tratta: un gioco! Le quotazioni in borsa, infatti, oggi vanno su, domani vanno giù, manovrate da spericolati speculatori che non si chiedono che fine faranno le imprese commerciali che sono a base dei Titoli che loro si scambiano con tanta velocità. A loro non interessa se le loro azioni si ripercuotono o meno sul mondo della economia reale e creano fallimenti e disoccupazione; a loro interessa solo accumulare ricchezze!
Chi mi conosce sa che io non amo il denaro e di conseguenza lui non ama me, essendo un minimalista, e mi accontento di quel tanto da vivere anche se, per carità, non mi manca nulla; non amo, perciò, il superfluo, a differenza di altri, per i quali il superfluo diventa la parte più essenziale della propria vita.
La riflessione che ne consegue, che ne è anche la chiave per far sì che noi e la nostra intera collettività viviamo meglio, è : cambiare il nostro modo di intendere la vita!
Dovremmo, infatti, evitare assolutamente tutti gli sprechi immondi di risorse provocati dai politici e non solo da loro! Tali risorse, a ben vedere, se fossero usate nel modo corretto, renderebbero il nostro paese un faro di civiltà!
Invece, ad esempio, in ospedale, vedo barelle là dove dovrebbe esserci un corridoio libero; vedo vecchi dichiarati inutili e per questo sacrificabili; vedo, addirittura, folle di operai diventati solo “numeri” inseriti, in un registro di contabilità, alla voce “perdite”. Eppure essi non sono“perdite”, ma uomini con sentimenti e con figli e mogli, per di più, impauriti a causa del futuro incerto della loro esistenza.
Stamane ho incontrato una donna triste e mi ha confidato che il suo compagno di una vita si e lasciato morire lentamente perchè, diceva, “da troppo tempo non porto il pane a casa!”
A fronte di tutto ciò, poi, sento economisti che scrivono anche sui social network che dichiarano di avere ricette infallibili per risolvere la crisi del sistema; ricette che, ad approfondire, sono, a mio giudizio, solo “criminali” perché, di solito, basate su sacrifici e infelicità.
Mi chiedo: cosi è che si risolvono le crisi, oppure esse si risolvono cambiando il nostro modo di vivere?
Il Capitalismo ha fallito!
Il Comunismo ha fallito!
Il Socialismo ha fallito!
Se tutti questi sistemi sociali non hanno più sbocchi a causa del DENARO, allora il passo giusto è abolire il problema alla radice, cioè abolire IL DENARO, o meglio quello che permette al DENARO di diventare Capitale di accumulo, tale da poter essere impiegato in modo usuraio.
Il DENARO deve tornare ad essere quello per cui è stato creato: un "mezzo" di scambio per acquisire "ricchezza" e non deve essere la ricchezza stessa. Il possessore di ricchezza, una volta, infatti, si identificava con il proprietario terriero, o di immobili, o di aziende produttive ben radicate nel tessuto sociale e nazionale. Oggi quella figura è offuscata nell'immaginario collettivo dal detentore di denaro: dal finanziere, dal manager di successo, dal giocoliere delle Borse, dalle multinazionali che acquistano e vendono — valuta, azioni, aziende — con estrema disinvoltura e velocità. Ed è questa l'aberrazione in cui si trova il mondo a causa dell'uso distorto del DENARO.
Il Comunismo ha fallito!
Il Socialismo ha fallito!
Se tutti questi sistemi sociali non hanno più sbocchi a causa del DENARO, allora il passo giusto è abolire il problema alla radice, cioè abolire IL DENARO, o meglio quello che permette al DENARO di diventare Capitale di accumulo, tale da poter essere impiegato in modo usuraio.
Il DENARO deve tornare ad essere quello per cui è stato creato: un "mezzo" di scambio per acquisire "ricchezza" e non deve essere la ricchezza stessa. Il possessore di ricchezza, una volta, infatti, si identificava con il proprietario terriero, o di immobili, o di aziende produttive ben radicate nel tessuto sociale e nazionale. Oggi quella figura è offuscata nell'immaginario collettivo dal detentore di denaro: dal finanziere, dal manager di successo, dal giocoliere delle Borse, dalle multinazionali che acquistano e vendono — valuta, azioni, aziende — con estrema disinvoltura e velocità. Ed è questa l'aberrazione in cui si trova il mondo a causa dell'uso distorto del DENARO.
Detto così, potrebbe sembrare un discorso qualunquistico e utopico, invece, potrebbe essere fattibile, perché se ogni Stato usasse le sue risorse esclusivamente per la crescita reale e non per sprecarle o farne oggetto di speculazione, il denaro che si userebbe sarebbe soltanto virtuale e servirebbe solo a promuovere lo sviluppo di aree che sono in grado di produrre benessere per tutta la comunità.
Certo non è una cosa facile! Vi sarebbero molte teste da convincere ma diventerebbe fattibile se noi conformassimo la nostra attività di vita sullo stile dei vecchi “kibbutz” israeliani, cioè vivendo tutti uniti per il benessere della comunità.
La vita nei Kibbutz è stata, per altro, mutuata da un altro grande esempio, di “Grande Democrazia”, cioè lo stile di vita delle “Prime Comunità di Cristiani”. In entrambi i casi, tali stili di vita sono stati applicati in momenti di grande emergenza, in momenti in cui, addirittura, era in gioco la sopravvivenza stessa della Comunità e, se guardiamo bene, hanno funzionato egregiamente e hanno funzionato senza circolazione del DENARO al loro interno!
La vita nei Kibbutz è stata, per altro, mutuata da un altro grande esempio, di “Grande Democrazia”, cioè lo stile di vita delle “Prime Comunità di Cristiani”. In entrambi i casi, tali stili di vita sono stati applicati in momenti di grande emergenza, in momenti in cui, addirittura, era in gioco la sopravvivenza stessa della Comunità e, se guardiamo bene, hanno funzionato egregiamente e hanno funzionato senza circolazione del DENARO al loro interno!
Mi direte che questi sono i sogni utopistici di un vecchio liberale che, a volte, guardando oltre la siepe, vede e considera "semplici" le cose che a molti appaiono invece "impossibili".
Mi aspetto anche che la mia riflessione da parte di chi la leggerà, possa essere bollata come irrealistica, ma sono altresì convinto che "solo il tempo dirà se io avevo torto", come spesso accade nella vicende umane.
Con l'affetto e la stima di sempre (LUPODITALOS)
BUON FERRAGOSTO DA "UN CAFFÈ DA GRAZIELLA"
bellissimo articolo!
RispondiEliminaOccasione per riflettere ,per tutti noi. Grazie
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