Amici e amiche di "un caffè da Graziella",
buona domenica, e ancora di più buona domenica da passare nel nostro caffè...siamo alla settima domenica insieme!!!
E dovunque vi troviate, al mare, in montagna, in città, la trascorriamo insieme!ed è sempre bello condividere questi momenti con voi, amici carissimi, con il nostro caffè e con la nostra rosa.
Io amo il mare e così il mio caffè lo prenderò oggi, guardando le onde che si infrangono sulla riva del mare, e mi farò baciare dal sole...
Il rumore delle onde che si infrangono sulla riva del mare...
chiudo gli occhi e mi torna alla mente il dolcissimo ricordo di quando andavo al mare col mio papà e facevamo lunghe passeggiate insieme e parlavamo di tutto.
Ogni tanto, all'improvviso, il mio papà si fermava e, guardandomi con aria divertita, cominciava a giocare con le onde che si infrangevano sulla battigia. Non avevamo bisogno di parlare per capirci, e facendo così, mi invitava a sfidarlo in questo gioco che facevamo spesso.
Ogni tanto, all'improvviso, il mio papà si fermava e, guardandomi con aria divertita, cominciava a giocare con le onde che si infrangevano sulla battigia. Non avevamo bisogno di parlare per capirci, e facendo così, mi invitava a sfidarlo in questo gioco che facevamo spesso.
Il gioco consisteva nel fare con il piede uno spruzzo d'acqua alto e lungo e noi facevamo a gara a chi, battendo il piede sull'onda che arrivava, riusciva a creare uno spruzzo d'acqua più alto e più lungo.
Per fare lo spruzzo bello lungo, però, bisogna saper dosare l'intensità del colpo sull'acqua, saper mettere nella giusta posizione il piede (di taglio) e calcolare il momento giusto e l'onda giusta..così si riesce a fare "la doccia" al compagno di giochi..
Io non ci riuscivo quasi mai a bagnare papà, allora afferravo l'acqua con le mani e gliela lanciavo, ma in questo modo, gli davo ancora di più la possibilità di ricoprirmi...d'acqua..e ridevamo come matti...
alla fine papà mi abbracciava ed io, felice e stanca per l'impegno e per le risate, abbandonavo la testa sulla sua spalla e continuavamo la passeggiata così...come era bello stare in braccio al mio papà...
Un altro gioco che facevamo sulla riva del mare, soprattutto al mattino presto, quando il mare era così calmo che sembrava una tavola...era questo:
Prendevamo delle pietre lisce e piatte, (se riuscivamo a trovarle) e provavamo a lanciarle di taglio sulla superficie dell'acqua e facevamo a gara a chi le mandava più lontano, facendo fare più balzi alla pietra .
Anche per questo gioco, per far saltare più volte la pietra, toccando l'acqua e farla arrivare lontano, bisogna saper dosare la forza nel lanciare la pietra, tenendola orizzontale, e sapere bene come piegarsi e girarsi nell'effettuare il lancio della pietra, per darle la maggior spinta possibile..
Papà vinceva sempre, per la lunghezza del lancio della pietra e per il numero dei salti che riusciva ad effettuare la sua pietra, ma io gli tenevo testa e riuscivo nell'impresa, (e mi sentivo fiera e padrona del mondo) anche se con minore spettacolarità...infatti papà lo faceva con maestria e spesso delle persone si fermavano a guardarci e, a volte, la gara si allargava, era contagiosa!
E poi papà era così bello, bravo e forte e aveva una simpatia che conquistava.
Grazie papà dei bei momenti passati insieme e dellìamore che mi hai dato!!!
Grazie papà dei bei momenti passati insieme e dellìamore che mi hai dato!!!
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