domenica 24 giugno 2012

AMOR SACRO, AMOR PROFANO

Care amiche e cari amici,

ancora una volta il nostro “Caffè Letterario” si arricchisce di una perla letteraria, di uno scritto appassionato di un nostro caro amico. Vi riporto il testo inviatomi:

Oggetto: incontro con AnnaPaola Concia.

Cari lupi, oggi, ore 18:00 del 18 giugno 2012, mi sono recato alla libreria Feltrinelli, di Genova, per un incontro  con ANNAPAOLA CONCIA,  che presentava il suo libro.
Al di là del legame affettivo e di enorme stima che nutro per lei, oggi, la AnnaPaola ha dato prova di una straordinaria umanità e simpatia.
Come tutti sapete, lei è sposata con Riccarda,  quindi, lei è lesbica!
Tralascio, però, questo  particolare, a mio giudizio, di poca importanza, perché, come dico sempre, l'amore non ha sesso: è solo amore!
Detto questo, dall'incontro, ne è venuto fuori uno spaccato di donna coraggiosa e indomita; una vera abruzzese doc., perchè ha raccontato, senza remore, episodi dolorosi  e duri, in modo chiaro, cercando, però, di sdrammatizzare le sue parole, e dando prova, così, di una straordinaria civiltà, oltre che di umanità.
Le sue lotte, diventino le nostre lotte! I suoi insuccessi, cari fratelli, diventino anche i nostri insuccessi!
Trovo assurdo, infatti, che, all'inizio del terzo millennio, esistano ancora definizioni del tipo: amore eterosessuale o omosessuale, cioè gay e lesbica, per descrivere l'amore stesso.
Per me AnnaPaola è una sorella, ma, soprattutto, lei è un essere umano meraviglioso!
Io sono e sarò sempre dalla parte di chi vorrebbe dire, ma non può, perché ha paura di falsi “moralismi” religiosi fanatici:” Si io sono gay”, “Sì io sono lesbica”!
Cosa volete che importi, tutto ciò, a “chi ama”?
In una Società giusta e “Morale”, dovrebbe prevalere, soprattutto, una parola “unica”, che si chiama “RISPETTO”, soprattutto, rispetto degli ultimi, dei giovani che hanno paura di essere derisi per il loro modo di vivere il privato.
La mancanza di RISPETTO fa sì che “esseri del creato”, vengano abbandonati a se stessi ed emarginati in una solitudine che, talvolta, uccide.
E' una condizione che io non posso accettare ma, credo, che anche voi non potete più  accettare!
Che razza di società è la nostra se non tiene conto dei diritti degli altri esseri umani ed, invece, si commuove per un cane maltrattato, (altrettanto giusto, per carità!), e poi resta indifferente di fronte alla sistematica “privazione di diritti” applicata nei confronti di quelli che vengono chiamati “diversi”.
Diversi” sono, invece, i falsi e fanatici moralisti!
Essi, per carità, hanno il diritto di pensarla come vogliono ed anche impedire che nella loro “cerchia” si compiano azioni da loro non volute, ma hanno questo diritto solo ed esclusivamente nella loro “cerchia” e non hanno affatto il “diritto” di estenderla, imponendola a tutta una intera comunità.
Ora basta!
E' ora di crescere, di evolvere se vogliamo essere al passo con la maggior parte dell'Europa! Dobbiamo avere la stessa sensibilità e le stesse leggi degli altri paesi!
Io LUPO DI TALOS  sono favorevole ai matrimoni gay, perchè “dove c'è amore non c'è peccato”!
Grazie. Graziella, per voler ospitare, ogni volta,  questo vecchio liberale nel tuo blog

con l'affetto di sempre
 LUPODITALOS


Questo testo mi ha riportato alla mente un bellissimo quadro di Tiziano, che ha dato il titolo anche a questo post.
La diatriba sull'amore è stato sempre un vecchio tormentone protrattosi nei secoli! 
Una volta era tra l'amore sacro contrapposto all'amore profano. 
Dopo l'accettazione di Papa Giovanni Paolo II del "piacere" nel matrimonio, tale scontro si è rinvigorito ancora di più tra amore eterosessuale ed amore omosessuale, quest'ultimo, comunque, da sempre bandito nella morale "cristiana" che lo descrive come un amore "immorale". 
Purtroppo in nome del "moralismo" si sono combattute troppe battaglie inutili di "retroguardia", che non hanno nulla a che vedere con la "moralità", di cui il "moralismo non è altro che una "degenerazione".
Tornando al quadro, cerchiamo di descriverlo:
E' la contrapposizione tra la Venere terrena e la Venere celeste, come interpretato dalla Accademia neoplatonica di Marsilio Ficino; 

Nei secoli vi sono state altre interpretazioni di questo quadro, di tipo moralistico, ma quella di Ficino  è la mia preferita!

"La figura della donna nuda è di solito spiegata come Venere Celeste, cioè immagine della bellezza universale e spirituale, che solleva un braciere acceso, variamente leggibile come simbolo di carità, di conoscenza o di illuminazione spirituale
Al contrario dell'interpretazione moralistica che ispirò i critici d'arte seicenteschi, che diedero, per altro, anche  il titolo, ormai, tradizionale all'opera, essa non è una donna scollacciata, dedita all'amore carnale, ma è un ideale di bellezza classico, simbolo di semplicità e purezza, infatti ha come sfondo un paesaggio aperto, immerso nella luce (esempio di paesaggio moralizzato).
La donna vestita invece, per contrapposizione, sarebbe la Venere Terrena, simbolo degli impulsi umani e della forza generatrice della Natura, che è posta su uno sfondo ombroso. La posizione di Cupido, al centro delle due, sarebbe quindi il punto di mediazione tra aspirazioni spirituali e carnali, tra il cielo e la terra.
Anche lo sfondo contribuisce a esprimere i diversi concetti legati alle allegorie: a sinistra, dietro all'Amor profano, si nota un paesaggio montuoso, con un sentiero in salita percorso da un cavaliere diretto al castello, leggibile come metafora di un percorso da compiere per giungere alla virtù, che si conquista con fatiche e rinunce o, alternativamente, come allusione al carattere "secolare" e "civile" dell'Amor profano; a destra il paesaggio è pianeggiante, disteso, punteggiato da greggi al pascolo che evocano le utopie bucoliche e in lontananza si scorge una chiesa, legandosi alla sfera religiosa e spirituale."


un abbraccio

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