venerdì 29 giugno 2012

"NON ERA COLPA MIA!"

Care amiche e cari amici, 

dopo la frase di Berlusconi, detta a sua difesa, sulla crisi che stiamo vivendo, autoproclamandosi innocente, ritengo sia giusto sviscerare l'argomento. Da questo BLOG non devono essere emesse né condanne né assoluzioni, perchè sarà la storia a giudicare Berlusconi. A noi interessa distinguere il vero dal falso! 
Per formare un eventuale giudizio non c'è niente di meglio che ripercorrere la cronaca degli avvenimenti, magari con qualche piccola chiosa!


Gustatevi, intanto, un buon caffè e odorate la rosa. 

Si premette che la crisi in Italia ha attraversato due fasi
La prima fase, da noi, inizia nel 2008, con l'esplodere della bolla speculativa americana, e arriva fino alla primavera del 2011. 
In questa fase, l'Italia non è ancora tra i paesi a maggiore emergenza, ma il Governo Berlusconi tratta la crisi con troppa leggerezza (ristoranti e aerei pieni etc.), perché si limita a "controllare la situazione", in quanto, come sostengono diversi suoi ministri, non è né il momento di intervenire troppo, né il momento di fare riforme, per non ingenerare ulteriore incertezza. Che menti eccelse!
Era stato votato per fare le riforme liberali invece!

Il problema vero, in questa prima fase di crisi, che si trova a  risolvere il Governo Berlusconi, è quello delle Finanze Pubbliche, che da tempo, ormai, da quasi venti anni, si andavano riducendo,  a causa della riduzione del PIL. 
Quando cala il PIL, infatti, vuol dire che si riducono i redditi di famiglia e di imprese e, conseguentemente, calano le entrate fiscali per lo Stato, cioè diminuiscono gli introti per tasse da reddito. 
Il Governo vara, perciò, una serie di ben 11 provvedimenti, tra giugno 2008 e giugno 2011, e cerca ripetutamente di  "stringere la cinta"
Il problema è che stringere la cinta, riduce ancora di più, sia il consumo delle famiglie, sia la domanda per i beni e servizi prodotti dalle imprese e, quindi, diminuiscono ancora di più le entrate fiscali . 
Il Governo innesca così una specie di rincorsa tra le politiche che tentano di ridurre il debito pubblico e l'andamento della economia, malata, che, invece, spinge verso la riduzione del PIL. 
Ma lo sbaglio, il più pericoloso, è stato che: ha cercato, appunto, di resistere a questa tempesta, con provvedimenti blandi, con la speranza e la convinzione che fosse una tempesta di breve durata; forse non valutando che si era, invece, alle prese più con un tifone di lunga durata che con una tempesta o un temporale. 
Ha cercato di affrontare la tempesta coprendosi solo con un ombrellino! 
Per non danneggiare l'economia, infatti, secondo una sua visione discutibile, il Governo Berlusconi, cerca fondamentalmente di adottare misure che lavorino sui margini della stessa economia. 
Per primo, per proteggere i lavoratori che stavano perdendo il posto in ragione delle difficoltà economiche per diminuzione di esportazioni, aumenta le risorse a disposizione (2008-2011 500.000.000 di €) della C.I.G. (Cassa integrazione guadagni), ma, facendo così,  fa aumentare ulteriormente il Debito Pubblico, già molto alto, facendolo arrivare al 120%del PIL, in poco tempo, facendoci sprofondare ancora di più nella crisi.
Per secondo, cerca, poi, di fare in modo che i consumi non scendano molto e, per questo, riattiva i soliti incentivi, che sono semplici palliativi, che permettono di rottamare la macchina o gli elettrodomestici, per farli comprare ad un prezzo particolarmente scontato. 
Per terzo, cerca di ridurre le spese dello Stato (non quelle, però, derivanti dalla casta), per non gravare di più sulla economia  e per evitare di aumentare le tasse, fedele al motto che:" il governo Berlusconi non mette mai le mani nelle tasche degli italiani". 
Invece, nel frattempo, le mani nelle tasche degli italiani ce le mette lo stesso e comunque lo fa, come, del resto, fanno tutti i governi in queste situazioni drammatiche: le mette sotto falso nome, per esempio, facendole mettere dagli Enti Locali, in quanto a questi taglia i contributi statali per i servizi, che quindi i Comuni sono costretti a fare pagare direttamente ai cittadini
Davanti ad una crisi che continua a lungo, a distanza di mesi, il Governo vara diversi decreti. 
Nel Paese, però si comincia a percepire che è una situazione difficile e che il Governo è inadeguato,  e  cerca, solo, di renderla meno difficile, perché usa esclusivamente palliativi, senza usare mezzi  drastici; 
ma, proprio, il cumularsi delle sue misure, ben 11, finisce per creare, invece, dei seri problemi, perché "i tagli alle spese finiscono per essere tagli ai servizi che i cittadini hanno a disposizione", come già detto.
Vediamo nel dettaglio un esempio emblematico di cosa sono stati capaci di  inventarsi per ridurre le spese dello Stato:
Per esempio, i debiti che lo Stato ha nei confronti delle imprese, il Governo decide di non pagarli più, per evitare. appunto, di aumentare il suo fabbisogno. In questo modo le imprese si sono trovate in ulteriore difficoltà, oltre a quelle create dalla crisi. 
Le prime vittime sono state, quindi, le nostre Imprese che sono state immesse in un circolo vizioso innescato sia dalla crisi crescente sia dalla incapacità del Governo a risolverla; un Governo che, invece di affrontare la crisi con misure adeguate, fa, l'unica cosa che non avrebbe dovuto mai fare: non paga le Imprese, aggravando il PIL perché le imprese cominciano a fallire.
In sostanza, il Governo, visto che gli si stava stringendo il prodotto interno lordo, il PIL, (su cui viene misurato il suo deficit), ha cercato di stringere il deficit stesso, per evitarne la crescita; ma, è notorio, che se si stringe il deficit, finisce che si stringe un po' di più lo stesso PIL, perchè la riduzione della spesa dello Stato significa, sempre, in un modo o nell'altro, minore ricchezza per la collettività e minori introiti, quindi, da tasse.

Comunque, per un po', tutto questo riesce a funzionare e il Governo rimane in attesa, magari col fiato sospeso, per vedere che cosa accade all'intorno. Che statisti!
Un bel giorno qualcosa di grave succede proprio da noi. 
Siamo nella estate del 2011
Improvvisamente tra giugno e luglio 2011 arriva un forte segnale di sfiducia dai mercati finanziari. Accade, cioè, che lo Spread, la differenza tra il prezzo e quanti interessi dobbiamo pagare sui nostri titoli di stato rispetto a quelli tedeschi, balza, infatti, rapidamente verso l'alto . 
I mercati non sono stupidi come gli italiani imbambolati dalle tv e giornali di proprietà del Premier, e hanno capito che sta combinando solo pasticci  nella economia, che non sta risolvendo nulla ma che sta  facendo incancrenire i problemi e che, quindi, L'Italia si sta ormai avviando verso un baratro.
Infatti, quello che doveva fare: cioè varare "Provvedimenti liberali" , che poi sono stati proprio  i Provvedimenti che Monti ha dovuto fare,  non erano  neanche "pensati" dal Governo Berlusconi.

Ha così inizio la seconda fase della crisi. 

Il Parlamento, cerca di reagire, approvando velocemente una nuova impegnativa manovra finanziaria, che prevede pesanti sacrifici, all'inizio ben accolta in sede europea, ma, adotta un trucco: i sacrifici verranno fatti, a partire, però, dai due anni successivi e cioè a partire dal 2013. 
Il fatto, però, che i sacrifici siano rimandati di là nel tempo e vengano delegati al governo che vincerà le elezioni seguenti, non convince gli operatori finanziari e gli Stati Europei, anzi li fa infuriare. Perciò, perdono completamente e definitivamente la fiducia verso un Governo apparso ormai poco o per nulla credibile. 
Il prezzo dei titoli di Stato crolla ulteriormente portando lo Spread alle stelle.
E' necessario l'intervento della BCE che è disponibile ad acquistare ulteriori titoli pubblici italiani ma impone, in cambio, nuove misure straordinarie.
Nell'agosto 2011, poco dopo la finanziaria differita nel tempo, il Parlamento è costretto ad approvare rapidamente una nuova manovra finanziaria anticipando molti dei tagli previsti nel 2013. Molti dei tagli e dei sacrifici, che vengono, oggi, attribuiti a Monti, sono appunto, del Governo Berlusconi.
Ma ormai le tensioni finanziarie e politiche sono altissime e riguardano esclusivamente la credibilità del Governo in carica perché, a tutto questo disastro, si aggiungono voci di forti fratture al suo interno. Si mettono pure a litigare!
Questo andirivieni del governo italiano, più le difficoltà che esso ha in Parlamento con la sua coalizione (liti con la Lega, mozioni di sfiducia di Fini, personaggi come Scilipoti e Razzi che arrivano alla ribalta della scena politica nazionale, provvedimenti ad aziendam, ad personam, etc,), portano a una crisi crescente e quindi si arriva al sintomo finale della crisi:
i "tassi a breve" superano i «tassi a più lunga distanza».

Quando  accade questo, significa che i mercati pensano che tu non ce la farai mai più a pagare, neanche a distanza di 6 mesi, cioè a pagare neanche le spese più urgenti.
Il governo Berlusconi è costretto a dare le dimissioni!


Questa è la cronaca che lo inchioda alla croce, come "il ladrone" accanto a Cristo (l'Italia).

Nasce un nuovo governo, quello di Monti, che trasforma le aspettative di tagli, in una forte tassazione a dicembre per cercare di tirarci fuori. 


Ma a tutta questa incapacità a governare si aggiunge il fatto che il Governo Berlusconi, non si sa se per convinzione, oppure, sempre, per incapacità, ha permesso che, per venti anni ,vi fosse un processo sperequativo nella crescita dei redditi e nell'accumulo della ricchezza, crando un effetto macroeconomico negativo, come spiegherò.
Infatti, Enrico Giannini, Presidente ISTAT evidenzia con chiarezza, in una sua intervista   alla fine del 2011: "l'Italia è arrivata al momento della crisi dopo vari anni di quasi stagnazione.
Se consideriamo tutti gli anni 2000 (n.d.r. Governo Berlusconi) il reddito è cresciuto pochissimo e, per di più, la distribuzione del reddito è andata a favore dei più ricchi e quindi a sfavore dei meno ricchi. 
La disuguaglianza è cresciuta nel corso degli anni 2000, non solo in termini di reddito, ma anche in termini di ricchezza accumulata. Questo vuol dire che, in momenti di crisi, quando si fa di tutto per evitare la recessione, invertire questa tendenza non è facile perché si  ha un effetto macroeconomico complessivo. Sappiamo, infatti, che le persone che guadagnano di meno hanno una propensione al consumo più elevata, mentre chi guadagna di più ha una propensione al risparmio più elevata e, come ci dicono vecchi modelli economici, uno squilibrio nella distribuzione nella ricchezza e nei redditi, fa sì che anche la domanda interna, per consumi, sia contenuta e quindi si entra in recessione.
Siamo arrivati alla crisi già col fiato corto, e in una situazione difficile, perchè il PIL, anno dopo anno, per venti anni, è caduto di vari punti. Le famiglie, quindi, ne hanno risentito di più proprio perchè le famiglie venivano da un periodo di difficoltà a causa della caduta, più accentuata delle altre nazioni, delle esportazioni, che in Italia hanno, appunto, un ruolo molto forte di traino dell'intero apparato produttivo e quindi di sostegno al reddito stesso ndelle famiglie. Cadendo il commercio mondiale, le nostre imprese, infatti, hanno sofferto più di altre. La seconda ragione per cui abbiamo sofferto di più è che la crisi è stata più prolungata di quanto si aspettasse il Governo, che l'ha affrontata con leggerezza, e quindi, mentre nella fase di caduta, il reddito è caduto più o meno come in altri paesi, la fase di recupero, al contrario, è stata molto più lenta.
Quindi mentre altri paesi, oggi, hanno recuperato più rapidamente i livelli ante crisi, in Italia siamo ancora nettamente sotto i livelli «pre crisi», anche senza tener conto della riduzione del reddito degli ultimi due trimestri del 2011". 

Dopo questa analisi, a voi il giudizio sulla innocenza di Berlusconi nei confronti della gestione della crisi. 
Berlusconi, a mio giudizio, non ha fatto niente di buono sia prima che durante la crisi, nonostante le sue roboanti promesse. Ora dice che è colpa del Sistema! Totò direbbe: "Ma mi faccia il piacere!" 
Con le chiacchiere e a tentoni non si governa!
Di recente Berlusconi ha parlato di un complotto delle Banche. La sua caduta vi sembra provocata da un complotto, o non piuttosto da incapacità totale e “leggerezza rissosa  e buffonesca” nel gestire le azioni di Governo?
Dio ci liberi, quindi, da una sua nuova candidatura., ancora di più se si avverasse quello che ha detto giorni fa:
"MI CANDIDO A MINISTRO DELL ECONOMIA"

Proprio quel ruolo?  Incredibile impudenza!


Da parte nostra, comunque, speriamo che l'investitura a Premier, di questo "Illusionista", non avvenga mai più, perché significherà che:


 NON SIAMO PIÙ' "IL PAESE DEI LOTOFAGI" 
(Paese dei Mangiatori di Loto). 

Il loto aveva la caratteristica di far perdere la memoria, di far cadere in oblio. 


NOI, ORMAI, SIAMO BEN SVEGLI, NE' ABBIAMO BISOGNO
DI 
ULISSE CHE CI SVEGLI!



Un abbraccio


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