Care
amiche e cari amici,
quale
migliore occasione dopo avvenimenti così importanti che rifugiarci nel nostro “caffè
da Graziella” per fare alcune riflessioni e commentarle alla nostra maniera,
davanti ad una buona tazza di caffè d’orzo, per calmare l’eccitazione, e
davanti alla solita rosa che oggi è gialla, simbolo del declino di un amore.
Siamo
arrivati ad una svolta, sembrerebbe, ad un ritiro dalla scena politica!
Il
condizionale è d’obbligo, conoscendo il personaggio che finora ha guidato il
governo! Guidato si fa per dire!
Ora
tocca all’altra parte, all'attuale opposizione!
Personalmente
ritengo che peggio di così nessuno possa fare, per cui l’altra parte oggi
appare, turandoci il naso, una speranza, nonostante le perplessità sulla
sua capacità e sulla sua onestà intellettuale e morale, evidenziatesi nel corso
degli ultimi quindici anni
Ovviamente
non parlo di tutta l’Opposizione!
Ai
nostri occhi appare che la squadra ( il Governo), fino ad oggi la più forte, ha
fatto di tutto per perdere e farsi espellere, per manifesta espressione di gioco sporco e falloso ( ha fatto solo
leggi pro domo sua e attacchi alla Costituzione), per cui, alla fine, il
pubblico, italiano ed europeo, non solo l’ha fischiata, ma ha minacciato,
anche, di fare una invasione di campo.
L’altra
squadra ( l’Opposizione) ai nostri occhi, invece, appare non aver fatto nulla,
e vincerebbe, non per il suo gioco, fino ad oggi inesistente, fatto di poche
idee e, per di più, tutte confuse, ma perché è stata semplicemente in campo.
L’Opposizione
sta, forse, incassando una rendita di posizione?
Il
dubbio è amletico ma reale!
Penso
che questo dubbio ce l’abbiano tutti gli italiani e, comunque, in mancanza di
meglio, siamo tutti impazienti di vederli all’opera e pronti a fischiarli se
necessario e ad organizzare anche per loro una invasione di campo.
Prendendo
come esempio il mondo del calcio, una squadra vince la champions league e il
campionato interno, solo, se ha alle
spalle una solida e seria organizzazione societaria, se ha un buon allenatore e
se ha una organizzazione di gioco che la fa forte in tutti i settori: difesa,
centrocampo e attacco, indipendentemente
dal tipo di gioco :”a tutto campo” o “catenacciaro”.
Perché
una squadra vinca, quindi, deve avere una difesa arcigna, per
contrastare tutte le minacce possibili; deve avere un buon regista in campo, capace di
dettare le azioni di gioco e spiazzare gli avversari; deve avere il centrocampo
capace di bloccare ogni tentativo dell’altra squadra di andare a gol; deve
avere infine un fantasista, che
con le sue azioni, magari funamboliche, riesca a disorientare l’avversario e a
penetrarne la difesa. L’allenatore, poi, deve essere preparato perché
deve studiare e far provare schemi di gioco, semplici ma efficaci, che portino
la squadra a vincere e a far sognare il pubblico. Infine l’assetto
societario deve essere solido, lungimirante, senza inseguire mode,
virtuoso, ponendo, l’essere, al primo posto, rispetto all’apparire, ed essere
un pò formica e un po’ cicala negli investimenti. Lo spogliatoio, infine, deve
essere compatto e coeso.
Questa
sarebbe una squadra ideale, perché farebbe un gioco a tutto campo e, quindi,
oltre al risultato, procurerebbe anche gran divertimento al pubblico.
Ora
vediamo quali tipi di squadre si sono confrontate, fino ad oggi, sugli stadi d’Italia
e d’Europa.
Parliamo,
per primo, della squadra di Governo.
Essa
era apparsa, all’inizio, come la squadra che abbiamo descritto sopra, con un
gioco a tutto campo, forte in tutti i reparti, con promesse di vittoria per
cui ha subito entusiasmato ed illuso il
pubblico.
Prometteva,
infatti, meno tasse per tutti ( invece le ha aumentate), un milione di posti di
lavoro ( il 29% dei giovani oggi è a spasso), sviluppo e arricchimento del
Paese ( invece poi si sono arricchiti
solo i ricchi, Fininvest e Mediaset), riforme liberali e svecchiamento dello
Stato e così via ( non ha fatto nulla di tutto ciò!).
Nel
Paese iniziarono subito le “Ola” di incoraggiamento.
Ma
già dalla prima partita si vide, per primo, che la difesa era del tutto
inadeguata.
Infatti
il Governo ha presentato una difesa, parlo di difesa dei valori,
che ha fatto acqua da tutte le parti, anzi con gli scandali sessuali,
affaristici e di messaggi impropri ha alimentato la corruzione nella società,
che si è
sempre più omologata alle volgarità che venivano propinate dai canali
tv, controllati al 90% dal Premier.
Ha
presentato una difesa della economia
a dir poco sconcertante; all’inizio, negando che la crisi internazionale ci
potesse riguardare, e, poi, nel momento in cui siamo stati investiti dall’onda
anomala provocata dai mercati, è rimasta a guardare, incredula e incapace di
reagire, non avendo alcun tipo di idea di come contrastare il fenomeno.
Sono
dovuti intervenire di forza sia gli organismi finanziari sia quelli politici
europei, che hanno dettato i rimedi, vista la incapacità manifesta. Poi, come
fa ogni buon insegnante, l’Europa ha imposto al governo di svolgere il “
compitino” assegnatogli, minacciando, caso contrario, un voto brutto nella
pagella e perfino la bocciatura. Purtroppo, all’esterno, dobbiamo ringraziare,
ob torto collo, l’Europa che, anche se ci ha limitato la sovranità, comunque ci
sta salvando, vista la manifesta incapacità che il governo ha posto a difesa
della nostra economia. All’interno, dobbiamo ringraziare il Presidente
Napolitano, l’unico rimasto lucido di una classe politica pietrificata, perché
incapace di reagire ai mercati.
Ha
presentato un difesa della cultura
e della ricerca che ha rasentato il ridicolo. Le scuole, a dirne una, non hanno avuto, oltre al resto, neanche ì
soldi per comprare i gessetti per la lavagna, oltre ad avere classi dal numero
impossibile. I migliori ricercatori italiani si sono trasferiti all’estero.
Ha
presentato una difesa del lavoro,
a dir poco stravagante, con continui attacchi allo status degli
operatori a favore delle classi padronali, facendo passare contratti capestro,
aggravando la disoccupazione giovanile che, oggi è salita al 29% e facendo
prosperare il precariato, una sorta di lavoro nero. Potremmo continuare su numerosi
altri argomenti!
Parlando
ora del centrocampo, del regista, cioè del responsabile dell’economia, egli avrebbe dovuto allungare la
squadra verso la porta avversaria, cioè verso la conquista dei mercati e dello
sviluppo, alleggerendo, nel contempo, la
difesa dalla pressione dei bisogni, dominati dal mostruoso debito pubblico e
avrebbe dovuto dettare una linea di gioco efficace a far emergere la squadra
Italia, tramite incentivi, nel mondo globale dell’economia.
Il
regista, infatti, avrebbe dovuto proporre politiche, sicuramente di risparmio e
di eliminazione degli sprechi, accompagnandole, però, con idee innovative o,
magari, solo di buon senso, per promuovere lo sviluppo.
Invece
abbiamo assistito solo ed esclusivamente a dissennati tagli
indiscriminati che invece di incidere sugli sprechi prodotti da uno Stato e,
quindi, da una burocrazia elefantiaca e spendacciona e da una casta
privilegiata e arricchita e che continua ad arricchirsi a spese nostre, hanno
colpito, innanzitutto, il welfare, quindi, le classi più indifese; hanno
colpito i servizi pubblici, per cui, di fatto, i cittadini hanno dovuto pagarli
di più, senza avere, però, alcuna contropartita di un benché minimo miglioramento
degli stessi. etc.
Cosa
ancora più grave i tagli hanno, soprattutto, colpito la scuola e la ricerca
che, anche il più sprovveduto ed improvvisato ministro sa che rappresentano il
futuro di una nazione in termini sia di progresso che di benessere.
Avremmo
avuto bisogno di un fantasista, per riprendere il paragone con il
calcio, che con le sue idee e conseguenti azioni, magari funamboliche, avrebbe dovuto operare in modo da creare
benessere e occupazione, magari facendo sviluppare settori innovativi, tipo la
banda larga e terziario, evitando al massimo di deprimere il mercato interno ed
evitando, anche, di credere che ogni cosa si potesse risolvere con la
imposizione di tasse, in questo caso non dichiarate, conseguenza di tagli.
Infine
il nostro Premier avrebbe dovuto avere la funzione di allenatore che
doveva studiare e far provare schemi di gioco semplici ma efficaci che
avrebbero dovuto portare la squadra a
vincere e a far sognare il pubblico.
Sarebbe
bastato che avesse applicato ed attuato quella idea, che lui dice, è alla base
delle sue azioni, cioè il liberismo, attuando una serie di riforme per
svecchiare questo Stato, liberarlo da una miriade di pastoie di origine,
alcune, medievali, che rappresentano solo un fardello e una perdita di tempo
per i cittadini; avrebbe dovuto, cioè, attuare una serie di “liberalizzazioni
profonde” sull’apparato dello Stato.
Invece
non ha fatto nulla!
Le
uniche azioni che abbiamo visto sono quelle “pro domo sua” , con una serie
infinita di leggi ad personam, e di
azioni che gli hanno evitato di essere condannato per reati comuni e hanno
portato solo benessere alle sue aziende, per esempio facendo diventare questo
Stato, biscazziere, solo perché egli era diventato proprietario della
Concessionaria che gestiva i giochi. Per il resto nulla!
Infine
ha indebolito la Costituzione, senza cambiarla, ( vedi il post “democrazia e
costituzione parte 2°”) e questo ha significato, a volte, che il “controllato”
era anche il “controllore”, ed introducendo storture nel funzionamento regolare
del Parlamento, di cui abbiamo più volte parlato. Emblematico, non mi stanco di
dirlo, la vicenda di Ruby.
Anzi,
secondo voci che circolano anche nelle tv, a livello del mercato europeo, il nostro premier si è fatto solo
imbrogliare da Francia e Germania, le cui banche sono meno solide delle nostre
e sono, per altro, piene di quella carta straccia che sono i buoni del tesoro
greci. Noi, invece, ne abbiamo pochi!
Sembrerebbe
che i nostri due partner europei abbiano, intenzionalmente, messo sotto
pressione l’Italia, facendo intervenire le agenzie di rating, la BCE e il
FMI, per evitare di essere attaccati
loro stessi dalla speculazione, e non solo, ma anche per far sì che nella formazione
del “Fondo salva Stati” si stabilissero delle regole che avrebbero favorito le loro banche, evitandone il
fallimento e penalizzando, invece, le nostre!
Del
resto appare evidente che all’annuncio di un possibile avvio alla risoluzione
dei nostri problemi, tramite un nostro nuovo governo, i mercati, hanno cominciato ad
attaccare le due economie concorrenti specialmente quella della Francia.
Ritengo
che questa sia una semplice illazione, anche perché difficile da provare, ma
rimane una ipotesi inquietante considerando chi era a capo della BCE e del
FMI , quando è scoppiata la crisi, alla luce, anche, della nascita, proprio in
quel periodo, del direttorio Merkel- Sarkozy, quest’ultimo prossimo alle
elezioni e con un debito pubblico da controllare non molto inferiore al nostro.
Se
fosse vera questa ipotesi il nostro premier sarebbe doppiamente colpevole,
infatti egli avrebbe fatto non solo da giullare alla corte di Francia e
Germania, facendoli ridere, ma sarebbe stato anche un “utile idiota”! Ma sarebbero colpevoli anche
i nostri esperti di economia! Del resto non sarebbe la prima volta che l’Italia
viene turlupinata ( vedi le quote latte e il contingentamento dei nostri
prodotti agricoli, imposti anni fa).
Comunque,
con questo assetto di gioco, basato
sulla VANITA’ (vedi il mio post “ L’età della vanità") non potevamo che perdere
ogni tipo di confronto!
Non
parliamo della cosiddetta tenuta dello spogliatoio, un disastro!
Hanno litigato sempre!
Il
problema più serio, però, di tutta questa vicenda è stata la Società,
cioè noi, che ci siamo fatti abbindolare fino all’ultimo da questo maghetto di
terz’ordine che ci ha solo illusi e quando finalmente abbiamo aperto gli occhi,
perché ci hanno costretto ad aprirli, ci siamo accorti che non avevamo neanche
la possibilità di un cambio immediato di tutta la squadra. Sono dovuti
intervenire, infatti, l’Europa e i mercati per fare questo “lavoro sporco” mentre noi , comunque, avevamo perso la faccia
e la credibilità per aver ingoiato tutte le panzane propinateci e per aver
sopportato tutte le immoralità che la maggior parte della nostra società ha tollerato
e magari invidiato. E’ chiaro che anche la Società deve rifondarsi e ripartire:
- dai valori di unità nazionale di derivazione risorgimentale;
- dai valori di serietà e di moralità, combattendo la malavita, il lassismo, la corruzione, ogni tipo di abuso;
- dai valori di equità legale e fiscale, rendendo i cittadini tutti uguali davanti alla legge e stanando gli evasori;
- dai valori di efficienza dello Stato rendendolo anche meno invasivo e più vicino ai bisogni dei cittadini;
- e così via.
Ora,
non avendo di meglio, anche nella considerazione che la politica ricalca in
parte la società, siamo costretti a far giocare l’altra squadra, la attuale
Opposizione, che, finora, è sembrata la “squadra ragazzi” che ha allenata la Nazionale.
Infatti,
la pecca più grave dell’attuale Opposizione, che le ha comportato lo svolgimento di tale ruolo, finora, è perché è stata profondamente divisa su ogni argomento e nessuno, al suo interno, è mai
riuscito a fare alcuna sintesi, per cui, alla fine, l’unica azione politica che
ha prodotto è:
“evitare
di esprimersi e soprattutto di prendere posizione su qualsiasi argomento”.
Infatti,
l’unico tormentone prodotto dall'Opposizione è stato: “
via il Premier”, e non è andata al di là di questo.
Hanno
riempito i dibattiti e le analisi con un frastornante vuoto di idee, tant’è che
il coordinatore del principale partito di opposizione, proprio per le contraddizioni
insite nelle varie posizioni, all’interno dalla sua coalizione, fino ad oggi, ci è
apparso solo un comico, capace di simpatiche “battute”.
L’Italia
non ha bisogno più di scherzare o di avere comici o giullari al governo!
Ha bisogno, invece, di uno scatto di orgoglio, perché l’Italia , per la lunga tradizione e per la capacità del suo popolo, anche se momentaneamente frastornato, è, una nazione seria, onesta e laboriosa, e, quindi, può pretendere una guida autorevole e capace e, soprattutto, può pretendere che la Politica cambi e diventi non più ostaggio di una casta corrotta ed incapace.
L'Italia ha bisogno di persone che si riapproprino dello spirito che hanno guidato i nostri Padri Costituenti, ritornando ai grandi esempi del passato e ai buoni consigli dalle grandi personalità che ancora oggi onorano l’Italia, non ultimo il nostro Presidente Giorgio Napolitano, che non finiremo mai di ringraziare. L’unico consiglio che mi sento di dare alla nuova squadra di governo è:
Ha bisogno, invece, di uno scatto di orgoglio, perché l’Italia , per la lunga tradizione e per la capacità del suo popolo, anche se momentaneamente frastornato, è, una nazione seria, onesta e laboriosa, e, quindi, può pretendere una guida autorevole e capace e, soprattutto, può pretendere che la Politica cambi e diventi non più ostaggio di una casta corrotta ed incapace.
L'Italia ha bisogno di persone che si riapproprino dello spirito che hanno guidato i nostri Padri Costituenti, ritornando ai grandi esempi del passato e ai buoni consigli dalle grandi personalità che ancora oggi onorano l’Italia, non ultimo il nostro Presidente Giorgio Napolitano, che non finiremo mai di ringraziare. L’unico consiglio che mi sento di dare alla nuova squadra di governo è:
“Fate tutto il contrario di quello che ha fatto il Governo testè rottamato e il contrario anche di diverse idee che circolano negli ambienti di sinistra, ritornando, comunque, a quella superiorità morale di cui si sono sempre vantati, giustamente, i vostri predecessori, nell’immediato dopoguerra”.
Facendo
così, sicuramente, il successo e la
nostra gratitudine saranno assicurati.
In
questi giorni si parla di un Governo a guida del Professor Monti, illustre
economista, l’unico capace, dicono, di dare credibilità al nostro paese, per la
sua grande levatura tecnica.
In economia, dicono che Monti sostenga:
il mercato, le liberalizzazioni e il rigore dei conti pubblici.
E' un buon biglietto da visita e spero che si muova esclusivamente in questo ambito, e colpisca, perciò, i privilegi e gli evasori; attui, poi, una politica di equità fiscale e contributiva ( non devono pagare solo i poveri!) e, soprattutto, abroghi la legge Porcellum, varandone un'altra, che ridia la scelta al popolo, unico detentore della sovranità dello Stato.,
Credo che, oggi, non abbiamo altro scelta, se non quella di accettare un Governo Tecnico, ma spero che
questo sia solo un regime, a tempo limitato, dettato dalla grave contingenza
del momento, così come avveniva nella Roma Repubblicana quando veniva nominato un "dittatore" solo per il
tempo necessario a risolvere il problema insorto.
Personalmente
non gradisco molto i tecnici, specialmente quelli imposti dai mercati e dalle
banche, banche che, per altro, sono state salvate, poco tempo fa, dagli Stati e dai sacrifici della loro gente, e a cui, ora, pare, vogliano imporre la loro guida.
Si ha, infatti, questa strana ed inquietante sensazione! Spero, cioè, che non sia una manovra delle banche per imporre nuovi ed ulteriori sacrifici alla gente, mentre la speculazione capitalistica, annidata dentro di esse, si arricchisce ulteriormente.
(Per inciso, Draghi e Monti hanno anche lavorato per la Goldman Sachs, una delle più grandi e affermate banche d'affari del mondo). Absit iniuria verbis!
Si ha, infatti, questa strana ed inquietante sensazione! Spero, cioè, che non sia una manovra delle banche per imporre nuovi ed ulteriori sacrifici alla gente, mentre la speculazione capitalistica, annidata dentro di esse, si arricchisce ulteriormente.
(Per inciso, Draghi e Monti hanno anche lavorato per la Goldman Sachs, una delle più grandi e affermate banche d'affari del mondo). Absit iniuria verbis!
La penso,
comunque, come Platone, che riteneva tale tipo di governo una iattura, in quanto il
tecnico, al governo, a lungo termine, combina solo disastri, perché
convinto di saper risolvere tutto e da solo; anche le situazioni che non
capisce e di cui non sa nulla.
La
politica, l’abbiamo già detto, invece, è
l’arte della mediazione e, quindi, della sintesi tra le varie soluzioni che
circolano, per ogni problema, in una società in continuo cambiamento.
Mi
auguro quindi che la politica, in tempi celeri, riprenda il suo primato, per primo quello morale, e
diventi espressione della società civile, ascoltandola e risolvendo le istanze
che da essa provengano.
Questa
volta l’augurio di “in bocca al lupo” ce lo rivolgiamo a noi stessi!
Vi
abbraccio!
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